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Il Trasporto Pubblico Locale – deve restare in-house ma migliorare i servizi valorizzando i dipendenti

Ad aprile 2032 scadrà l’affidamento al Gruppo AVM del trasporto pubblico locale nel Bacino di Venezia, pari al 90% dei servizi automobilistici, tranviari e di navigazione lagunare, per un valore complessivo di circa 250 milioni annui ed una forza lavoro di oltre due mila dipendenti.

Poiché la procedura di affidamento di un servizio così importante richiede un paio d’anni di analisi ed autorizzazioni, la prossima amministrazione comunale in scadenza nel 2031 dovrà assumere le decisioni strategiche su questo servizio così importante per la città. E’ necessario quindi che i programmi delle forze politiche candidate alle prossime elezioni prendano una posizione sul punto.

Su questo  Azione Venezia ha le idee chiare: la gestione del trasporto pubblico locale dovrà rimanere pubblica in capo ad AVM ed ACTV, per assicurare un servizio idonee alle esigenze dei cittadini ed in grado di affrontare i crescenti flussi di traffico turistico, che sempre più passa per la terraferma.

Ma l’affidamento in house non significa accettare che i problemi sulla qualità del servizio sollevati dai cittadini e dai dipendenti restino privi di risposte. Per Azione migliorare la qualità del servizio significa intervenire profondamente sull’organizzazione del servizio d’acqua e di terra, ovvero:

  • nella mobilità d’acqua rinnovando la flotta con mezzi a basso impatto ambientale e dotati di adeguati standard di confort per i passeggeri, come l’aria condizionata, o introducendo stazioni di interscambio atte a consentire l’uso di mezzi più capienti e confortevoli come i motobattelli
  • nella mobilità di terraferma potenziando le linee circolari che collegano le aree esterne della città e i comuni vicini con il polo d’interscambio di Mestre centro, sfruttando meglio le potenziali sinergie con la linea Tramviaria che arriva a Venezia e Marghera mediante l’istituzione di punti orario e coincidenze ad oggi non ancora attivate.

Su tutti i mezzi d’acqua e di terraferma va garantita ai residenti priorità di accesso rispetto ai turisti, potenziando il dimensionamento e la frequenza dei mezzi pubblici per attenuare il sovraffollamento, nonché programmando gli interventi manutentivi in coerenza con i fabbisogni dei servizio di linea.

Ma per poter migliorare la qualità del servizio è necessario valorizzare il personale, ripristinando assunzioni in grado di colmare le attuali carenze di organico, agendo sulla  formazione e crescita professionale dei dipendenti e riconoscendo retribuzioni adeguate a responsabilità e funzioni.

Senza dimenticare l’esigenza assoluta di tutelare i dipendenti dalle aggressioni non solo verbali.

E quando parliamo di valorizzare i dipendenti non pensiamo solo a chi opera in prima linea ma anche a chi lavora dietro le quinte: gli impiegati di uffici, sportelli e biglietterie, che sono parte integrante del sistema ACTV e ogni giorno si trovano a fronteggiare la stessa mole di difficoltà dei loro colleghi.

In questa nuova visione dell’azienda anche i dipendenti potranno sentirsi nuovamente partecipi ad un grande progetto di mobilità da sviluppare in una società pubblica di eccellenza.

Paolo Bonafé - Segretario Comunale Azione Venezia

Enrico Missaglia – Delegato ai trasporti e cantieristica

Paolo Diprima – Delegato al Programma ed agli Enti Partecipati

 

TRASPORTO PUBBLICO A VENEZIA: QUALITA’ DA MIGLIORARE, MA LA GESTIONE RESTI IN-HOUSE Venezia

La possibile privatizzazione di Actv e del gruppo Avm è al centro del dibattito politico e sindacale a Venezia. Con la scadenza nel 2029 dei termini previsti dalla gestione “In-House”, il movimento Azione Venezia rilancia l’appello per mantenere il trasporto pubblico sotto il controllo del Comune, puntando però a un netto miglioramento dei servizi offerti.
Il rischio privatizzazione e la scelta dell’In-House https://www.chioggiaazzurra.it/web/site/dettaglio?art=8030&t=TRASPORTO+PUBBLICO+A+VENEZIA%3A+QUALITA%27+DA+MIGLIORARE%2C+MA+LA+GESTIONE+RESTI+IN-HOUSE+Venezia

