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“Leggi speciali” per Venezia –  obiettivi concreti e non chimere lontane

 Azione non partecipa alle sterili polemiche tra le due coalizioni di centrodestra e di centro sinistra su quale sia stato il partito che in passato sia stato il responsabile dei meriti o delle colpe degli interventi legislativi del governo nazionale a tutela di Venezia, ma guarda al futuro con l’intento di perseguire obiettivi concreti e raggiungibili in tempi ragionevoli.

Proprio perché fedele ai suoi principi di pragmatico realismo, Azione è scettica sulla richiesta rilanciata in questi giorni di ricorrere a modifiche costituzionali a tutela di Venezia che, se in astratto condivisibile, è però nel concreto difficilmente percorribile e comunque in tempi assai lunghi, che la città non può aspettare.

Riteniamo più efficace proporre iniziative di leggi ordinarie che, a valere sulle facoltà consentite dall’art. 119 della Costituzione, indirizzino lo Stato a destinare risorse aggiuntive ed  interventi speciali a tutela dell’inestimabile valore storico-artistico ed ambientale di Venezia, la cui salvaguardia passa necessariamente per il mantenimento di una residenzialità locale viva e dinamica.

Occorre partire da un rifinanziamento adeguato e stabile della Legge speciale del 1973, nella consapevolezza però che gli stanziamenti del bilancio statale difficilmente potranno arrivare alla chimera dei 150 milioni annui che ottimisticamente il Consiglio comunale aveva chiesto

Ma quel che Azione chiede non sono solo risorse finanziarie, ma un insieme di  interventi legislativi mirati, che chiamiamo le “Leggi speciali” per Venezia, con le quali attribuire all’amministrazione comunale di Venezia la possibilità di approvare Regolamenti anche in deroga alle norme nazionali, su un ampio spettro di materie in cui la specificità della città va affrontata con regole diverse da quelle che si applicano nel resto del territorio nazionale.

Si pensi ad esempio alla tutela delle botteghe artigiane e del piccolo commercio, in deroga alle liberalizzazioni indiscriminate delle licenze, ma anche all’applicazione di norme penali su reati specifici per la città quale il borseggio, anche in deroga alla legge Cartabia.

O ancora all’introduzione di una norma che autorizzi il Sindaco a chiudere gli accessi alla città ove si superi un determinato numero di arrivi, o che chiarisca definitivamente che i Comuni ad alta vocazione turistica possono imporre una tassa di imbarco rimborsabile ai residenti, e non solo negli aeroporti ma anche alle navi ed ai treni ad alta velocità.

C’è già un precedente esempio di legge ordinaria a cui richiamarsi: la norma (art. 37 bis del d.l. n. 50/2022) che ha dato al Comune di Venezia, unico in Italia, la possibilità di introdurre regole e limitazioni alle locazioni brevi. Replichiamolo per altre esigenze vitali per la città.

Per fare questo la nuova amministrazione comunale veneziana dovrà avere una visione strategica che coordini in un quadro organico le misure legislative da chiedere al Governo nazionale per rafforzare i poteri di intervento a tutela della città.

 

Ma una volta ottenuti i poteri regolamentari l’amministrazione comunale dovrà dimostrare di saperli esercitare, dotandosi di una classe politica caratterizzata da competenza,  credibilità e capacità di iniziativa.

E proprio l’esempio citato della norma sugli affitti brevi non depone a favore della capacità dell’attuale amministrazione comunale di utilizzare i poteri attribuitigli dalla legge: a distanza di tre anni dalla legge e di circa un anno dalla proposta di delibera avanzata dalla Giunta il Regolamento sulle locazioni brevi non è ancora stato approvato dal Consiglio comunale ed è scomparso dal dibattito politico.

