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Denatalità: i giovani vorrebbero figli, ma il mondo attorno a loro li ostacola.

Denatalità: i giovani vorrebbero figli, ma il mondo attorno a loro li ostacola.

Il desiderio di diventare genitori non è scomparso: il 62% dei giovani tra i 18 e i 34 anni sogna almeno un figlio. Ma sogno e realtà non coincidono.

Stipendi bassi, precarietà lavorativa, affitti insostenibili, mancanza di servizi per l’infanzia e assenza di politiche familiari trasformano la genitorialità in un lusso per pochi o in un salto nel vuoto.

A Venezia, tutto questo è amplificato: pochi asili, poche case a prezzi accessibili, opportunità ridotte. E chi vuole mettere su famiglia spesso è costretto ad andarsene.

Serve un nuovo patto sociale per la genitorialità:
✅ Più asili nido pubblici e accessibili
✅ Congedi parentali retribuiti anche per i padri
✅ Sgravi fiscali e bonus per chi ha figli
✅ Lavoro flessibile e stabile, non penalizzante per le madri
✅ Accesso garantito alla PMA per tutte le coppie

La denatalità non è solo un problema statistico, è una ferita aperta sul futuro.
Aiutare i giovani a costruire una famiglia è un investimento sulla nostra città e sulla nostra società.

️ Azione Venezia c’è. Per una Venezia che torni ad essere una città dove si può scegliere di restare, vivere e generare futuro.

Paolo Bonafé – Segretario comunale Azione Venezia

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https://www.chioggiaazzurra.it/web/site/dettaglio?art=7791&t=DENATALITA%27+E+PRECARIETA%27%3A+AZIONE+VENEZIA+LANCIA+UN+PATTO+SOCIALE+PER+LA+GENITORIALITA%27

 

AZIONE VENEZIA

COMUNICATO STAMPA – Venezia, 27 luglio 2025
Denatalità, giovani ostaggio della precarietà – serve un nuovo patto sociale per la genitorialità
L’Italia è sempre più un Paese per vecchi. Il calo delle nascite ha raggiunto livelli drammatici: nel 2024 il tasso di fecondità si è fermato a 1,18 figli per donna, sotto il minimo storico. Non è disinteresse verso la genitorialità: i giovani i figli li vorrebbero eccome. Ma il contesto – lavorativo, economico, abitativo – è profondamente ostile a questa scelta.
I dati raccolti dall’Osservatorio Fragilitalia e diffusi dal Centro Studi Legacoop e Ipsos parlano chiaro: il problema non è culturale ma sistemico. Oltre il 90% dei giovani denuncia stipendi troppo bassi e un costo della vita sempre più insostenibile. La mancanza di stabilità lavorativa, l’impossibilità di conciliare orari e stress con una vita familiare, la carenza di case dignitose e accessibili, l’assenza di reali sostegni pubblici: tutto contribuisce a trasformare il desiderio di avere figli in un privilegio per pochi o in un salto nel vuoto.
Venezia, con la sua fragilità economica e residenziale, non fa eccezione. La nostra città paga doppio il prezzo della denatalità: da un lato l’invecchiamento costante della popolazione, dall’altro l’esodo giovanile causato da affitti alle stelle, opportunità occupazionali precarie e una qualità della vita sempre più sbilanciata.
Per questo Azione Venezia propone un patto politico e culturale per una nuova genitorialità, basato su tre pilastri: sostegno concreto, cambiamento culturale e incentivi mirati.
1. Politiche di sostegno alla genitorialità
* Potenziare gli asili nido pubblici, con accesso agevolato per le famiglie a basso ISEE e con più figli.
* Rafforzare i congedi parentali retribuiti, con attenzione anche alla paternità, troppo spesso trascurata.
* Ampliare l’assegno unico e introdurre nuovi bonus nascita e detrazioni fiscali sulle spese familiari.
* Sostenere il lavoro femminile con vere politiche di conciliazione tra vita e lavoro: smart working, flessibilità, orari compatibili.
2. Cambiamento culturale e sociale
* Introdurre percorsi di educazione alla genitorialità nelle scuole e nei servizi territoriali.
* Promuovere una genitorialità paritaria, dove madri e padri abbiano eguali diritti e doveri.
* Contrastare la “motherhood penalty”, ovvero la penalizzazione economica e di carriera che colpisce le donne che scelgono di avere figli.
* Facilitare l’accesso alla procreazione medicalmente assistita, anche per coppie non sposate o LGBTQ+.
3. Incentivi economici strutturali
* Introdurre detrazioni fiscali maggiorate per le famiglie con figli.
* Prevedere contributi a fondo perduto per i nuclei con reddito medio-basso che scelgono di avere figli.
* Avviare forme di decontribuzione per le madri lavoratrici, in particolare per chi ha più figli.
Infine, è ora che l’Italia – come altri Paesi europei – affronti con coraggio anche il tema dell’immigrazione regolare, legandola a percorsi di integrazione reale e di sostegno al ricambio generazionale.
La denatalità non è solo una crisi demografica. È una crisi della fiducia nel futuro.
Ridare ai giovani la possibilità di scegliere liberamente se e quando diventare genitori significa costruire una società più equa, viva e solidale.

Azione Venezia è pronta a fare la sua parte, sul territorio e nelle istituzioni.