 

Le contraddizioni di un certo ambientalismo

Si è appena chiusa la fase di raccolta delle osservazioni ai sensi della procedura nazionale di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), finalizzata ad autorizzare la cosiddetta Tresse bis, l’isola artificiale dove conferire i fanghi non riutilizzabili prodotti di scavo in Laguna (che ormai l’esistente Tresse non riesce più a contenere). Come comprensibile, vista la delicatezza e la complessità dell’intervento, sono pervenute molte osservazioni. Da enti (il Comune e la Città Metropolitana di Venezia), associazioni e privati. Alcune di queste sono comprensibili: legittimo, per esempio, interrogarsi sull’impatto visivo e “odoroso” di Tresse bis o sindacare sulla tempistica di presentazione delle varie VIA (in quanto Tresse bis è solo uno dei progetti sottoposti dal Porto alla VIA).

Altre obiezioni però sfidano il buon senso. Alcune associazioni denunciano che la Tresse bis non è conforme al Piano Morfologico della Laguna (PMLV). Piano che risale al 1992 ed è ovviamente superatissimo (le istanze ambientali e socio-economiche essendo radicalmente mutate negli oltre trent’anni trascorsi) ma ancora formalmente vigente perché in questi anni, il nuovo PMLV è stato sistematicamente bocciato, su pressione delle stesse associazioni, proprio perché prevedeva tutti i progetti ora sottoposti alla procedura VIA. Si è, cioè, boicottata l’approvazione di un Piano organico e ragionevole di intervento in laguna e ora si usa il pretesto della mancanza di questo stesso per opporsi a qualsiasi intervento. Insomma, un loop procedurale cercato e voluto e palesemente contraddittorio.

Da sempre noi di Azione sosteniamo che si può e si deve contemperare la doppia sostenibilità, ambientale e socio-economica, e il PMLV ripetutamente bocciato perseguiva esattamente questo fine. La responsabilità della sua mancanza grava proprio su quei soggetti che ora la strumentalizzano. Non è così che si fa il bene della città.

Paolo  Bonafè – Segretario Comunale

Mauro Memo – Delegato alle attività produttive

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1 aprile 2025

Il Pums arriva in commissione e si comincia a discutere del progetto di mobilità possibile per unire la città d’acqua con la terraferma e viceversa .

2025-03-17 Gli aspetti positivi e negativi del PUMS

La proposta del terminal fra San Giuliano e i Pili per intercettare il flusso di auto e pullman sul Ponte della Libertà e’ anche nel programma che Azione ha predisposto per presentarsi alle prossime votazioni amministrative, , nello stesso documento vi è il progetto  di potenziare  i terminal di Fusina e Tessera e di creare quello di Ca’ Noghera ( per noi meglio Ca’ Noghera che il Montiron) che è l’originale proposta dei terminal già presenti nel primo piano della mobilità comunale di fine anni ‘90 e mai ultimati

 

Anche noi riteniamo che un terminal a San Giuliano-Pili servirà per intercettare il traffico verso Venezia.  Sul Ponte passano ogni giorno migliaia di mezzi e vediamo come si metta in crisi la stessa viabilità verso e fuori Venezia, se accade un incidente,  come più volte accaduto in questi ultimi anni

 

Il parcheggio su San Giuliano era previsto già da molti anni, bloccato da chi riteneva riducesse l’area del parco,  ed è ovvio che perché funzioni vi debba trovare sistemazione anche una nuova fermata del treno e del tram. la proposta del comune di una passerella sopraelevata sulla linea ferroviaria, permetterebbe di dirottare ai Pili i mezzi turistici con altri posti auto dedicati.

 

Da sempre diciamo che la questione sulla indagine dei Pili  non può bloccare uno sviluppo possibile in quell’area.

 

Riteniamo molto interessante la proposta sul PUMS di un  sistema di mobilità elettrica fra il Tronchetto e il Canal Grande, dove circolerebbe una sola linea di battelli a motorizzazione elettrica sull’idea del sistema metropolitano, ovvero una partenza ogni 5 minuti cadenzata e dell ‘ uso in generale di battelli a motorizzazione ibrida anche dai terminal in città

 

Siamo contrari, rispetto al progetto, solo sul terminal del Montiron  perché consideriamo devastante tagliare le barene, mentre riteniamo che il collegamento con Ca’ Noghera (già con studi avviati di progettazione)  sia quello più utile,  perché permette un collegamento con la area aeroportuale e con la nuova stazione di interscambio in modo meno invasivo e più utile.