Pur condividendo che questo nuovo Regolamento non darà un significativo aiuto all’obiettivo vitale di tutelare la residenzialità, è comunque necessario che con la sua approvazione Venezia dimostri di saper utilizzare i poteri attribuitigli da Roma, altrimenti non sarà credibile quando ne chiederà di nuovi.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale Azione Venezia

Paolo Diprima – Delegato Enti partecipati e legge speciale

Difendere la PAC (Politica Agricola Comune) significa difendere Venezia e i suoi territori

https://www.chioggiaazzurra.it/web/site/dettaglio?art=7884&t=DIFENDERE+LA+PAC+SIGNIFICA+DIFENDERE+VENEZIA+E+I+SUOI+TERRITORI

La Politica Agricola Comune, la PAC, è molto più di un insieme di sussidi europei: è una colonna portante dell’identità produttiva, culturale e ambientale del nostro continente. Anche per Venezia e la sua terraferma, la PAC è uno strumento essenziale per sostenere le aziende agricole, preservare il paesaggio, garantire la qualità del cibo che arriva sulle nostre tavole e mantenere vivo un presidio sociale in molte aree del nostro territorio. Per questo guardiamo con grande preoccupazione alla proposta della Commissione Europea di inglobare la PAC all’interno di un generico “Fondo Unico Europeo”. Una riforma che, se attuata, rischia di indebolire profondamente il sostegno al comparto agricolo, riducendo i finanziamenti del 20-30%, cancellando le specificità del settore e mettendo in competizione risorse e priorità del tutto eterogenee.

Come Azione Venezia, condividiamo le ragioni della mobilitazione della CIA – Confederazione Italiana Agricoltori e riteniamo che sia necessario unire le forze a tutti i livelli istituzionali per respingere una proposta che va contro gli interessi dei produttori, dei consumatori e dei territori. La PAC ha bisogno di essere rafforzata, non diluita. Ha bisogno di essere più equa, più sostenibile, più vicina ai bisogni reali del mondo agricolo. Non ha bisogno di essere smantellata o trasformata in un fondo indistinto che rischia di ignorare le esigenze di chi ogni giorno lavora la terra.

Anche a Venezia, in un contesto complesso come quello lagunare, l’agricoltura rappresenta una risorsa fondamentale. Parliamo di aziende che resistono tra mille difficoltà, che presidiano zone fragili, che valorizzano la produzione di qualità e tutelano il paesaggio. Se queste imprese venissero abbandonate, se le risorse europee venissero tagliate, a pagarne il prezzo sarebbero tutti: cittadini, comunità, ambiente. Per questo, come Paolo Bonafé, segretario comunale di Azione Venezia, e Mauro Memo, vicesegretario e delegato alle attività produttive, esprimiamo il nostro sostegno pieno e convinto all’ordine del giorno promosso dalla CIA. Un appello chiaro che chiede di:

  • difendere l’autonomia finanziaria della PAC,
  • garantire fondi certi e adeguati agli agricoltori,
  • opporsi alla concorrenza sleale e alla diffusione di cibi sintetici,
  • tutelare la specificità delle produzioni locali e delle nostre filiere.

L’Europa è nata anche nei campi. La sua coesione e la sua sicurezza alimentare dipendono da un’agricoltura forte, giusta e sostenibile. Non possiamo accettare di sacrificare questo patrimonio sull’altare di una logica meramente contabile. Serve una visione politica che metta al centro il cibo, i territori, le persone. E serve ora.

Paolo Bonafé – Vice segretario metropolitano Vicario, Segretario comunale Azione Venezia e Delegato su Chioggia

Mauro Memo – Vicesegretario Azione Venezia – Delegato alle attività produttive

Le spiagge del territorio metropolitano di Venezia tra le eccellenze italiane del turismo balneare

Le spiagge della provincia di Venezia continuano a distinguersi come riferimento di qualità, bellezza e innovazione nel panorama del turismo balneare nazionale. I recenti riconoscimenti assegnati nell’ambito della Guida ai migliori Beach Club d’Italia 2025, curata dal giornalista Andrea Guolo e dalla scrittrice Tiziana Di Masi, confermano la vitalità di un comparto strategico per l’economia e l’identità del nostro territorio.

Tra le eccellenze premiate, spicca il Des Bains 1900 del Lido di Venezia, uno degli stabilimenti storici più iconici d’Italia. Inserito nella Top Beach Club 2025, ha ricevuto il “Best Design Beach Club Veneto” e il prestigioso “Best Heritage Award” per la sua capacità di rappresentare una perfetta sintesi tra storia e modernità. La guida lo celebra come una “location che unisce presente e passato, cultura e glamour, capanne e lettini”, e sottolinea anche il valore culturale dello stabilimento, che ispirò Thomas Mann nel suo celebre Morte a Venezia. Il Des Bains è oggi un simbolo del patrimonio culturale balneare della regione. Accanto al Des Bains, si distingue anche la spiaggia dell’Hotel Excelsior, sempre al Lido, anch’essa premiata per il miglior design della regione, e capace di offrire una proposta di ospitalità elegante, radicata nella storia e proiettata verso il futuro.

