Il Lido di Venezia è un luogo unico al mondo, sospeso tra mare e laguna, custode di una storia illustre e di un patrimonio ambientale fragile. Eppure, negli ultimi decenni, l’isola ha progressivamente smarrito alcune prerogative che l’avevano resa, nel passato, un laboratorio di modernità: un aeroporto strategico, un porto, insediamenti produttivi e soprattutto un presidio sanitario adeguato. Oggi più che mai è necessario restituire al Lido una visione di lungo periodo, compatibile con la sua natura di isola e capace di guardare al futuro.
La vicenda dell’ex Ospedale al Mare è emblematica. Chiuso nel 2003, lasciando il solo Monoblocco come presidio sanitario minimo per Lido e Pellestrina, il complesso è entrato in un lungo periodo di abbandono, tra fallimentari tentativi di riconversione turistica e promesse mancate. La svolta è arrivata nel 2022 con la proposta dell’imprenditore Frank Gotthardt, innamorato del Lido, che ha immaginato un centro di ricerca avanzata nel settore medico: il Progetto MARE. Un’iniziativa in grado di riportare sull’isola ricerca scientifica di livello internazionale, posti di lavoro qualificati e residenzialità stabile, senza snaturare il carattere storico del complesso.
Parliamo di un progetto che prevede 900 scienziati da tutto il mondo, 600 residenze all’interno del campus e una collaborazione strategica con l’Università Ca’ Foscari. Un’opportunità irripetibile per Venezia e per il Lido: sviluppo non legato al turismo di massa, economia sana, nuovi residenti, un impulso decisivo al rilancio dell’isola.
Il Consiglio Comunale ha approvato nel dicembre 2023 la variante urbanistica necessaria; nel luglio 2024 Gotthardt ha perfezionato l’acquisto del complesso da Cassa Depositi e Prestiti. A giugno 2025 la Giunta comunale ha adottato il Piano Urbanistico Attuativo, avviando il percorso di osservazioni pubbliche. Il Progetto MARE non è solo un investimento privato: è una scommessa collettiva sul futuro dell’isola. Le istituzioni, le forze politiche, le associazioni e i cittadini devono cogliere questa occasione, lavorando insieme per superare resistenze e incertezze. Solo così il Lido potrà tornare a essere ciò che storicamente è stato: un ponte tra Venezia e il mondo, un luogo che unisce identità e innovazione.
Ma oltre al polo tecnologico previsto all’interno dell’ex Ospedale al Mare, è indispensabile rilanciare con forza la richiesta di maggiore sicurezza sanitaria per i cittadini di Lido e Pellestrina, trasformando l’attuale punto di primo intervento in pronto soccorso vero e proprio, dotato di due letti di terapia sub-intensiva. A chi sostiene che ciò non sia possibile va ricordato che molti piccoli ospedali – anche nella nostra provincia – sono stati mantenuti e sviluppati. Le isole della laguna, soprattutto Lido e Pellestrina, sono esposte a condizioni meteo particolarmente difficili, perché lingue di terra che difendono Venezia dal mare e soggette durante gli ultimi inverni ad effetti combinati di forti venti e onde che mettono a dura prova il servizio del 118 fatto con lance
Il principio che ci deve animare è quello che, come i trasporti pubblici e il servizio rifiuti sono calibrati su milioni di turisti l’anno, così anche il servizio sanitario deve essere proporzionato alla massa di visitatori e alla conformazione morfologica della laguna, che per molti aspetti la equipara alle comunità montane. Chi vive in isola deve avere la stessa possibilità di sopravvivenza di chi vive a Mestre e già tanti sono i casi conosciuti e non conosciuti che per tale marginalità territoriale, hanno causato la morte di persone e bambini, che avrebbero potuto salvarsi se al Lido ci fosse stato pronto soccorso come c’era una volta.
✒️ Paolo Bonafè – Segretario Comunale Azione Venezia