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Difendiamo le capannine dei Murazzi: un gesto di civiltà e buon senso

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Come Azione Venezia, esprimiamo il nostro pieno sostegno alla raccolta firme in difesa delle capannine dei Murazzi al Lido di Venezia, oggi oggetto di una inspiegabile operazione di rimozione.

Queste piccole strutture, nate dall’ingegno dei residenti con materiali di recupero, rappresentano da anni un simbolo di cura e rispetto del territorio, un punto di riferimento per famiglie, anziani, bambini e turisti. Non sono costruzioni invasive, né ostacolano la funzione protettiva dei Murazzi; al contrario, si integrano perfettamente con il paesaggio storico e naturale, offrendo riparo e rendendo più fruibile e accogliente il litorale.

Non possiamo dimenticare che fu lo stesso Sindaco Luigi Brugnaro, nel 2018, a difendere strutture analoghe a Pellestrina, definendole “parte del paesaggio tipico dell’arenile”. Oggi ci chiediamo cosa sia cambiato e perché si voglia cancellare un’esperienza di partecipazione civica, di cura spontanea e intelligente dello spazio pubblico.

In un’epoca in cui si parla di sostenibilità, di valorizzazione degli spazi condivisi e di responsabilità ambientale, è assurdo che si scelga di impiegare risorse per distruggere ciò che funziona, anziché migliorare ciò che manca.

Per questo chiediamo alle istituzioni competenti di fermare immediatamente la rimozione e di aprire un dialogo serio con la cittadinanza per una soluzione condivisa. Difendere queste capannine significa difendere l’identità del Lido, il diritto a uno spazio pubblico accogliente, vivo e accessibile a tutti.

Invitiamo tutti i cittadini a firmare la petizione per salvare le capannine e a far sentire la propria voce. I Murazzi non devono diventare un luogo vuoto, ma rimanere un simbolo di inclusione e di comunità.

Paolo Bonafé – Segretario Comunale di Azione Venezia

Fosca Moro – Responsabile under 30

Crediamo che sia tempo di scelte di qualità, non di etichette.

Ho letto con attenzione e rispetto il ragionato appello promosso da Luminosi Giorni a sostegno di una candidatura civica autorevole nell’ambito della coalizione di centrosinistra per la prossima elezione a Sindaco di Venezia. È un contributo che ha il merito di sollevare il dibattito politico dalla stagnazione e dal tatticismo, ponendo l’accento sul metodo e sulla credibilità della proposta.

Da parte nostra, come Azione Venezia, desideriamo portare all’attenzione un punto che riteniamo cruciale:

non è affatto obbligatorio limitare il campo a una candidatura di centrosinistra, né sul piano simbolico né su quello operativo.

In un momento così delicato per la città, crediamo che la vera alternativa debba fondarsi su visione, concretezza e capacità di ricomporre fratture, non sull’identità partitica.

Per questo riteniamo che la strada più promettente sia quella di una figura civica di centro, radicata nella città, dotata di credibilità istituzionale, autonomia politica e visione programmatica.

Una figura che, proprio per la sua natura terza rispetto agli schieramenti tradizionali, potrebbe ottenere un ampio consenso trasversale, coinvolgendo anche forze riformiste e liberaldemocratiche come la nostra.

Se dovesse emergere un profilo di questo tipo – civico, competente, con un programma chiaro e riformista – Azione Venezia non avrebbe alcun pregiudizio a valutarlo positivamente. Anzi, ne sosterrebbe la proposta con spirito costruttivo e apertura, purché i contenuti siano realmente all’altezza delle sfide della città.

In sintesi: il campo dell’alternativa non si esaurisce nel centrosinistra. Può, e deve, includere anche le esperienze civiche e riformatrici di centro, capaci di parlare a tutti i cittadini, senza slogan ideologici ma con soluzioni credibili.