 

Anche per i collegamenti in interscambio  fra i mezzi su gomma e su rotaia, con il potenziamento dei treni cadenzati della SFMR e’ funzionale e da tempo  sosteniamo l’idea di utilizzare anche il sistema ferroviario portuale per arrivare appunto in zona Pili,  mettendo in rete le linee esistenti che arrivano a Mestre da Adria, Padova, Castelfranco, Treviso e Portogruaro. Ma anche passando dall’ospedale All’Angelo e al nuovo futuro Angelino

 

Da sempre la sfida e,  e sarà,  quella di spostare il traffico dai mezzi privati al trasporto pubblico e all’uso della bicicletta e su questo il progetto di piste ciclabili messo in atto dal comune si integra benissimo con il progetto di mobilità sostenibile che noi di Azione riteniamo indispensabile per la città’

 

Paolo Bonafé Segretario Comunale

Alessandro Costantini Delegato Mobilità e Trasporti

 

 

Venezia, 16 marzo 2025

Tragedie come quella di Anna Rita Panebianco non devono più accadere..

2025-03-10 Corriere Veneto la assurda morte di Annarita Panebianco

Tragedie come quella di Annarita Panebianco non devono più accadere..

Non si può morire così!

Annarita Panebianco era una persona solare che amava il suo lavoro e amava Venezia.
E proprio per l’amore che aveva per Venezia noi, come politici veneziani dobbiamo intervenire presto, emanando norme ancora più stringenti sulle velocità, sulla potenza dei motori e sui controlli da fare, perché oramai sono troppi i morti in incidenti nautici causati dalla Velocità dei mezzi e dalla poca accortezza dei conducenti.

Un’onda particolare, un attimo di distrazione , un tronco galleggiante, il sole accecante, possono essere quanto mai pericolosi se il mezzo in cui si viaggia non è in “ dislocamento “ ovvero immerso, ma in planata sull acqua per la eccessiva velocità.

E’ ora di dire basta!

Facciamolo insieme, voi giornalisti nel sensibilizzare l’opinione pubblica e noi come politici nel far fare alle forze di polizia controlli con telelaser, barcavelox e controlli sui mezzi mettendo norme anche sulle potenze dei motori perché queste tragedie non accadano più.

Paolo Bonafé
Segretario Comunale
Azione Venezia

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https://antennatre.medianordest.it/139630/venezia-barca-contro-briccola-aperta-un-inchiesta-venezia-piange-anna-rita/

https://www.veneziatoday.it/cronaca/incidente-barca-morta-anna-rita-panebianco-manager-caffe-florian.html

https://www.ilgazzettino.it/nordest/venezia/anna_rita_panebianco_caffe_florian_addio_social-8704278.html?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR1IPig770QfTTYOfVpW8NDAwTWWXhZF8jvX1RjN_qP6Ww3dGVIkpXAWDbk_aem_K9rddLBfJOY9sQBNLP0kwQ#

 

Collegamento Intermodale tra Il Porto di Venezia e il Montirone: nuova opportunità

Poca pubblicità è stata data dalla stampa alla sperimentazione di collegamento ferroviario tra le banchine del terminal Vecom – PSA Venice a Marghera e il terminal intermodale di Montirone, in provincia di Brescia che è uno degli snodi principali su cui opera il Gruppo MIS per lo sviluppo della offerta di Servizio da Multimodal Transport Operator. Il servizio viene operato con treni composti da 23 carri da 60 piedi con una capacità di carico di 46 container. Questa è la famosa autostrada viaggiante su ferro che era una delle tre componenti della mobilità di trasporto merci in Italia tanto propagandata nei primi anni 2000 ( autostrade del mare, autostrade e appunto autostrade viaggianti su treno). Questa nuova soluzione prevede un avvio con 50 treni all’anno, puntando però ad aumentare l’offerta. Ovviamente il Montirone sarebbe un hub di interscambio con l’altra tratta sempre operata da MIS verso Rotterdam. Quindi significa che i clienti di questo servizio potranno espandere il mercato di riferimento sino al Benelux e UK risparmiando tempo e soprattutto emissioni di Co2 rispetto al transit time dei servizi da e verso oriente,  che transitano da Suez e proseguono oltre Gibilterra per il Nord Europa.