Sul litorale sud della provincia, importanti riconoscimenti sono arrivati per Sottomarina e Isola Verde, che confermano il ruolo centrale della costa clodiense nel turismo veneto. Lo stabilimento Stella Maris ha ottenuto il Best Quality and Sustainability Beach Club Veneto 2025 per l’attenzione all’inclusività, alla sostenibilità ambientale e alla qualità dei servizi. Un modello di accoglienza accessibile, innovativa e solidale che merita attenzione e sostegno.

Sempre a Isola Verde, lo stabilimento Sabbia e Sale è stato premiato con il Best Beach Restaurant Veneto 2025 per l’eccellenza gastronomica e l’integrazione tra buona cucina e paesaggio costiero.

Nel complesso, sono 18 le strutture venete selezionate nella guida tra oltre 300 stabilimenti italiani visitati. Di queste, numerose si trovano nel nostro territorio metropolitano, da Caorle a Cavallino Treporti, da Jesolo a Rosolina Mare. È un risultato che conferma la validità del modello imprenditoriale locale, fatto di investimenti continui, cura del dettaglio, rispetto per l’ambiente e capacità di innovare.

Non mancano tuttavia elementi su cui riflettere. Il caso segnalato dai gestori dello stabilimento degli Alberoni, impossibilitati a organizzare una proiezione cinematografica per difficoltà burocratiche e per richieste sproporzionate rispetto ad attività analoghe svolte in contesti simili, riporta al centro l’esigenza di maggiore chiarezza e uniformità nei procedimenti autorizzativi, soprattutto in aree ambientali di pregio. La tutela della biodiversità e delle oasi naturali, come quella degli Alberoni, è una priorità, ma deve poter convivere con iniziative culturali sostenibili e rispettose, che arricchiscono l’offerta del territorio.

I risultati di questi giorni dimostrano che il nostro litorale possiede le energie, le professionalità e la visione per continuare a crescere, migliorarsi e rappresentare una delle principali destinazioni balneari d’Europa.

Paolo Bonafè - Segretario Comunale e vice Segretario Metropolitano Vicario di Azione Venezia

Dazi USA, Europa sotto pressione: serve una strategia comune per difendere imprese, lavoro e autonomia industriale

Le prospettive di una nuova stagione di dazi imposti dagli Stati Uniti sotto una presidenza Trump pongono l’Unione Europea e l’Italia davanti a una sfida cruciale. Come riportato oggi da La Stampa (Marco Bresolin), l’UE starebbe valutando un accordo che fissi un dazio orizzontale al 15% su quasi tutte le esportazioni europee verso gli USA, comprese le automobili, per evitare l’escalation commerciale minacciata dall’ex presidente. Un’intesa che, formalmente, stabilizzerebbe lo status quo attuale – con tariffe già in vigore a seguito dei precedenti aumenti unilaterali americani – ma che rischia di diventare una resa mascherata a logiche unilaterali.

Anche il Sole 24 Ore, con l’analisi di Claudio De Vincenti e Marcello Messori, evidenzia il vero nodo politico: Trump non usa i dazi solo come misura economica, ma come leva geopolitica per indebolire i partner e rafforzare la propria base industriale interna. In questo scenario, la UE non può rispondere con mediazioni deboli, ma con una strategia all’altezza della posta in gioco.

Per l’Italia, fortemente esposta sul fronte dell’export e delle filiere ad alta qualità, le conseguenze di uno scontro commerciale sarebbero gravissime. Settori come l’agroalimentare, l’automotive, il lusso e la meccanica vedrebbero crollare competitività e domanda, con danni immediati all’occupazione e agli investimenti.

L’Unione Europea deve rispondere con fermezza, realismo e visione. Tre le linee d’azione fondamentali:
1. Rafforzamento del mercato interno europeo, come indicano De Vincenti e Messori: serve una capacità fiscale comune, politiche industriali coordinate e investimenti condivisi nella doppia transizione ecologica e digitale. Solo così si potrà ridurre la dipendenza dagli USA e aumentare la resilienza economica del continente.
2. Diversificazione commerciale, rafforzando partenariati strutturati con Paesi come il Giappone (con cui è stato appena firmato un patto strategico), il Sud globale e aree in crescita come Mercosur, ASEAN e Africa. Serve una rete multilaterale che neutralizzi le spinte protezionistiche.
3. Uso degli strumenti difensivi dell’UE, come lo strumento anti-coercizione già sul tavolo della Commissione e che Francia e altri Stati chiedono di attivare subito: perché un’Europa che non si fa rispettare viene schiacciata.