Crediamo che sia tempo di scelte di qualità, non di etichette. Venezia ha bisogno di un progetto forte e inclusivo, non solo di un fronte politico contro qualcuno.

Paolo Bonafé – Segretario Comunale Azione Venezia

SOLITUDINE, UN MALESSERE INVISIBILE CHE UCCIDE – LA POLITICA SI FACCIA CARICO DI UN PROBLEMA SOCIALE IN CRESCITA

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Venezia, 10 luglio 2025 – La tragica vicenda avvenuta alla Giudecca, dove una donna di 65 anni è stata ritrovata senza vita nel silenzio più assoluto della sua abitazione, richiama con forza l’urgenza di accendere i riflettori su un fenomeno troppo spesso ignorato: la solitudine. Non si tratta di un semplice stato di isolamento fisico, ma di una condizione che, soprattutto tra gli anziani, si traduce in sofferenza psicologica, disagio sociale e, nei casi più estremi, in drammi umani come quello che ha colpito la comunità di Campo Junghans. La storia di Elisabeth Christensen Rosenberg, danese trasferitasi a Venezia, è quella di una vita ai margini della società, segnata dalla perdita del proprio cane e da un progressivo allontanamento dal tessuto sociale. Una presenza discreta, quasi invisibile, fino al tragico epilogo, che interroga tutti noi sulla responsabilità collettiva di prevenire l’isolamento.

Secondo i dati della Fondazione Veronesi e di insalutenews.it, la solitudine colpisce in Italia una quota sempre più ampia della popolazione, con tassi superiori alla media europea. Le cause sono molteplici: perdita di relazioni, ridotta mobilità, difficoltà economiche, problemi di salute e un sistema di welfare che fatica a rispondere alle nuove fragilità.

Azione Venezia ritiene che la politica, i servizi sociali e la comunità nel suo complesso debbano compiere un salto di qualità per affrontare questa emergenza sommersa. E’ necessario attivare interventi concreti che prevedano:

  • Iniziative di socializzazione per anziani e persone sole, in collaborazione con associazioni, parrocchie e realtà culturali locali;
  • Sostegno alle famiglie e ai caregiver per rafforzare i legami di vicinanza;
  • Servizi di prossimità per monitorare le situazioni più a rischio, anche con la collaborazione dei medici di base e dei volontari;
  • Campagne contro l’ageismo, per promuovere il valore degli anziani nella società e combattere i pregiudizi sull’età;
  • Uso delle tecnologie per facilitare i contatti e offrire percorsi di socializzazione anche virtuale, nei casi in cui la mobilità sia limitata;
  • Supporto psicologico accessibile e diffuso, per prevenire depressione e disagio.

Venezia non può permettersi che episodi come quello accaduto alla Giudecca si ripetano nel silenzio generale. Serve una rete di attenzione e cura, capace di riconoscere i segnali di solitudine e di intervenire prima che sia troppo tardi. La dignità di una città si misura anche dalla capacità di prendersi cura di chi resta indietro.

Il dramma della solitudine non è inevitabile, ma richiede responsabilità, ascolto e azioni concrete.

Paolo Bonafé – Segretario Comunale Azione Venezia

Antonella Cavazzina – Delegata al Welfare Azione Venezia

Bosco dello Sport – servono pragmatismo e visione

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Venezia, 9 luglio 2025 – Sul progetto del Bosco dello Sport si gioca una partita che merita serietà, visione e responsabilità. La recente presentazione di emendamenti da parte di Fratelli d’Italia alla delibera comunale in discussione ci dà lo spunto per chiarire il punto di vista di Azione, ispirato ai valori di concreto pragmatismo e visione strategica che ispira sempre la sua analisi.