L’Europa chiede all’Italia di ridurre l’emissione di Co2 e il trasporto su treno è uno dei trasporti previsti nell’ottica di questo risparmio. Inoltre il trasporto merci / container su treno ha poi un impatto su altri due aspetti oltre alla riduzione dell’inquinamento, ovvero sulla sicurezza stradale e la certezza dei transit time. Senza considerare che tutto questo consente di abbattere i costi per le imprese e renderle più competitive.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

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05 novembre 2024

Migliorare i servizi pubblici di navigazione e’ necessario e possibile

 

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Continuiamo a leggere in questi giorni sulla stampa notizie di interruzione o modifica improvvisa dei servizi di navigazione, che Actv e Alilaguna addebitano alla carenza di personale imputata alle numerose dimissioni ed alla difficoltà di reperire nuove assunzioni. Chi si è diplomato all’ istituto nautico Venier di Venezia può riconoscere che in effetti è venuto meno un importante bacino di reclutamento a causa dalla modifica di indirizzo della scuola, che sfornava ogni anno decine di diplomati aspiranti al comando o alla conduzione navale, che potevano essere impiegati subito sulle imbarcazioni del trasporto pubblico od imbarcarsi sulle navi. Ora al posto del Venier c’è un istituto che diploma i giovani in periti della logistica e trasporti, che per potersi abilitare all’imbarco dovrebbero fare onerosi corsi di specializzazione, in istituti privati di formazione post diploma. Ma la carenza di organici non dipende certo solo da questo. E’ fondata la denuncia dei sindacati che imputano la molte dimissioni e le scarse assunzioni anche a stipendi inadeguati rispetto alla specializzazione post diploma richiesta (preposti al comando), che induce chi ne ha i titoli ad accettare offerte alternative di mercato meglio pagate. Non dimentichiamo poi che per i dipendenti che vivono in centro storico il più elevato costo della vita svaluta pesantemente il livello delle retribuzioni orientandoli spesso a cercare altri lavori. E in generale non si può ridurre le cause dei disservizi solo alla carenza di personale, senza voler affrontare seriamente le criticità dei mezzi trasporto e delle linee di navigazione, generate rispettivamente da una flotta ormai vetusta e da soluzioni di mobilità scarsamente innovative. Sul primo fronte di criticità, che incide pesantemente sulla qualità del servizio reso, mi limito a citare, anche sulla base della mia esperienza tecnica, la rumorosità dei motoscafi che supera molte volte gli 80 decibel soprattutto in alcune zone della cabina, e la mancanza di standard minimi di confort quali l’aria condizionata. Sul fronte della strutturazione delle linee di navigazione occorre intervenire su alcune direttrici, introducendo stazioni di intercambio atte a consentire l’uso di mezzi più capienti e confortevoli, superando il vincolo di dover utilizzare lo stesso tipo di mezzo sull’intero tragitto delle linee circolari. Ad esempio sulla direttrice Lido – Tronchetto per permettere l’utilizzo di mezzi più capienti, come motonavi o battelli foranei, potrebbero essere creati due interscambi con linea 2, uno alle Zattere e uno al Tronchetto. Oppure un piccolo spostamento della fermata di Santa Marta a lato Laguna nell’ angolo verso San Basilio consentirebbe di renderla fruiibile dai mezzi foranei e motonavi della tratta Lido-Tronchetto, proiettandola in prospettiva come la fermata di interscambio con il futuro terminal del tram da portare a San Basilio. Ed ancora si potrebbe creare una stazione di interscambio a Madonna dell’orto (dove non mancano gli spazi) tra una linea LN gestita con battelli foranei o motonavi per F.te Nuove, Murano e Burano e una linea 5 che prosegue invece verso il Lido, che fa da terminal capolinea e ritorna per la stessa linea esterna . Come vedete vi possono essere soluzioni alternative per ripristinare una almeno dignitosa qualità del servizio anche in termini di garanzia del rispetto delle frequenze e di comfort dei viaggi, come prevede lo stesso contratto di servizio con le aziende di trasporto. Riconosciamo che ciò richiede anche maggiori investimenti, i cui costi possono però essere finanziati con una piccola parte dei proventi generati dal consistente sovrapprezzo applicati agli utenti senza Carta Venezia.
Paolo Bonafé- segretario comunale Azione