L’Italia non può rimanere spettatrice. Il nostro Governo deve uscire dall’ambiguità e sostenere con determinazione una linea europea coesa, capace di tutelare le imprese e i lavoratori italiani, evitando da un lato la subalternità agli USA, dall’altro una fuga solitaria e inefficace verso misure nazionali.

Come Azione, crediamo in un’Europa autonoma, forte e solidale. I dazi non sono solo numeri: sono scelte politiche che mettono in gioco il futuro del nostro sistema produttivo, il lavoro e la democrazia economica. Bisogna avere il coraggio di rispondere con un progetto europeo all’altezza dei tempi.

Paolo Bonafè
Segretario comunale Azione Venezia

I DAZI DI TRUMP SONO UN PERICOLO PER L’EURORA

https://www.chioggiaazzurra.it/web/site/dettaglio?art=7648&t=DAZI+DI+TRUMP+ALL%E2%80%99EUROPA%2C+AZIONE+VENEZIA+LANCIA+L%E2%80%99ALLARME%3A+%E2%80%9CRISCHIO+PER+L%E2%80%99EXPORT+VENETO%2C+SERVONO+MISURE+URGENTI%E2%80%9D

 

COMUNICATO PER LA STAMPA
I DAZI DI TRUMP ALL’EUROPA: QUALE IMPATTO PER L’ECONOMIA VENETA?

L’annuncio di Donald Trump di voler applicare dazi al 30% sulle importazioni dall’Unione Europea ha generato forti preoccupazioni nel sistema economico veneto, e sta alimentando un clima di incertezza che, a sua volta, rischia di amplificare l’impatto delle misure stesse.

Come Azione Venezia, riteniamo fondamentale partire da una lettura oggettiva dei numeri, basata sui dati ISTAT, per comprendere la reale portata di questa minaccia.

COSA DICONO I DATI:
• Circa il 10% dell’export veneto è destinato al Nord America, quasi interamente rappresentato dagli Stati Uniti.
• I settori trainanti dell’export regionale sono:
• Meccanica (20%)
• Abbigliamento e articoli in pelle (13%)
• Prodotti alimentari (10%)
• A livello provinciale:
• Le province con la più alta incidenza dell’export sul PIL sono Vicenza e Belluno (circa 70%);
• La più bassa è Venezia, con un’incidenza del 24%, quasi la metà della media regionale (45%).

LE CONSEGUENZE ATTREZZATE:
Le PMI venete, vera spina dorsale dell’export verso gli USA, rischiano di essere le più colpite: meno strutturate, più vulnerabili a incertezza, rincari e calo delle commesse.

Serve una risposta multilivello:
1. Sosteniamo gli sforzi del Governo italiano per un’iniziativa forte e coesa dell’UE, superando egoismi nazionali e cercando un dialogo serrato con Washington.
2. Chiediamo alla Regione Veneto una mappatura urgente delle imprese esposte e l’attivazione rapida di strumenti di supporto all’internazionalizzazione.
3. Proponiamo alla Città Metropolitana di Venezia l’istituzione di un Tavolo permanente con imprese, distretti e associazioni di categoria per monitorare gli effetti locali e definire azioni comuni.

In sintesi:

“Un dazio al 30% non è solo una mossa geopolitica. È una minaccia economica concreta per imprese, occupazione e competitività. Serve unità, lucidità e determinazione a ogni livello per evitare che una crisi commerciale imposta da altri diventi una crisi sociale dentro casa nostra.”