Il progetto, finanziato in buona parte con fondi statali, prevede che la costruzione dello stadio sia interamente a carico del Comune di Venezia e sia quindi di sua proprietà. Proprio per questo, la proposta di ridurre a soli 20 anni la durata della concessione per la gestione dell’impianto potrebbe ostacolare seriamente la possibilità per qualunque operatore di pianificare investimenti a lungo termine, riducendo l’attrattività del bando e mettendo a rischio la sostenibilità economica della struttura. La gestione di uno stadio moderno richiede orizzonti temporali adeguati e certezze stabili per attrarre sponsor, eventi e sviluppo commerciale.

La proposta alternativa di Azione Venezia è chiara e realistica: introdurre una percentuale sugli incassi a favore del Comune, così da garantirgli un ritorno economico proporzionato all’andamento della struttura, senza comprimere la capacità gestionale dell’operatore. Un meccanismo trasparente, efficace e già applicato con successo in altre città.

Di complessa attuazione risulta poi la proposta di rendere “rimovibili” i marchi e i loghi delle società concessionarie. Chi conosce il mondo dello sport sa che il valore di uno stadio sta proprio nella sua identità e nella stabilità commerciale del brand. Richiedere la rimozione periodica di questi elementi vanificherebbe i contratti di sponsorizzazione, rendendo l’intero impianto poco appetibile per gli investitori privati e creando costi inutili.

Sui cosiddetti “spazi sociali”, infine, più che limitarsi a garantire qualche partita a società minori, è preferibile integrare in modo strutturato l’uso della struttura da parte della comunità, come già avviene con palestre e impianti comunali. Servono spazi accessibili, polifunzionali e gestiti in modo ordinato.

Il Bosco dello Sport deve diventare un vero motore di sviluppo sportivo, sociale ed economico per Mestre e per tutta l’area metropolitana. Serve una visione chiara e proposte concretamente attuabili.

Azione Venezia continuerà a sostenere un modello di gestione sostenibile, inclusivo e orientato ai risultati, nell’interesse di tutti i cittadini.

Paolo Bonafè, Segretario Comunale di Azione Venezia

Gennaro Marotta Vicesegretario con delega per Mestre – Azione Venezia

 

Violenza sulle donne, dati in crescita – bene il modello Chioggia, da estendere a tutta la provincia

I dati nazionali confermano una realtà allarmante: in Italia, nel 2025, si registra un forte aumento degli accessi ai centri antiviolenza. La violenza di genere, in particolare quella fisica, sessuale e psicologica, continua a rappresentare una parte significativa dei reati denunciati, con percentuali che variano tra il 74% e il 93% nei casi di maltrattamenti, violenze sessuali e stalking.

Nel 2024 i centri antiviolenza italiani hanno accolto in media oltre 2.180 donne ogni mese, in crescita rispetto alle circa 1.920 del 2023. Questi numeri dimostrano quanto sia fondamentale rafforzare il ruolo dei centri antiviolenza, che rappresentano luoghi di ascolto, protezione e rinascita per chi subisce violenza.

Anche il nostro territorio non è esente da questo fenomeno. A Chioggia, il Centro Antiviolenza “Civico Donna”, gestito dalla Cooperativa Rel.Azioni Positive, ha accolto ben 35 donne nei primi tre mesi del 2025. Si tratta di un servizio di ascolto, sostegno psicologico e consulenza legale gratuito, realizzato in sinergia con i Comuni di Chioggia (capofila), Cavarzere e Cona, e con la collaborazione di scuole, forze dell’ordine, pronto soccorso e associazioni locali.

L’amministrazione comunale di Chioggia, con il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e sociali del territorio, ha saputo mettere in campo un modello virtuoso di rete e di prevenzione, che non si limita a intervenire sull’emergenza, ma punta anche sulla sensibilizzazione, coinvolgendo le scuole, i giovani e tutta la comunità.

Questa iniziativa rappresenta un esempio concreto di buona politica e buona amministrazione, che merita di essere rafforzata a Chioggia e adottata anche dagli altri Comuni della provincia di Venezia.