Paolo Bonafé 3480920240 www.paolobonafe.it

La nuova stazione FS di Mestre

La stazione ferroviaria di Mestre è una specie di pollaio indecoroso, da decenni

ormai assolutamente inadeguato all’utenza (la stazione è tra le top ten d’Italia
per numero di frequentatori). È dunque un’ottima notizia che finalmente parta il
progetto di radicale trasformazione della stessa nel quale è peraltro previsto il
(parziale) superamento della cesura tra i nuclei urbani di Mestre e Marghera.
Sacrosanto lo stralcio dell’attuale manufatto dall’elenco degli edifici
novecenteschi da tutelare (la stessa presenza del quale in quell’elenco pone più
di qualche domanda sulla logica delirante delle politiche di tutela e
conservazione nel nostro Paese).
È pure piuttosto surreale il recente dibattito su quanto l’intervento sia pronubo
ad aumentare gli arrivi turistici, sia perché comunque l’utenza turistica è una
piccola percentuale sia, soprattutto, perché è inaccettabile il ‘non detto’ per cui
sarebbe stato paradossalmente augurabile mantenere una stazione inadeguata
per scoraggiare i turisti (che assomiglia alla storiella del tizio che si taglia gli
attributi per fare un dispetto alla moglie).
Non sono mancate le polemiche (inevitabili in qualunque tema urbanistico) di
chi avrebbe voluto soluzioni diverse, tra cui l’affascinante ma poco realistica
soluzione di interrare stazione e fasci di binari, ma il meglio è nemico del bene
quindi valutiamo molto positivamente che si parta con i lavori.
Con una precisazione: dalle dichiarazioni di molti esponenti
dell’Amministrazione pare che la nuova stazione determinerà
taumaturgicamente il risanamento della zona e la scomparsa del grave degrado
odierno. Attenzione alle facili illusioni: la stessa creazione del quartiere degli
alberghi in via Cà Marcello ha dimostrato che non vi è affatto alcun
automatismo. Quindi l’annuncio della nuova stazione non sia un alibi per
allentare la presa sul tema degrado e criminalità. Sarebbe un errore gravissimo.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale
Mauro Memo – Vice Segretario Comunale

Approvare in tempi rapidi il PUMS per evitare in futuro altri incidenti e per gestire al meglio i flussi turistici

Dopo quanto avvenuto lunedì 28/08/2023 sul Ponte della Libertà non possiamo più permetterci ritardi nella realizzazione del PUMS ( Piano della Mobilità Urbana Sostenibile)  che prevede dei collegamenti veloci tra la città d’acqua, le isole e la terraferma tramite dei terminal che sono: Il Terminal Aeroporto, Il Terminal del Montiron ( da realizzare),  Il Terminal di Fusina, Il Terminal di San Giuliano e Pili, Il Terminal di San Giobbe, Il Terminal di San Basilio (marittima) e il Terminal di Piazzale Roma. Quattro di questi sono da realizzare ex novo, mentre gli altri sono da potenziare, Quello che più interessa la città storica è quello di San Giuliano e Pili, e sarebbe stato quello che avrebbe permesso di decongestionare il ponte bloccato ( anzi non ci sarebbe stato il passaggio turistico sul ponte dei due turisti e quindi non ci sarebbe stato, per assurdo neppure l’incidente). Perché il progetto PUMS deve andare a braccetto con due altri interventi che riteniamo si debbano realizzare, Il primo è la creazione di una ZTL sul ponte dove possano passare solo residenti e autorizzati, come una qualsiasi ZTL, mentre tutto quello che è altro (turismo, merci etc ) deve passare tramite l’accesso ai due terminal di San Giuliano e Pili.  Altra azione da farsi, e non si capisce perché non sia stata fatta fino ad ora, in un balletto di scarica barile di competenze, è la creazione di due aperture di careggiate sul ponte, così da sopperire con sensi unici alternati o riduzione di careggiate i problemi di blocco di una corsia, appunto come successo lunedì. Di fatto le due aperture tra i jersey di cemento  che delimitano i due tratti di strada ci sono,  ma sono stati bloccati con dei guard-rail. Servono invece barriere mobili, che all’occorrenza possano essere aperte (pensiamo a cancelli scorrevoli od altro) e che normalmente restano chiuse. Per il partito del No che cerca di convincerci che i Terminal creerebbero nuove arterie di collegamento utilizzate da orde di turisti per venire a Venezia, ricordo che questo avviene già oggi, però tramite l’unica arteria che è il Ponte translagunare. Accessi diversificati, appunto specifici per turisti (se pensiamo alla predetta ZTL sul ponte), aiuterebbero una gestione efficiente dei flussi e una gestione semplificata del ticket di ingresso in città. Dopo i 14 incidenti da gennaio 2015 ad oggi, di cui alcuni mortali, dobbiamo dire basta ed impegnarci tutti, forze politiche e cittadini, ad operare per rendere il ponte sicuro e per superare il “cul de sac” di Piazzale Roma.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale AZIONE VENEZIA