Paolo Bonafè
Segretario Comunale – Azione Venezia

Paolo DiPrima
Delegato a Finanza e Enti Partecipati – Azione Venezia

 

 

“IL PIANO REGIONALE DEL CREDITO È UNA MISURA UTILE PER IL VENETO MA INADEGUATA PER PORTO MARGHERA”

https://www.chioggiaazzurra.it/web/site/dettaglio?art=7675&t=%E2%80%9CIL+PIANO+REGIONALE+DEL+CREDITO+%C3%88+UNA+MISURA+UTILE+PER+IL+VENETO%2C+MA+INADEGUATA+PER+PORTO+MARGHERA%E2%80%9D

 

Venezia, 16 luglio 2025

Nel suo insieme il sistema produttivo veneto trarrà sicuramente beneficio dal nuovo Piano regionale del Credito presentato ieri dall’Assessore allo Sviluppo economico Roberto Marcato, un’iniziativa significativa che prevede 344 milioni di euro a sostegno del sistema produttivo regionale, con l’obiettivo di attivare fino a 1,7 miliardi di investimenti.

Tuttavia, come Azione Venezia, non possiamo che stigmatizzare la scarsa attenzione dedicata alla Zona Logistica Semplificata (ZLS) di Porto Marghera e Rovigo, a cui è riservata una quota marginale dei fondi stanziati del Piano (14 milioni, pari a solo il 4% del totale), del tutto insufficiente ai fabbisogni di finanza agevolata indispensabile per far decollare questa iniziativa.

Una dotazione minimale che non possiamo accettare, visto il ruolo strategico che Porto Marghera ha storicamente ricoperto – e potrebbe ancora ricoprire – come polo manifatturiero, logistico ed energetico di rilievo nazionale.

Sottolineiamo con preoccupazione che negli ultimi anni la marginalizzazione di Venezia nei principali piani regionali di sviluppo economico e industriale ha generato un impoverimento della struttura produttiva locale, con ripercussioni evidenti anche sul piano occupazionale.

Per questo motivo chiediamo alla Regione Veneto:

  • di aumentare significativamente la dotazione di risorse destinata dal Piano del Credito alla ZLS di Porto Marghera e Rovigo, al fine di incentivare le imprese a sfruttare appieno le potenzialità insite in questo status speciale.
  • di avviare un tavolo specifico per Porto Marghera, che coinvolga istituzioni, imprese, università e associazioni di categoria, al fine di costruire una strategia mirata per la rigenerazione industriale, l’attrazione di investimenti e l’accesso al credito agevolato

Infine, condividiamo la denuncia di CGIA Mestre sui contraccolpi della scomparsa di istituti bancari radicati nel Veneto di dimensioni medio-grandi, in grado di dialogare direttamente con il tessuto produttivo locale, adottando lo stesso approccio pragmatico e non burocratico. A Venezia questo si avverte ancora di più, con micro e piccole imprese che faticano ad accedere al credito tradizionale, mentre i nuovi strumenti di finanza innovativa restano per esse spesso inaccessibili.

Come Azione Venezia, ribadiamo che una strategia economica per la città non può prescindere dal rilancio produttivo. È il momento di tornare a considerare Porto Marghera non solo come una sfida ambientale e urbanistica, ma come un’opportunità concreta per costruire lavoro, innovazione e crescita. E il credito agevolato, se ben indirizzato, può e deve essere uno degli strumenti chiave.

Paolo Bonafé - Segretario Comunale Azione Venezia

Paolo DiPrima - Delegato alle Finanze ed Enti Partecipati – Azione Venezia

PORTOMARGHERA, VENEZIA PROTAGONISTA NEL SETTORE DEI MEGA YACHT – PRODUZIONE, RIFITTING E NUOVE OPPORTUNITÀ PER LA CITTÀ

2025-07-06 Nuova Venezia posizione di Azione sulla necessita di sviluppo comparto yachts

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A Venezia, e in particolare a Porto Marghera, esiste già un comparto produttivo di assoluta eccellenza nel settore dei mega yacht. Una realtà poco conosciuta al grande pubblico, ma che dal 2022 è protagonista grazie alla sinergia tra importanti aziende come CRN, Cantieri delle Marche e Wider. Insieme, queste imprese hanno avviato e consolidato una filiera di produzione che ha portato alla realizzazione di numerosi yacht di lusso destinati al mercato internazionale, creando occupazione e innovazione nel nostro territorio.

Venezia, grazie anche all’impegno dell’Amministrazione Comunale, può ambire non solo a consolidare il proprio ruolo nella costruzione di queste imbarcazioni di prestigio, ma anche a diventare un punto di riferimento per la sosta, il refitting e la manutenzione dei mega yacht. Gli spazi ci sono, così come le competenze, ed è su questa strada che bisogna investire con determinazione.