Occorre costruire una rete stabile e omogenea, capace di offrire ovunque lo stesso livello di protezione, ascolto e sostegno, perché nessuna donna si senta sola o abbandonata, indipendentemente da dove viva.

Come Azione Venezia sosteniamo convintamente il lavoro avviato a Chioggia e ribadiamo che la lotta contro la violenza di genere deve restare una priorità per tutti i territori. Solo con collaborazione, investimenti e responsabilità condivisa si può costruire una comunità più sicura e più giusta.

 

Paolo Bonafè – Vicesegretario Vicario Metropolitano di Azione Venezia  – Delegato per Chioggia

Paola Garbin – Responsabile Azione Cavarzere e Cona

PORTOMARGHERA, VENEZIA PROTAGONISTA NEL SETTORE DEI MEGA YACHT – PRODUZIONE, RIFITTING E NUOVE OPPORTUNITÀ PER LA CITTÀ

2025-07-06 Nuova Venezia posizione di Azione sulla necessita di sviluppo comparto yachts

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A Venezia, e in particolare a Porto Marghera, esiste già un comparto produttivo di assoluta eccellenza nel settore dei mega yacht. Una realtà poco conosciuta al grande pubblico, ma che dal 2022 è protagonista grazie alla sinergia tra importanti aziende come CRN, Cantieri delle Marche e Wider. Insieme, queste imprese hanno avviato e consolidato una filiera di produzione che ha portato alla realizzazione di numerosi yacht di lusso destinati al mercato internazionale, creando occupazione e innovazione nel nostro territorio.

Venezia, grazie anche all’impegno dell’Amministrazione Comunale, può ambire non solo a consolidare il proprio ruolo nella costruzione di queste imbarcazioni di prestigio, ma anche a diventare un punto di riferimento per la sosta, il refitting e la manutenzione dei mega yacht. Gli spazi ci sono, così come le competenze, ed è su questa strada che bisogna investire con determinazione.

Anche la comunità portuale veneziana ha lanciato un appello chiaro e concreto agli enti competenti: lo spazio in città esiste e queste navi di lusso rappresentano un segmento economico strategico, capace di generare valore senza alimentare l’overtourism. I numeri parlano chiaro: si stimano spese settimanali tra i 30 e i 40 mila euro per yacht superiori ai 60 metri, tra ormeggi, approvvigionamenti di alta gamma, sicurezza, servizi e shopping. Sono risorse che ricadono direttamente sul territorio e che possono contribuire a diversificare l’economia cittadina.

Dopo il ridimensionamento delle grandi navi da crociera, Venezia deve trovare alternative sostenibili e di qualità. Il comparto dei mega yacht è un’opportunità reale, che valorizza il nostro patrimonio artigianale e industriale senza compromettere la vivibilità cittadina.

È ora di avviare un tavolo di lavoro permanente, con la partecipazione di tutte le istituzioni locali, per sviluppare una strategia condivisa che rafforzi questa filiera, anche in sinergia con il progetto di recupero del Bacino di Carenaggio all’Arsenale, che può diventare una nuova casa per il refitting dei maxi yacht.

Venezia può e deve essere protagonista anche in questo settore.

Paolo Bonafé - Segretario Comunale di Azione Venezia

Mauro Memo – vicesegretario con delega su lavoro ed impresa

 

Violenza contro chi serve la comunità: sanitari e operatori dei trasporti sotto attacco

 

Venezia non può restare in silenzio di fronte all’escalation di violenze rivolte a chi, con professionalità, garantisce servizi essenziali: dagli operatori sanitari agli addetti al trasporto pubblico, siano essi autisti, marinai, controllori o personale ferroviario. I numeri delle violenze che gli stessi subiscono sono allarmanti:

Nel Settore sanitario (ospedali e RSA) nell’ anno 2024 ci sono state oltre 18 000 aggressioni, con circa 22 000 operatori coinvolti, circa 116 episodi per ASL, +5,5 % rispetto al 2023. Il 50 % del personale subisce aggressioni, gli infermieri soli hanno segnalato 260 000 episodi con un incremento del 33 % degli eventi aggressivi anno su anno. Nelle RSA, emergono i casi allarmanti basti pensare che a Modena ci sono stati 869 episodi tra il 2019 e metà 2024.