#ItaliaSulSerio                                                Venezia 30 agosto 2023

Ecco! Questo è il futuro !!! L’imbarcazione ad idrogeno

alilaguna hepic

 

Si tratta di  Hepic (Hydrogen Electric Passenger VenICe boat): così si chiama l’imbarcazione a idrogeno presentata durante il Salone Nautico 2021, e ripresentata in questo salone 2022, costruita da Cantieri Vizianello.

 

Si tratta senza ombra di dubbio di un caso di eccellenza a livello internazionale per il trasporto pubblico di linea per passeggeri in acque interne.

Il propulsore dell’imbarcazione è totalmente elettrico: Hepic è dotata infatti di un motore elettrico e di altri sistemi elettronici che controllano la potenza sull’asse dell’elica per generare il moto.

 

La novità essenziale è che può ricaricare le proprie batterie di bordo sia durante la navigazione, combinando l’idrogeno all’ossigeno all’interno della cella a combustibile, sia da una colonnina elettrica di rifornimento a terra.

L’idrogeno, inoltre, consente fino a cinque volte la densità di energia delle batterie agli ioni di litio; quindi garantisce un maggior numero di ore di navigazione senza la necessità di ricariche intermedie.

A Venezia c’era stato solo un prototipo in passato, “Accadue”, creato per testare il funzionamento delle celle a idrogeno, ma il mezzo era di ridotte dimensioni e trasportava solo il comandante. A differenza di Hepic, che è un mezzo reale, simile ai normali vaporetti utilizzati in città per il trasporto pubblico, Accadue aveva parecchi limiti strutturali e di utilizzo.

 

Alilaguna, una delle principali aziende operanti nel trasporto pubblico nella città di Venezia, ha sostenuto e portato a compimento l’opera.

Con Hepic si può mettere in acqua un’imbarcazione in grado di operare tutti i giorni dell’anno come fanno da decenni le imbarcazioni convenzionali a propulsione termica, ma con una tecnologia nuova ed eco-sostenibile come quella a Fuel Cell a idrogeno.

 

Si legge dal sito di Alilaguna: “Alilaguna con questo progetto intende continuare il rinnovamento della propria flotta investendo nella ricerca di soluzioni tecnologiche innovative nella propulsione navale, in grado di massimizzare le efficienze di impiego dei carburanti e diminuire il più possibile le emissioni carboniose climalteranti secondo i dettami dell’Unione Europea e con ciò tutelando, al contempo, il fragilissimo patrimonio di Venezia e della sua Laguna”.

 

# Lentezza burocratica

 

Il principale problema che ci farà ancora attendere prima di vedere queste imbarcazioni al servizio di cittadini e turisti è di natura meramente burocratica.

La normativa italiana che regola il trasporto pubblico passeggeri in acque interne non contempla ancora possibilità tecnologiche come la barca a idrogeno.

Anche a livello europeo, purtroppo, non esiste ancora un quadro di regole uniforme e condiviso tra i paesi. Cosa che invece, per quanto riguarda le automobili, già è presente.

 

Quindi per il futuro serve anche snellire le procedure di rilascio autorizzazioni e superare le lungaggini burocratiche