Anche la comunità portuale veneziana ha lanciato un appello chiaro e concreto agli enti competenti: lo spazio in città esiste e queste navi di lusso rappresentano un segmento economico strategico, capace di generare valore senza alimentare l’overtourism. I numeri parlano chiaro: si stimano spese settimanali tra i 30 e i 40 mila euro per yacht superiori ai 60 metri, tra ormeggi, approvvigionamenti di alta gamma, sicurezza, servizi e shopping. Sono risorse che ricadono direttamente sul territorio e che possono contribuire a diversificare l’economia cittadina.

Dopo il ridimensionamento delle grandi navi da crociera, Venezia deve trovare alternative sostenibili e di qualità. Il comparto dei mega yacht è un’opportunità reale, che valorizza il nostro patrimonio artigianale e industriale senza compromettere la vivibilità cittadina.

È ora di avviare un tavolo di lavoro permanente, con la partecipazione di tutte le istituzioni locali, per sviluppare una strategia condivisa che rafforzi questa filiera, anche in sinergia con il progetto di recupero del Bacino di Carenaggio all’Arsenale, che può diventare una nuova casa per il refitting dei maxi yacht.

Venezia può e deve essere protagonista anche in questo settore.

Paolo Bonafé - Segretario Comunale di Azione Venezia

Mauro Memo – vicesegretario con delega su lavoro ed impresa

 

Azione Venezia – Grave la frattura con Eni. Serve chiarezza, responsabilità e una strategia industriale vera per Porto Marghera”

Venezia, 27 giugno 2025 –

La bocciatura del progetto di Eni Rewind da parte della Commissione VIA regionale e la successiva comunicazione ufficiale di Eni che rimette in discussione il proprio impegno su Porto Marghera, unite all’annuncio di 49 esuberi alla Versalis, disegnano uno scenario allarmante per il futuro industriale e occupazionale dell’area metropolitana veneziana.

Come Azione Venezia, esprimiamo profonda preoccupazione per quanto sta accadendo e riteniamo sbagliato minimizzare la portata del segnale arrivato da Eni. Il rischio concreto è che la principale azienda a partecipazione pubblica del Paese si disimpegni da un territorio che ha già pagato un prezzo altissimo in termini ambientali, sociali e occupazionali.

Porto Marghera non può diventare terra di nessuno.

Serve un’assunzione di responsabilità collettiva: da parte del Governo, della Regione, del Comune e ovviamente anche di Eni, affinché si apra subito un tavolo istituzionale con i rappresentanti sindacali e le realtà produttive del territorio. La transizione ecologica non può essere un pretesto per tagliare posti di lavoro o ritirarsi silenziosamente da impegni industriali.

L’impianto proposto da Eni Rewind non era una risposta credibile né sul piano ambientale né su quello industriale. Tuttavia, la sua bocciatura non può coincidere con la ritirata completa di Eni da Marghera. È ora di passare dalle parole ai fatti, con investimenti veri in innovazione, bonifiche, economia circolare e filiere industriali sostenibili.

Accogliamo positivamente l’entrata in funzione a fine anno della seconda linea dell’impianto di Veritas, limitato al trattamento dei fanghi e rifiuti locali. Ma questo non può bastare. Venezia e Marghera hanno bisogno di una strategia industriale di lungo periodo, non di soluzioni tampone o silenzi operativi.

Non possiamo assistere, ancora una volta, al gioco delle responsabilità scaricate tra enti, né permettere che scelte unilaterali come quelle annunciate da Versalis vengano attuate senza confronto.

Porto Marghera è una parte fondamentale della storia industriale e della dignità del nostro territorio. Pretendiamo che resti anche parte del suo futuro.

Paolo Bonafé – Segretario comunale Azione Venezia

Mauro Memo – Vicesegretario comunale e Delegato Lavoro e Impresa Azione Venezia

 

Venezia non può diventare ostaggio del “No a tutto” – Sì a una città viva, accogliente e rispettosa dei cittadini

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Venezia non può più permettersi di essere rappresentata da quella piccola ma rumorosa parte della città che si oppone sistematicamente a tutto. Dopo i “No Grandi Navi”, i “No Mose”, i “No turisti”, ora arrivano anche i “No ai grandi matrimoni”, come quello del fondatore di Amazon Jeff Bezos.