 

Non va meglio nel Trasporto pubblico locale (TPL).  Nel 2022, stime sindacali, dicono di oltre 300 aggressioni fisiche a danno di autisti e personale TPL. Nel settore ferroviario sono 355 le denunce per aggressioni a conducenti/capotreni, circa “un episodio al giorno”. Le violenze includono sputi, morsi, calci, minacce con armi e oggetti lanciati.

Anche a Venezia si registrano aggressioni a marinai ACTV, con un episodio particolarmente grave domenica scorsa ma sono oramai parecchi i casi verso autisti degli autobus e gli stessi marinai del servizio di trasporto acqueo

Premesso che è compito dell’Amministrazione Comunale e dell’Azienda di trasporto realizzare sistemi di trasporto efficienti, capienti e confortevoli ( e su questo si apre tutto un altro capitolo), possiamo pensare che le cause e conseguenze comuni siano:

  1. Stress da infrastrutture carenti: ritardi, sovraffollamento, liste d’attesa esasperano utenti e pazienti.
  2. Carenza di personale: turn-over e sottorganico aumentano tensione e burnout.
  3. Cultura dell’astio: diffidenza verso le istituzioni, inciviltà quotidiana amplificata da social media tossici.

 

L’insofferenza verso un’organizzazione del trasporto oramai inadeguata porta a queste situazioni e ripercussioni serie: servizi più insicuri, fuga di professionisti, aumento della paura tra chi lavora.

 

Ad oggi ci sono alcune azioni già adottate a livello nazionale come:

  • Protocollo sicurezza TPL (marzo 2022): cabine protette, telecamere, pulsanti d’emergenza e poliziotti a bordo dei mezzi .
  • Normativa rafforzata (DL 171/2024): procedibilità d’ufficio, arresto in flagranza anche differita per aggressori di sanitari; sperimentazione di bodycam e smartwatch nel Veneto .
  • Formazione e sensibilizzazione: campagne come “Più cura per chi cura” e percorsi educativi per cittadini e utenti.

 

Oltre a tutto ciò riteniamo che siano da attuare le seguenti azioni urgenti:

  1. 1. Rafforzare la sicurezza: Presidi permanenti di polizia e vigilanza su mezzi, stazioni e reparti; sistemi anti-aggressione integrati.
  2. Supporto concreto ai lavoratori: Assistenza psicologica, legale ed economica; tutele assicurative e protocolli aziendali preventivi.
  3. Stabilizzare il personale: Più assunzioni a tempo indeterminato; incentivi per le figure frontline e paghe adeguate.
  4. Educazione civica e culturale : Promozione del rispetto; percorsi educativo-sociali nelle scuole e nei quartieri.
  5. Monitoraggio e trasparenza: Database unificato per segnalazioni ufficiali e sommerso; report periodici su aggressioni.

 

Non possiamo più tollerare che chi viene a Venezia si senta autorizzato a qualsiasi azione contro chi lavora nel servizio pubblico, ma soprattutto dobbiamo evitare che anche i cittadini esasperati scarichino sui lavoratori le colpe della disorganizzazione e dell’incapacità di sviluppare un servizio adeguato alle esigenze, da parte delle strutture dedicate allo scopo .  Chi cura, assiste e trasporta garantisce la sicurezza e il benessere di tutti. Chi aggredisce mette a rischio l’intera comunità.

 

Azione Venezia è chiara: rispetto, alta vigilanza e tolleranza zero verso qualunque forma di violenza.

