Archivi categoria: Lido di venezia

Ex Ospedale al Mare, finalmente si parte: grande soddisfazione per l’approvazione del Piano Urbanistico Attuativo

Azione Venezia: ora avanti con concretezza, visione e responsabilità

Come Azione Venezia esprimiamo grande soddisfazione per l’approvazione da parte della Giunta comunale del Piano Urbanistico Attuativo (PUA) per l’area dell’ex Ospedale al Mare al Lido. Si tratta di un passaggio atteso e decisivo che, dopo anni di immobilismo, segna l’inizio concreto di una nuova stagione di rigenerazione urbana per uno dei luoghi più simbolici del nostro territorio.

Il progetto, che vede come protagonista l’imprenditore tedesco Frank Gotthardt, Ceo del gruppo CompuGroup Medical, prevede la nascita del Parco Tecnologico MARE, dedicato allo sviluppo dell’intelligenza artificiale applicata alla medicina digitale, con la creazione di uffici, laboratori, residenze, servizi per il personale e il recupero di due edifici storici come l’ex teatro Marinoni e la chiesa di Santa Maria Nascente. Una visione ambiziosa e coerente con l’idea di una città che sa unire innovazione, sostenibilità e memoria, e che restituisce al Lido una funzione moderna e strategica.

Le parole dello stesso Gotthardt, rilasciate in un’intervista pubblica, testimoniano il respiro e la serietà dell’intervento:

«Venezia non è solo un sogno che incanta il mondo: è un crocevia nel cuore d’Europa. Ma ciò che più mi ha conquistato è il Lido, con la sua qualità della vita e l’equilibrio raro tra natura, comunità e infrastrutture. È una scelta non solo imprenditoriale, ma anche di cuore».

 

«Se tutto andrà come previsto, i primi lavori partiranno già a novembre. Questo progetto può diventare un vero motore di sviluppo per il Lido, Venezia e l’intera Regione. Ma l’attività principale inizierà già entro sei mesi, con l’apertura degli uffici temporanei per sviluppare soluzioni digitali in ambito medico».

Un progetto, dunque, che non si limita a riqualificare un’area in abbandono, ma che guarda lontano, offrendo posti di lavoro qualificati, sinergie internazionali e una nuova centralità per il Lido nel contesto della trasformazione urbana della città metropolitana.

Azione Venezia sarà parte attiva e vigile in questo percorso: non basta l’approvazione formale, ora servono serietà nell’attuazione, rispetto dei tempi e pieno coinvolgimento della comunità locale. Il Lido ha atteso troppo. È il momento di voltare davvero pagina.

Paolo Bonafé – Segretario comunale Azione Venezia

Lido di Venezia: forte preoccupazione per le vicende giudiziarie che rischiano di bloccare i progetti di rilancio dell’isola

Azione Venezia: non si può permettere che il Lido paghi ancora il prezzo dell’instabilità e dell’incertezza

Come Azione Venezia esprimiamo profonda preoccupazione per le notizie emerse in questi giorni a seguito dell’inchiesta della Procura di Milano che coinvolge il fondatore e amministratore delegato di Coima, Manfredi Catella, figura centrale in numerosi progetti di rigenerazione urbana in Italia e anche a Venezia, dove il gruppo gestisce il fondo Lido di Venezia II con asset strategici come l’Hotel Excelsior, il Palazzo Marconi e soprattutto il Grand Hotel Des Bains.

Proprio nelle scorse settimane era stata accolta con favore la notizia dell’accordo tra Coima Sgr e gli istituti di credito per l’acquisto del 100% del debito pregresso legato al Des Bains e l’annuncio di un investimento da 200 milioni di euro per il suo completo restauro. Un passo importante che sembrava finalmente avviare il recupero di uno dei luoghi più iconici dell’isola, dopo anni di degrado, incertezza e promesse mancate.

Ora, lo scoppio dell’inchiesta e la richiesta di misura cautelare nei confronti di Catella gettano un’ombra pesante sul futuro di questo piano e sugli altri progetti collegati al rilancio dell’area, come l’assegnazione della spiaggia del Des Bains e il collegato piano di sviluppo immobiliare e turistico.

Temiamo un nuovo stallo che il Lido non può permettersi: la comunità ha già pagato troppo in termini di tempo perduto, occasioni sfumate e danni d’immagine. Servono chiarezza immediata, tutela degli interessi pubblici e una governance trasparente e affidabile che non lasci il destino di pezzi così importanti del nostro territorio appeso alle sorti giudiziarie di un singolo attore.

Azione Venezia chiede con forza che venga mantenuta la rotta dello sviluppo e della rigenerazione nel rispetto della legalità e delle procedure, ma senza tornare all’immobilismo e all’incertezza. I cittadini del Lido e dell’intera città di Venezia meritano risposte chiare, istituzioni presenti e un modello di sviluppo stabile, inclusivo e sostenibile.

Paolo Bonafé – Segretario comunale Azione Venezia

La pista ciclabile del Lido, una buona idea con qualche criticità: alcune proposte per migliorarla

72194

La manifestazione cittadina di ieri contro il progetto della pista ciclabile al Lido ha visto una partecipazione ampia e vivace: una lunga e chiassosa processione ha attraversato il Gran Viale, dando voce ad alcune criticità che in effetti il progetto solleva, lasciando però riemergere in alcuni momenti la postura da “partito del NO”, con toni tra l’apocalittico e l’indignato.