Una minoranza ideologica, radicale, autoreferenziale, che tenta in ogni occasione di imporre la propria visione di città-museo, dimenticando che Venezia è una comunità viva, fatta di cittadini, imprese, lavoratori e famiglie che chiedono opportunità, lavoro e sviluppo.

I comitati del “No a tutto” stanno danneggiando l’immagine internazionale della nostra città, dipingendola come ostile, chiusa e incapace di accogliere eventi di rilievo mondiale. È inaccettabile. Venezia è storicamente crocevia di culture, aperta al mondo, e pronta a ospitare – con la dignità e la professionalità che la contraddistinguono – eventi di alto livello come il matrimonio Bezos-Sánchez.

Azione Venezia sta con le categorie economiche, con i cittadini produttivi, con chi lavora e fa vivere questa città ogni giorno. Con chi sa che è possibile conciliare accoglienza e rispetto del territorio. Non possiamo accettare che l’economia locale venga sabotata da chi protesta per professione.

Noi di Azione crediamo in una Venezia a misura di cittadino, non in cittadini ostaggio di una città-museo.

Il futuro di Venezia passa attraverso una visione moderna, europea, fondata su cultura, lavoro e innovazione. Basta con il folklore del dissenso a prescindere.

Accogliamo quindi con favore l’imminente entrata in vigore del decreto sicurezza, nella speranza che possa garantire davvero il diritto della stragrande maggioranza silenziosa dei veneziani a vivere la propria città con serenità – anche in occasione di grandi eventi internazionali.

Paolo Bonafé – Segretario comunale Azione Venezia

 

Arrivano nuovi fondi di Legge speciale: notizia buona ma solo in parte

https://www.veneziatoday.it/politica/23-milioni-per-venezia-da-governo-meloni-critiche-opposizioni-legge-speciale-150-milioni-per-10-anni.html

Venerdì il Consiglio dei Ministri ha stanziato 23 milioni per il rifinanziamento della Legge speciale per Venezia per l’anno 2025, che si aggiungono ai 5 milioni previsti dalla legge di Bilancio per un totale annuo pari quindi a 28 milioni..

Se lo stanziamento di fondi per la Legge Speciale è sempre una buona notizia per Venezia, quando però si analizzano i termini di questo finanziamento l’entusiasmo va scemando.

Innanzitutto perché lo stanziamento è limitato al solo anno in corso, senza alcuna certezza di poter disporre di risorse per gli anni successivi,  essendo scaduto nel 2024 il finanziamento pluriennale di 28 milioni annui garantito dal Governo nel 2017.

La continuità dello stanziamento è stata assicurata solo per il 2025, facendo venir meno il respiro pluriennale dell’apporto dello Stato alla Legge Speciale, indispensabile per poter pianificare un serio programma di investimenti per la città, e in particolare per il centro storico e le isole.

Viene il legittimo dubbio che per gli stanziamenti degli anni prossimi il Governo attenderà l’esito delle prossime elezioni comunali, senza rendersi conto che i fondi di Legge Speciale sono per la città un polmone finanziario indispensabile da garantire con continuità al di là del colore dell’amministrazione in carica.

Ulteriori perplessità derivano poi dallo stretto vincolo di destinazione posto dal Governo per poter spendere questi fondi di Legge Speciale, utilizzabili solo per interventi infrastrutturali per la sicurezza idraulica e la rete idrica e fognaria.

Colpisce il fatto che l’amministrazione comunale sia privata della facoltà di stabilire le priorità di intervento per la città, dovendo destinare l’intero importo del finanziamento ad un’unica tipologia di spesa decisa dal Governo nazionale.

Non che gli investimenti da esso previsti non siano utili, ma ancora più prioritari sarebbero stati alcuni interventi più direttamente a sostegno della residenzialità, vera priorità assoluta per la città e soprattutto per il centro storico e le isole.

Per Azione sarebbe stata ben più efficace a tale scopo la possibilità per l’amministrazione comunale di destinare parte dello stanziamento di Legge Speciale alla riqualificazione del patrimonio residenziale pubblico, per rimettere in uso molti appartamenti oggi sfitti. E’ un monito per il negoziato che la prossima amministrazione comunale dovrà fare con Roma.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Paolo Diprima – Delegato a Finanza, Enti partecipati e Legge Speciale

 

https://www.linkedin.com/company/azioneveneto

21 giugno 2026