 

Paolo Bonafè – Segretario Comunale – Azione Venezia

Cristian Zara – Segretario Metropolitano – Azione Venezia

 

 

 

 

29/06/2025 Grave aggressione a bordo ACTV – piena solidarietà al marinaio coinvolto. Serve un immediato cambio di passo.

https://www.veneziatoday.it/cronaca/aggressione-marinaio-motoscafo-actv-oggi-video-piazzale-roma-domenica-29-giugno-video.html

L’ennesimo episodio di violenza ai danni di un lavoratore di ACTV, aggredito oggi durante il proprio servizio, è un fatto increscioso e inaccettabile che condanniamo con fermezza. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza al collega colpito, e ribadiamo che nessuna frustrazione, polemica o disagio, per quanto legittimo, può mai giustificare atti di violenza o aggressione.

 

Da troppo tempo assistiamo a un’escalation di rabbia, insulti e odio quotidianamente fomentati da alcuni utenti attraverso post, commenti e messaggi sui social e nei gruppi dedicati al trasporto pubblico. Frasi come “fate schifo”, “vergogna”, “siete da galera”, accompagnate da minacce, accuse infondate e aggressioni verbali, stanno contribuendo a creare un clima tossico e pericoloso.

 

Questo clima si traduce, purtroppo, in episodi concreti come quello di oggi. A chi crede che tutto sia lecito “perché si paga un biglietto”, rispondiamo con chiarezza: nessun diritto dà licenza di insultare o aggredire. Nessuna rabbia giustifica la violenza.

 

Chiediamo che venga immediatamente aperto un tavolo permanente sulla sicurezza a bordo dei mezzi ACTV, con la partecipazione dell’azienda, delle organizzazioni sindacali, della Capitaneria di Porto e delle istituzioni locali. I lavoratori del trasporto pubblico sono un presidio essenziale per la nostra città e devono essere tutelati.

 

A chi continua ad alimentare l’odio, rispondiamo con la forza della legalità e del rispetto. Venezia è una città aperta, ma non può e non deve tollerare che il ponte della libertà diventi il confine dell’inciviltà.

 

Paolo Bonafè

Segretario Comunale di Azione Venezia

 

Enrico Missaglia

Delegato ai Trasporti e alla Cantieristica

 

Università e conoscenza il motore dell’Italia di domani parte da Venezia

Venezia, 26 giugno 2025 –

L’incontro tenutosi con rappresentanti di importanti istituzioni veneziane – incontro che si è rivelato particolarmente denso e stimolante – conferma una convinzione che, come Azione Venezia, abbiamo sempre posto al centro della nostra visione: la conoscenza è la chiave dello sviluppo sociale, economico e democratico di un Paese.

Nel mondo globalizzato, nessuna società può pensare di mantenere livelli adeguati di benessere senza investire con decisione sulla formazione critica, di base e applicata. Le università sono i luoghi dove si crea il futuro, attraverso la ricerca, l’innovazione e lo scambio internazionale. Venezia ha il privilegio e la responsabilità di ospitare poli di eccellenza come Ca’ Foscari, lo IUAV e l’Università di Padova: realtà che formano la futura classe dirigente italiana ed europea, e che vanno tutelate e potenziate.

Il nostro impegno va in questa direzione. Dobbiamo affrontare senza esitazione i nodi strutturali che limitano il potenziale di questi atenei:

Il mismatch tra formazione e mercato del lavoro, che spinge molti giovani talenti a emigrare altrove, disperdendo competenze preziose;

La scarsa propensione delle imprese venete all’innovazione tecnologica causata da una burocrazia troppo pressante  frena sia la crescita del tessuto produttivo che la collaborazione virtuosa con il mondo accademico;

La difficoltà di accesso agli alloggi, acuita dalla diffusione incontrollata di B&B e affitti brevi, che penalizza fortemente studenti e dottorandi.