Azione Venezia rifiuta queste contrapposizioni sterili, condividendo che una pista ciclabile ben fatta, lungo tutto il Lido, è un’infrastruttura utile e necessaria anche – e soprattutto – per i residenti.

L’opportunità di acquisire il finanziamento del PNRR sollecita l’Amministrazione Comunale ad accelerare i tempi, senza però ripetere lo stesso errore fatto per il tram a Mestre,  dove per non perdere alcuni finanziamenti è stato progettato un intervento molto oneroso che l’esperienza ha dimostrato non ottimale.

 

In piena onestà dobbiamo dirci che il progetto presentato dal Comune evidenzia alcune criticità strutturali e di sicurezza, anche per l’eredità di scelte di giunte passate nell’illusione di considerare il restringimento della sede stradale come un deterrente contro la velocità. Purtroppo l’esperienza ha dimostrato che questo deterrente non ha funzionato ed anzi ha causato molti incidenti, perché spesso gli automobilisti superano comunque gli autobus in fermata invadendo l’altra carreggiata anche senza sufficiente visuale.

 

In questo senso la nuova pista ciclabile, lunga circa 11,5 km da S. Nicolò a Alberoni, presenta tratti estremamente problematici.

Oltre al restringimento della carreggiata su via S. Gallo, già trafficata e stretta, le criticità più gravi riguardano il tratto Malamocco – Alberoni, dove il tracciato proposto sottrae ulteriormente spazio a una sede stradale già critica in quanto unico collegamento tra i due siti.

Questo restringimento porterà inevitabilmente a un collo di bottiglia di oltre 4 km, aggravando una situazione già oggi critica per la sicurezza e la viabilità considerato che in questo tratto si concentrano numerosi istituti sanitari (ospedale, residenze sanitarie, strutture per anziani) con transiti tra autobus, ambulanze, mezzi di soccorso e veicoli privati.

Senza contare l’impatto potenziale sulle radici dei pini storici che costeggiano la laguna, il cui danneggiamento potrebbe aumentare il rischio di caduta degli alberi stessi.

 

Azione Venezia propone soluzioni alternative concrete, praticabili e più sostenibili:

  • Utilizzare e ampliare l’attuale passeggiata sui Murazzi, trasformandola in un percorso ciclopedonale adeguato e sicuro che potrebbe deviare il traffico delle biciclette da via Sandro Gallo, evitando il restringimento della carreggiata e migliorando la sicurezza per tutti gli utenti della strada.
  • Predisporre una passerella esterna alla riva tra Malamocco e Alberoni, che consenta la realizzazione della pista ciclabile senza intaccare la strada e senza danneggiare l’apparato radicale degli alberi. Questa soluzione, ovviamente, dovrà essere valutata in dialogo con l’Autorità della Laguna, trattandosi di uno sbalzo fuori dalla riva, ma rappresenterebbe un intervento rispettoso dell’ambiente e della viabilità. La pista ciclabile esterna al ponte della libertà né è già un esempio.

 

Chiediamo con forza all’Amministrazione Comunale di rivedere il progetto nel tratto Malamocco – Alberoni. Non si tratta di dire “no” alla ciclabile, ma di dire “sì” a una soluzione più sicura, sostenibile e coerente con il territorio.

 

Una buona idea merita un buon progetto. Questo per noi è migliorabile.

 

Paolo Bonafè Segretario Comunale – Azione Venezia

Alessandro Costantini – Delegato Mobilità e Viabilità

Giù le mani dalla Mostra del Cinema

2024-09-11 Corriere Veneto Giù le mani dalla mostra del cinema

 

2024-09-11 Nuova Venezia Giù le mani dalla mostra del cinema

 

2024-09-13 Gazzettino No al trasferimento Mostra a Mestre

2024-09-13 Gazzettino No al trasferimento Mostra a Mestre gen

La proposta (o meglio, la boutade) del Sindaco di portare in terraferma alcuni eventi collegati alla Mostra del Cinema per rispondere alle difficoltà logistiche evidenziate da Barbera colpisce per la superficialità e la totale assenza di senso.

Nel merito: perché “deportare” fuori contesto un singolo evento non impatta sui problemi strutturali denunciati da Barbera, spazi angusti per gli addetti ai lavori e ricettività per il pubblico. Problemi seri, da approcciare magari col il “riempire” i molti spazi vuoti nell’isola, certo non portando Richard Gere a Mestre per un bagno di folla. Ma soprattutto Brugnaro dimostra di non aver colto l’intima essenza di una Mostra del Cinema. Che ha natura di kermesse collettiva, di liturgia laica condivisa, di scambio partecipato di idee, impressioni, commenti a caldo e per questo impone unità di luogo. È come se in una chiesa traboccante di fedeli durante un’importante celebrazione, per ovviare alla concentrazione di folla si proponesse “allora facciamo l’omelia in piazza”. Non è certo una contrarietà a portare in terraferma eventi culturali, per esempio della Biennale o della Fenice, come ormai prassi consolidata. Ma non ha senso per la Mostra del Cinema.