Azione Venezia sostiene con forza progetti innovativi e concreti come quello che ha visto la realizzazione di oltre 2.000 posti letto per studenti al Lido. È una strada da percorrere con coraggio e ambizione, anche aprendosi al coinvolgimento di capitali privati e internazionali, non come carità o filantropia, ma come partecipazione strutturata a progetti ad alto impatto culturale e sociale, così come suffragato dal  piano scuola di Azione Nazionale per il quale stanno lavorando anche i nostri territori .

Riteniamo inoltre che serva una riforma complessiva dei criteri di finanziamento delle università, oggi legati a meccanismi rigidi e automatici. Non tutte le realtà sono uguali: è giusto riconoscere e sostenere maggiormente quelle che hanno dimostrato un impatto reale sul territorio e una rete di relazioni internazionali qualificata.

Infine, siamo preoccupati per la proliferazione incontrollata delle università telematiche, che rischia di svilire l’autenticità dell’esperienza educativa, sostituendo lo scambio vivo tra docenti, studenti e territorio con un apprendimento troppo spesso solitario e impoverito.

Venezia ha tutte le carte in regola per essere un laboratorio di eccellenza, dove cultura, conoscenza e impresa possano incontrarsi per costruire un futuro più giusto e competitivo. Noi ci siamo.

Paolo Bonafé – Segretario comunale Azione Venezia

Raffaele Santoro – Delegato Cultura e Beni Culturali Azione Venezia

Fiorella Mameli – Delegata Scuola e Università Azione Venezia

 

Azione Venezia – Grave la frattura con Eni. Serve chiarezza, responsabilità e una strategia industriale vera per Porto Marghera”

Venezia, 27 giugno 2025 –

La bocciatura del progetto di Eni Rewind da parte della Commissione VIA regionale e la successiva comunicazione ufficiale di Eni che rimette in discussione il proprio impegno su Porto Marghera, unite all’annuncio di 49 esuberi alla Versalis, disegnano uno scenario allarmante per il futuro industriale e occupazionale dell’area metropolitana veneziana.

Come Azione Venezia, esprimiamo profonda preoccupazione per quanto sta accadendo e riteniamo sbagliato minimizzare la portata del segnale arrivato da Eni. Il rischio concreto è che la principale azienda a partecipazione pubblica del Paese si disimpegni da un territorio che ha già pagato un prezzo altissimo in termini ambientali, sociali e occupazionali.

Porto Marghera non può diventare terra di nessuno.

Serve un’assunzione di responsabilità collettiva: da parte del Governo, della Regione, del Comune e ovviamente anche di Eni, affinché si apra subito un tavolo istituzionale con i rappresentanti sindacali e le realtà produttive del territorio. La transizione ecologica non può essere un pretesto per tagliare posti di lavoro o ritirarsi silenziosamente da impegni industriali.

L’impianto proposto da Eni Rewind non era una risposta credibile né sul piano ambientale né su quello industriale. Tuttavia, la sua bocciatura non può coincidere con la ritirata completa di Eni da Marghera. È ora di passare dalle parole ai fatti, con investimenti veri in innovazione, bonifiche, economia circolare e filiere industriali sostenibili.

Accogliamo positivamente l’entrata in funzione a fine anno della seconda linea dell’impianto di Veritas, limitato al trattamento dei fanghi e rifiuti locali. Ma questo non può bastare. Venezia e Marghera hanno bisogno di una strategia industriale di lungo periodo, non di soluzioni tampone o silenzi operativi.

Non possiamo assistere, ancora una volta, al gioco delle responsabilità scaricate tra enti, né permettere che scelte unilaterali come quelle annunciate da Versalis vengano attuate senza confronto.

Porto Marghera è una parte fondamentale della storia industriale e della dignità del nostro territorio. Pretendiamo che resti anche parte del suo futuro.

Paolo Bonafé – Segretario comunale Azione Venezia

Mauro Memo – Vicesegretario comunale e Delegato Lavoro e Impresa Azione Venezia