Ma al di là della proposta insensata nel merito, colpisce la forma: quell’esaltare la grande folla che a Mestre accoglierebbe un grande film contiene il non detto, stucchevole, che la città d’acqua non è in grado di offrirla, questa grande folla. L’ennesima insensata contrapposizione di Brugnaro tra la città di terra, proiettata al futuro e dinamica e quella d’acqua, vista solo come vetrina (e vacca da mungere) con l’intento di strizzare l’occhio all’elettorato di terraferma ma, questa è la sgradevole impressione, quasi prendendoci gusto a irridere e insolentire i cittadini di Venezia e isole. Che saranno pochi e brontoloni ma hanno tutti i diritti di essere rispettati.

Ci pare peraltro che questo atteggiamento sia controproducente anche dal punto di vista del consenso complessivo per la sua parte politica (sono più i voti che perde a Venezia che quelli che guadagna in terraferma). Evidentemente, non potendo essere rieletto, la cosa gli interessa poco.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

https://www.facebook.com/share/g/aT3W9uDLHT5JVpyA/?mibextid=K35XfP

11 settembre 2024

Stop all’ abbattimento degli alberi in Gran Viale

L’azione di abbattimento di  centinaia di alberi del Lido per la risistemazione del Gran Viale S.M.Elisabetta, mi vede pienamente aderire alla  battaglia delle associazioni che su questo tema si sono mobiliate. Molteplici sono le motivazioni di questa civile protesta : il Lido ha una sua fisionomia e gli alberi del Gran Viale sono una parte di questo habitat; l’insensata  sostituzione degli attuali alberi, comporterebbe un’attesa di anni per ottenere una loro crescita significativa e un’adeguata ombreggiatura; la caduta della  Giunta Orsoni deve essere segno della chiusura della stagione dei progetti calati dall’alto in assenza una progettazione partecipata  con i cittadini.  Per il territorio del Lido è necessario avviare un processo di co-progettazione  per evitare il riprodursi di interventi che, fino ad oggi, hanno avuto impatti pesantemente negativi e che per questo  vale la pena qui  ricordare:  il Blue Moon, il buco del Palazzo del Cinema, il terminal e il piazzale di S.M.Elisabetta, le piste ciclabili di via Malamocco, il piano del traffico che prevede restringimenti di carreggiata e l’ anomala funzione dei bus quali  rallentatori di velocità. Desidero sottolineare che va posta fine alla logica per cui si devono realizzare opere in funzione ai  finanziamenti Bei ottenuti che altrimenti si perderebbero; se le risorse finanziarie sono utilizzabili solo per la realizzazione di progetti sbagliati, bisogna individuare strategie per cambiarne la destinazione e d’uso, o dobbiamo rinunciarci, piuttosto che deturpare definitivamente il profilo dell’Isola. Il progetto che prevede l’abbattimento degli alberi del Gran Viale è, nello specifico, motivato dai progettisti con la necessità del taglio delle radici per la posatura del nuovo sistema fognario, ma non è forse possibile trovare misure di contenimento delle stesse? Il diradamento degli alberi, due filari, invece di quattro, non valorizza di certo il viale  che, invece, potrebbe beneficiare di invertenti meno drastici: la cura dell’arredo urbano,  il rifacimento della  pavimentazione dei marciapiedi (ora quando piove vi sono pozzanghere enormi) e del manto stradale, magari con un lastricato che favorisca la trasformazione della carreggiata in isola pedonale per favorire la realizzazione  di eventi. Per trovare una soluzione  estetica è sufficiente recarsi agli Alberoni e percorrere la bellissima strada pedonale che, dal terminal ferry boat porta in via Droma: strada e marciapiede, fruiti forse da pochi, ma progettati in modo intelligente  e costruiti con materiali belli e durevoli. Non serve andare lontano per recuperare idee e soluzioni sicuramente replicabili.

Paolo Bonafe’
recapito: 3480920240
web: www.paolobonafe.it

nuova newco per gestione ferryboat

Le lamentele sollevate dalla cittadinanza al servizio ferry boat di Actv sono  purtroppo un problema che si ripete ciclicamente nei periodi di maggiore acceso  alle isole di Lido e Pellestrina. Sull’ argomento mi sono speso in passato sia  come amministratore che come utente e sono venuto ad una considerazione. Actv  per sua vocazione, purtroppo, non viene gestita come una societa’ di navigazione  ma come  una normale societa’ di Tpl  che ha anche un servizio di navigazione.   Mi spiego meglio. Una societa’ di navigazione ha come obbiettivo migliorare il  servizio e catturare sempre maggiore clientela, basa le sue azioni  imprenditoriali per mettere in atto strategie che vadano nella direzione di  catturare sempre maggiore traffico, ottimizzando i mezzi che impiega perché  siano sempre piu’ efficenti e capaci. Se poi ha un cantiere di riparazione di  proprieta’ la societa’ di navigazione cerca di ottimizzarlo cercando di  razionalizzare le risorse ed organizzarle perché sia produttivo e magari  realizzi degli utili, impiegandolo anche per le riparazioni e costruzioni di  mezzi per conto terzi. Inoltre cura la logistica a terra perché i terminal che  costruisce siano basati su criteri di efficenza, legata alla rapidita’ di  caricazione e di capienza ( oltre curare anche aspetti legati al confort e alla  accoglienza). Se vediamo invece il settore navigazione di Actv questo non  risponde a questi presupposti, tanto meno risponde ai presupposti sopra citati  il servizio ferryboat. Al Lido non esiste un terminal che si possa chiamare come  tale. Via Selva e’ una via trasformata in terminal che pero’ paga due aspetti.  Non e’ sufficientemente capiente nel tratto dalla  biglietteria alla zona di  carico per i nuovi ferryboat come il Lido di Venezia che trasportano piu’ mezzi  e soprattutto l’imbarco degli autoveicoli  incrocia una strada principale che ne  rallenta l’imbarco. Nella precedente giunta Cacciari si era studiata una  soluzione che prevedeva  la creazione di un terminal con parcheggio all’interno  dell’attuale campo sportivo ex lagunari utilizzato ora dalle giostre, ma la  scelta della mministrazione Comunle di destinare quello spazio come deposito  per i material di risulta della costruzione del Palazzo del Cinema ed ex area
Ospedale al Mare, ha fatto perdere quell’occasione e anche la possibilita’ dei
fondi che allora c’erano ed oggi non piu’. Altra soluzione ancora in campo
sarebbe quella di arretrare la biglietteria per allungare le due colonne di
imbarco su via Selva, ma sarebbe comunque una soluzione precaria. Quindi primo  aspetto che una societa’ di navigazione avrebbe curato e’ il terminal, chiedendo  gia’ nel passato la concessione delle aree direttamente al demanio e alla  Agenzia del Ministero Difesa che cura la vendita delle aree ex
militari.  Secondo aspetto che una societa’ di navigazione valuta nel suo piano industriale e’ quello che non sempre e’ necessario :avere mezzi nautici di
proprieta’ , che bisogna anche ammortizzare e nel tempo diventano superati dalle  esigenze di mercato, ma che nel mercato navale ci possono essere mezzi che si  possono noleggiare a “scafo nudo” ( e oggiper la crisi anche a buon prezzo),  magari come implemento della flotta nei momenti di maggiore necesita’ di  carico.
Terzo aspetto, una societa’ di navigazione applica il contratto dei
marittimi che prevede specifiche professionalita’ ma che  ha anche dei costi
diversi. (sulle navi le manutenzioni di routine vengono effettuate dal personale  imbarcato).
Quarto aspetto, una societa’ di navigazione opera sulla leva
delle tariffe per incentivare ed attirare  clientela.
Quindi la proposta
di esternalizzare il servizio ferryboat potrebbe essere una soluzione che va
nella direzione giusta fatte salve queste premesse.

Inoltre una societa’  privata  puo’ operare sul mercato per studiare anche nuovi collegamenti, oltre a  quello Lido Tronchetto. Allo scopo organizzai come Associazione Laboratorio  Venezia di cui sono Presidente  un partecipato convegno  pubblico  nel 2006  presso Hotel Hungaria, al cui tavolo dei relatori feci  sedere amministratori di  Actv, Vela, imprenditori e tecnici del settore e nel quale convegno furono  proposti  alcuni  studi di fattibilita’ per la  tratta Pellestrina Alberoni –  Giare di Mira, e Pellestrina –  Chioggia. Quest’ultimo collegamento realizzabile  in tempi brevi e che aveva visto il favore  della  imprenditoria cantieristica  locale, ma  cassato dalla allora gestione manageriale della aziendale.  Tutte  linee che  Permetterebbero di collegare le isole direttamente con la Romea by  passando il  ponte della Liberta’ e l’innesto sulla Romea.

Nota poi  dolente le manutenzioni. Una societa’ di navigazione non puo’ permettersi di  tenere una nave ferma piu’ di un mese, anche se sono previsti importanti lavori  di ristrutturazioine o manutenzionene, perche’ la nave e’ la primaria  fonte di  guadagno e quando e’  ferma diventa solo una fonte di perdita economica e di  costi di gestione. Per la mia esperienza trentennale nel settore., vi posso  assicurare che i tempi di una sosta normale  di un ferryboat Actv, che puo’  essere anche di parecchi mesi,  una nave la effettua solo a seguito o a causa di  una grave avaria .

Comprendendo le preoccupazioni dei lavoratori  ritengo  che anche la stessa ACTV   potrebbe gestire meglio il servizio e renderlo  redditizio. Non certamente con l’attuale struttura societaria ma creando una  newco con imprenditori privati ed armatori, che abbia in carico non solo la  gestione dei mezzi e del personale preposto, ma  anche la manutenzione di quei  mezzi. Con questa ipotesi i ricavi  verrebbero introitati da  Vela che  gestirebbe  la vendita dei titoli di viaggio tramite la propria rete di vendita  utilizzando pero’ nuove metodologie e tecniche commerciali  e Actv pagherebbe il  servizio con uno storno di una quota del ricavato, concordando con la newco un  costo standard  legato alle corse effettuate o alle ore di moto o concordando un  contratto di servizio.
Cordiali saluti
Cap. Paolo
Bonafe’
348.0920240

Lido: Informazione e partecipazione per contrastare la voglia di separazione

L’opinione pubblica assiste ciclicamente alla richiesta, avanzata da alcuni cittadini, di separazione del Lido da Venezia, proposta che decade automaticamente ogni volta per l’assenza di condizioni di fattibilità e di senso. Eppure questo segnale di malessere, che al di là della provocazione, non riesce a tradursi in una spinta progettuale, va colto come richiesta di maggiore attenzione e stimolo per sviluppare una riflessione collettiva, sullo stato dell’arte della progettazione che investe l’isola.
In questo momento il Lido è interessato da una pluralità di interventi, evidenziati dai numerosi cantieri aperti, e da una programmazione di lavori che dovrebbe finalmente garantire: la ultimazione del sistema fognario, il rifacimento delle rive dei canali e delle rive di sponda, la realizzazione della nuova Piazza Sant’Antonio e di piste ciclabili, la riqualificazione del borgo storico di Malamocco (anche se su questo intervento ci sono forti proteste da parte dei cittadini) e dell’Aeroporto Nicelli.
Gli investimenti futuri riguarderanno l’area non sanitaria dell’Ospedale al Mare, la costruzione del nuovo Palazzo del Cinema, ma anche la riqualificazione del Gran Viale e del Piazzale S. M.Elisabetta, con la realizzazione del nuovo terminal e una strutturazione della zona, quale qualificata porta di accesso all’isola.
Un nodo sicuramente cruciale è rappresentato dal sistema dei trasporti, sempre al centro di un dibattito anche aspro. Il servizio automobilistico, interno all’ isola, appare soddisfacente, sia per la qualità del servizio offerto che per il numero dei mezzi impiegati, è su Pellestrina che si devono integrare alcune corse, vi è però in corso il miglioramento del servizio per la corsa delle 4.10 con la sistemazione di due bus Menarini atta a garantire un maggior numero di posti a sedere. Per quanto concerne, invece, il settore navigazione, questo rappresenta l’ambito in cui si rileva la maggiore insoddisfazione da parte dei cittadini, che hanno aumentato, in termini qualitativi e quantitativi, la loro richiesta di mobilità. In questo settore sono già previsti importanti investimenti mirati ad una migliore organizzazione dei servizi: un progetto previsto nel Piano Industriale ACTV e già approvato dal CDA (ed avviato alla fase realizzativi) è quello della riorganizzazione del servizio da e per Venezia/Puntasabbioni (linea LN). E’ prevista la costruzione di 10 motobattelli foranei da 410 persone (dotati di impianti di condizionamento /riscaldamento), sei dei quali già in fase di gara, che andranno a sostituire le vecchie motonavi, ricalibrando il servizio e portandolo dalla frequenza dei trenta minuti, a quella dei 15 minuti, compensando la maggiore capacità delle motonavi con l’utilizzo di più motobattelli nelle ore di punta. Il Nuovo terminal permetterà inoltre di avere un approdo di sosta per i bis che si rendessero necessari nelle ore di punta. A tutto ciò si unisce la disposizione emanata su richiesta dell’Amministrazione Comunale di non far più pagare la Carta Venezia ai residenti e da ultimo l’approvazione di un emendamento al bilancio comunale per non far pagare il biglietto agli over 75 anni.
Se le trattative attualmente in corso tra Comune e Autorità Portuale andranno a buon fine, ACTV avrà la possibilità di far approdare a Santa Marta sia i MOTOBATTELLI che i FERRY BOAT provenienti dal Lido, così da creare in questa area una zona di interscambio acqua/ferro con il TRAM, realizzando l’obbiettivo di diminuire i tempi di percorrenza e di intensificare il servizio offerto. Unitamente a questi progetti vi è quello di potenziamento delle linee 1 e 82, soprattutto nel periodo estivo.
Personalmente auspicherei che l’Amministrazione Comunale assieme ad ACTV potesse prevedere dei collegamenti Hovercraft (mezzi veloci, insonorizzati ed ecologici, perché euro4) con Chioggia, Jesolo e tra Tessera ed Arsenale, oltre alla apertura di un collegamento Ferry Boat (solo merci e solo per alcune corse) tra Pellestrina e Chioggia (così come avevo spiegato nella specifica Tavola Rotonda organizzata sul tema e svoltasi lo scorso 24/6/2006 al Lido), ma questo a tuttoggi resta un mio sogno nel cassetto che penso potrà realizzarsi, però, in un prossimo futuro.
Da tutto quanto esposto, risulta che oggi il Lido sia un’area obiettivo su cui insiste una azione concreta di interventi e una dimensione progettuale fortemente orientata. Eppure, nel sentire comune, si percepisce ancora un senso di abbandono da parte dell’Amministrazione e delle Aziende pubbliche, che sfocia anche in queste richieste di separazione amministrativa dal resto della città, come possibile soluzione ai problemi avvertiti. Questo mette in luce la necessità di percorrere nuove strade nell’elaborazione ed attuazione delle politiche pubbliche: la finalità generale da perseguire deve essere quella di favorire l’attivazione di processi che facilitino “le forme del partecipare” dei cittadini alla vita della città; in grado di rinsaldare il rapporto cittadini-istituzioni, mediante un’azione innovativa che ponga effettivamente al centro i cittadini, non più considerati semplici utenti, destinatari di interventi, ma piuttosto attori dei processi. Tutto ciò si può realizzare attraverso: attività condivise di progettazione partecipata, il riconoscimento delle diverse risorse presenti nel territorio, la valorizzazione dei saperi e delle competenze.
Se è autentico il proposito di raccogliere quest’ultima sfida, auspico che questo processo sia attivabile da subito, attraverso l’apertura di un tavolo di partnership allargata, quale cabina di regia, garante della definizione di strategie condivise e di monitoraggio progettuale.

Cap. Paolo Bonafe’
Consigliere CDA ACTV – Venezia

Lido: Informazione e partecipazione per contrastare la voglia di separazione

L’opinione pubblica assiste ciclicamente alla richiesta, avanzata da alcuni cittadini, di separazione del Lido da Venezia, proposta che decade automaticamente ogni volta per l’assenza di condizioni di fattibilità e di senso. Eppure questo segnale di malessere, che al di là della provocazione, non riesce a tradursi in una spinta progettuale, va colto come richiesta di maggiore attenzione e stimolo per sviluppare una riflessione collettiva, sullo stato dell’arte della progettazione che investe l’isola.
In questo momento il Lido è interessato da una pluralità di interventi, evidenziati dai numerosi cantieri aperti, e da una programmazione di lavori che dovrebbe finalmente garantire: la ultimazione del sistema fognario, il rifacimento delle rive dei canali e delle rive di sponda, la realizzazione della nuova Piazza Sant’Antonio e di piste ciclabili, la riqualificazione del borgo storico di Malamocco (anche se su questo intervento ci sono forti proteste da parte dei cittadini) e dell’Aeroporto Nicelli.
Gli investimenti futuri riguarderanno l’area non sanitaria dell’Ospedale al Mare, la costruzione del nuovo Palazzo del Cinema, ma anche la riqualificazione del Gran Viale e del Piazzale S. M.Elisabetta, con la realizzazione del nuovo terminal e una strutturazione della zona, quale qualificata porta di accesso all’isola.
Un nodo sicuramente cruciale è rappresentato dal sistema dei trasporti, sempre al centro di un dibattito anche aspro. Il servizio automobilistico, interno all’ isola, appare soddisfacente, sia per la qualità del servizio offerto che per il numero dei mezzi impiegati; ritengo però che potrebbe essere integrato con una linea di minibus elettrici, che garantiscano un collegamento fra le reti stradali più interne e le strutture sanitarie, gli uffici pubblici e i supermercati, così da garantire il diritto alla mobilità alle persone anziane e diversamente abili. Per quanto concerne, invece, il settore navigazione, questo rappresenta l’ambito in cui si rileva la maggiore insoddisfazione da parte dei cittadini, che hanno aumentato, in termini qualitativi e quantitativi, la loro richiesta di mobilità. In questo settore sono già previsti importanti investimenti mirati ad una migliore organizzazione dei servizi: un progetto già approvato e avviato alla fase realizzativa è quello della riorganizzazione del servizio da e per Venezia/Puntasabbioni (linea LN). E’ prevista la costruzione di 10 motobattelli foranei da 410 persone (dotati di impianti di condizionamento /riscaldamento) che andranno a sostituire le vecchie motonavi, ricalibrando il servizio e portandolo dalla frequenza dei trenta minuti, a quella dei 15 minuti, compensando la maggiore capacità delle motonavi con l’utilizzo di più motobattelli nelle ore di punta. A ciò si unisce la disposizione emanata su richiesta dell’Amministrazione Comunale di non far più pagare la Carta Venezia ai residenti.
Inoltre, le trattative aperte tra Comune e Autorità Portuale, garantiranno ad ACTV di approdare con i motobattelli a Santa Marta, così da creare un interscambio acqua/ferro con il TRAM. Una ulteriore ipotesi di lavoro, sarebbe mirata ad ottenere la possibilità di attracco a S.Basilio/S.Marta anche per i ferry-boat, con il vantaggio di diminuire i tempi di percorrenza e intensificare il servizio.
Unitamente a questi progetti vi è quello di potenziamento delle linee 1 e 82, soprattutto nel periodo estivo, mentre nel Piano industriale viene già programmata la costruzione (in aggiunta ai 10 foranei) anche di tre nuovi battelli (anch’essi condizionati e riscaldati) da impiegare su queste due linee.
A tali interventi poi auspicherei che l’Amministrazione Comunale assieme ad ACTV potesse prevedere dei collegamenti Hovercraft (mezzi veloci, insonorizzati ed ecologici, perché euro4) con Chioggia, Jesolo e tra Tessera ed Arsenale, oltre alla apertura di un collegamento Ferry Boat (solo merci e solo per alcune corse) tra Pellestrina e Chioggia, così come avevo spiegato nella specifica Tavola Rotonda organizzata sul tema e svoltasi lo scorso 24/6/2006 al Lido.
Da tutto quanto esposto, risulta che oggi il Lido sia un’area obiettivo su cui insiste una azione concreta di interventi e una dimensione progettuale fortemente orientata. Eppure, nel sentire comune, si percepisce ancora un senso di abbandono da parte dell’Amministrazione e delle Aziende pubbliche, che sfocia anche in queste richieste di separazione amministrativa dal resto della città, come possibile soluzione ai problemi avvertiti. Questo mette in luce la necessità di percorrere nuove strade nell’elaborazione ed attuazione delle politiche pubbliche: la finalità generale da perseguire deve essere quella di favorire l’attivazione di processi che facilitino “le forme del partecipare” dei cittadini alla vita della città; in grado di rinsaldare il rapporto cittadini-istituzioni, mediante un’azione innovativa che ponga effettivamente al centro i cittadini, non più considerati semplici utenti, destinatari di interventi, ma piuttosto attori dei processi. Tutto ciò si può realizzare attraverso: attività condivise di progettazione partecipata, il riconoscimento delle diverse risorse presenti nel territorio, la valorizzazione dei saperi e delle competenze.
Se è autentico il proposito di raccogliere quest’ultima sfida, auspico che questo processo sia attivabile da subito, attraverso l’apertura di un tavolo di partnership allargata, quale cabina di regia, garante della definizione di strategie condivise e di monitoraggio progettuale.

Paolo Bonafe’
Consigliere CDA ACTV

Perchè non creiamo al Lido una Istituzione dei Parchi e del verde Pubblico

Il Lido di Venezia, per le caratteristiche ambientali che lo caratterizzano, dovrebbe essere un isola a dimensione di bambino, data la presenza di molte aree verdi dove poter giocare. Questo però non è sempre possibile perché, malgrado le numerose richieste presentate da cittadini e anche dal sottoscritto, sotto forma di interrogazioni, quale consigliere comunale della passata consigliatura, sono solo due i parco giochi dell’Isola e cioè quello delle QUATTRO FONTANE (che però resta ancora inagibile a causa dei continui lavori al quale è sottoposto) e quello dell’Ex LUNA PARK. Questi due parchi sembra, però, che non posseggano tutti i requisiti di sicurezza previsti per l’uso dei giochi e per tale motivo, nel passato, sono state raccolte petizioni per metterli in sicurezza.
Queste non sono, però, le uniche aree verdi del Lido, ve ne sono altre che potrebbero essere attrezzate a parco giochi, vedi l’area ex Canadà a Malamocco, i giardini del Piazzale La Fontane, i giardini di Ca’ Bianca, l’area verde prospiciente la chiesa di Sant’Ignazio, i giardini del Casino’ e l’area di Piazzale RAVA’. Purtroppo sembra non esistere una struttura comunale che coordini per il Lido i parchi e le aree verdi e VESTA dimostra una certa difficoltà nel coordinare le molteplici funzioni ad essa attribuite. Manca soprattutto l’attenzione nella ricerca di nuovi giochi che sono già presenti sul mercato.
Per cercare di intervenire per risolvere questo problema feci in passato una proposta che ritengo tutt’ora valida e cioè quella di promuovere, assieme alla Municipalità del Lido o tramite la stessa, un organismo partecipativo che veda la presenza delle Associazioni ambientaliste e dei cittadini fruitori dei parchi (anziani e genitori), la quale abbia il compito di monitorare la situazione dei parchi, ne definisca le priorità di intervento e promuova una cultura di responsabilizzazione da parte dei fruitori. Una specie di Consulta dei Parchi e del Verde Pubblico del Lido organica alla Municipalità del Lido e da questa “ascoltata” per la “mission” alla quale viene demandata. Sicuramente questo organismo permetterà ai cittadini di non sentirsi scavalcati dalle istituzioni, agevolerà il dialogo e la costituzione di quei comitati che diverranno i soggetti interlocutori per la soluzione delle problematiche specifiche di quella parte del territorio (per il parco delle Quattro Fontane esiste già un comitato di genitori), agevolando così la partecipazione attiva e fattiva del cittadino nella politica del territorio dove risiede.

Paolo Bonafe’
Presidente Laboratorio Venezia

La creazione di un nuovo Polo Culturale-Congressuale e di un Polo Sanitario per il rilancio del Lido di Venezia

Mi permetto di intervenire sulle polemiche che anche quest’anno sono arrivate puntuali alla fine della mostra del Cinema. Da anni si parla del nuovo palazzo del cinema e dobbiamo dare merito al Governo cittadino con il Sindaco Cacciari in testa, alla Municipalità, alla Biennale, alla ASL, alla Regione e al Governo nazionale di aver innescato quel meccanismo virtuoso che, grazie alla sinergia tra più soggetti pubblici e i privati, possa prevederne la realizzazione.
In questo contesto ritengo debba inserirsi anche la riorganizzazione sanitaria, congressuale e dell’arredo urbano del Lido. L’area dell’ Ex Ospedale al Mare per la sua particolare conformazione e localizzazione si presta a divenire oltre che Cittadella del Cinema, anche una Cittadella della Cultura e un Polo Congressuale che coniughi assieme non solo La Mostra del Cinema che dura non più di un mese all’anno, ma che possa essere luogo dove, durante gli altri undici mesi dell’anno, si organizzino importanti occasioni congressuali gestite dalla Società a partecipazione comunale LIDO Eventi e Congressi ma anche importanti iniziative culturali legate all’arte, alla letteratura e alla musica gestite dalla Biennale e dal Comune.
Questo comporterebbe un doppio vantaggio. L’area in questione è di pregio sia perché è posta all’interno del centro del Lido sia perché è racchiusa divenendo facilmente controllabile, sia per quanto concerne i flussi, sia per quanto concerne la sicurezza. Con questo passaggio si libererebbero sia l’area dove attualmente è collocato il polo congressuale e la mostra del cinema, cioè il Piazzale del Casinò e i due Palazzi del Cinema ed ex Casinò, sia l’area dove attualmente insiste il monoblocco, i laboratori di analisi e radiologici, la piscina e gli uffici ASL. I benefici per la popolazione sarebbero molteplici. Per quanto concerne l’area antistante l’Ex Casinò questa non verrebbe più requisita ogni anno, causando l’isolamento dei residenti delle vie limitrofe, lo stravolgimento del traffico e l’immancabile intasamento di via Sandro Gallo.

Grazie ad un arredo urbano qualificato quest’area potrebbe trasformarsi nella nuova “Piazza del Lido”, cioè quel luogo di aggregazione sociale di cui si sente la mancanza e che non può essere Piazzetta Lepanto,troppo piccola e mal strutturata. Penso quindi a una grande Piazza con al centro una grande fontana dalla quale si diramino dei viottoli nel verde che arrivino fino agli attuali Giardini del Casinò, che hanno una forma scoscesa su due livelli tipo collinetta, eliminando sia la ringhiera e muretto che li delimita, sia la pavimentazione di cemento che è posta ai piedi dell’area alberata difronte ai bar, oggi utilizzata come parcheggio.

In quest’ottica si potrebbero ripensare all’uso dei due palazzi del Cinema e del Casino e magari con un po’ di coraggio si potrebbe anche pensare ad una loro demolizione, visto che non capisco perché il Lido non possa avere un Parco attrezzato come quello di San Giuliano (che è diventato un’importante luogo di incontro e di gita domenicale per i Mestrini), dove le mamme possano portare i bambini a giocare tra loro e gli adulti possano fare jogging. Il tutto “condito” con le due piste ciclabili che da anni aspettiamo e cioè: quella che dovrebbe unire l’area dell’Ex Ospedale al Mare con il Piazzale del Casinò e quella che dovrebbe percorrere Lungomare Marconi, dal Casinò fino alla rotatoria di via Colombo, per poi innescarsi con la Pista ciclabile quella che dovrebbe percorrere tutta via Sandro Gallo, fino agli Alberoni.
Legando queste opere ad un miglioramento dell’arredo urbano e del verde pubblico dei due lungomari così da permettere anche una migliore visione del mare.

Con il cambio d’uso dell’area Ex Ospedale ci si potrà finalmente “scrostare” di dosso la falsa ideologia che per tanti anni ha relegato il tema della sanità al Lido ad una mera battaglia di posizione tra politici locali. Dobbiamo dirci con tutta franchezza che non è vero che non esiste un polo sanitario di qualità al Lido, ovvero non è vero che non ne potrebbe esistere uno. Infatti questo polo sanitario è già oggi formato dalle strutture degli Istituti S.Camillo, Carlo Stebb e Stella Maris, questo ultimo ancora chiuso e senza una destinazione definita. Basterebbe quindi avere un po’ di coraggio e trasferire la Piscina talassoterapica, l’Elisoccorso, il Punto di Primo intervento con i relativi due letti di terapia subintensiva, i laboratori e gli uffici ASl con la trasformazione dei 20 letti di lungodegenza in letti ospedalieri, per creare un polo sanitario che serva, oltre alle popolazioni di Lido e di Pellestrina (che già ora sommate arrivano alle 25 mila unità), anche la popolazione non stanziale e turistica che ogni anno nei mesi più caldi affolla il Lido e che sfiora le oltre centomila unità. Vi sono ulteriori due fattori che propendono a favore di questa “causa”, il primo è la recente nascita della Croce Bianca del Lido e il secondo è che noi lidensi dobbiamo pretendere che se vengono investiti oltre 100 milioni di euro per un nuovo e avveniristico Palazzo del Cinema allora si possono trovare le risorse per la creazione di un polo sanitario all’altezza visto che avere una sanità qualificata al Lido diventa un biglietto da visita che può essere speso sia dagli organizzatori della Mostra del Cinema, ma anche dagli Albergatori locali, eppoi visto che la maggior parte dei lidensi non vive e non guadagna grazie al cinema e al turismo è giusto che questa fetta di popolazione venga “ricompensata in qualità sanitaria” dei disagi che subisce direttamente od indirettamente.

Il rilancio del Lido sarebbe allora compiuto e diverrebbe conseguente sia il miglioramento del sistema dei trasporti che la richiesta di nuova residenza, così da innescare un trend positivo che poterà sia ad un miglioramento dell’economia che della qualità di vita delle due isole, oggi unite in un unica Municipalità

Paolo Bonafe
Presidente Laboratorio Venezia