Paolo Bonafé – Segretario comunale Azione Venezia

QUARTIERI AD ALTA PRESENZA STRANIERA – SERVE UNA POLITICA DI INTEGRAZIONE SERIA, NON LA RETORICA DELL’UNO CONTRO L’ALTRO

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Nei quartieri di Marghera, Catene e Malcontenta, la percentuale di cittadini stranieri ha superato il 28% della popolazione residente. Anche Mestre centro presenta dati simili.

È un cambiamento evidente a chi vive questi territori ogni giorno: lo si vede nelle scuole, nei parchi, nei negozi. Famiglie giovani, spesso numerose, che contribuiscono a tenere viva la componente demografica di una città sempre più anziana. Ma ignorare questa realtà significa trasformare una risorsa in un problema. Le criticità già emergono: classi scolastiche fortemente polarizzate, tensioni sociali, pressione crescente sui servizi e – soprattutto – una narrazione tossica del “noi contro loro” che alimenta paura, rabbia e chiusura.

La preoccupazione delle famiglie italiane, la paura di perdere il lavoro o di veder peggiorare la qualità dell’istruzione è comprensibile. Ma la risposta non può essere l’esclusione o il rifiuto generalizzato. Se non si governa per tempo questa transizione, il rischio è la formazione di ghetti scolastici e urbani, dove la convivenza lascia spazio all’isolamento, e i giovani – italiani e stranieri – crescono separati, sospesi tra mondi che non si parlano più.

L’erosione della fiducia istituzionale – quando Comune, Municipalità o servizi sembrano assenti – è un moltiplicatore di disagio. Da qui nasce il terreno fertile per populismi, xenofobia e reazioni difensive. Come Azione Venezia, rifiutiamo questa deriva.

Crediamo in una politica di integrazione che non sia dell’uno contro l’altro, ma che metta al centro la mediazione culturale, la scuola come spazio comune, e una visione integrata tra politiche educative, sociali e urbane. Esistono in Italia esperienze che dimostrano come una diversità ben gestita diventa una risorsa, non un problema. La scuola può diventare un laboratorio di convivenza se affiancata da risorse adeguate, presenza pubblica nei quartieri, e progetti educativi chiari.

Chiediamo:

  • un piano globale e strutturato per l’integrazione scolastica e sociale,
  • la creazione di reti tra scuola, servizi sociali e famiglie,
  • un coordinamento stabile tra Comune e Municipalità,
  • una gestione trasparente e meritocratica delle opportunità di cittadinanza attiva.

Marghera, Catene e Malcontenta non sono periferie marginali, ma il fronte urbano del futuro veneziano. Possiamo abbandonarli, oppure costruire lì un nuovo modello di convivenza urbana. Serve una scelta politica chiara. E serve adesso.

Paolo Bonafé - Segretario Comunale di Azione Venezia

Fiorella Mameli - Delegata Scuola e Università – Azione Venezia

 

Difendiamo le capannine dei Murazzi: un gesto di civiltà e buon senso

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Come Azione Venezia, esprimiamo il nostro pieno sostegno alla raccolta firme in difesa delle capannine dei Murazzi al Lido di Venezia, oggi oggetto di una inspiegabile operazione di rimozione.

Queste piccole strutture, nate dall’ingegno dei residenti con materiali di recupero, rappresentano da anni un simbolo di cura e rispetto del territorio, un punto di riferimento per famiglie, anziani, bambini e turisti. Non sono costruzioni invasive, né ostacolano la funzione protettiva dei Murazzi; al contrario, si integrano perfettamente con il paesaggio storico e naturale, offrendo riparo e rendendo più fruibile e accogliente il litorale.

Non possiamo dimenticare che fu lo stesso Sindaco Luigi Brugnaro, nel 2018, a difendere strutture analoghe a Pellestrina, definendole “parte del paesaggio tipico dell’arenile”. Oggi ci chiediamo cosa sia cambiato e perché si voglia cancellare un’esperienza di partecipazione civica, di cura spontanea e intelligente dello spazio pubblico.

In un’epoca in cui si parla di sostenibilità, di valorizzazione degli spazi condivisi e di responsabilità ambientale, è assurdo che si scelga di impiegare risorse per distruggere ciò che funziona, anziché migliorare ciò che manca.

Per questo chiediamo alle istituzioni competenti di fermare immediatamente la rimozione e di aprire un dialogo serio con la cittadinanza per una soluzione condivisa. Difendere queste capannine significa difendere l’identità del Lido, il diritto a uno spazio pubblico accogliente, vivo e accessibile a tutti.

Invitiamo tutti i cittadini a firmare la petizione per salvare le capannine e a far sentire la propria voce. I Murazzi non devono diventare un luogo vuoto, ma rimanere un simbolo di inclusione e di comunità.

Paolo Bonafé – Segretario Comunale di Azione Venezia

Fosca Moro – Responsabile under 30

Violenza sulle donne, dati in crescita – bene il modello Chioggia, da estendere a tutta la provincia

I dati nazionali confermano una realtà allarmante: in Italia, nel 2025, si registra un forte aumento degli accessi ai centri antiviolenza. La violenza di genere, in particolare quella fisica, sessuale e psicologica, continua a rappresentare una parte significativa dei reati denunciati, con percentuali che variano tra il 74% e il 93% nei casi di maltrattamenti, violenze sessuali e stalking.

Nel 2024 i centri antiviolenza italiani hanno accolto in media oltre 2.180 donne ogni mese, in crescita rispetto alle circa 1.920 del 2023. Questi numeri dimostrano quanto sia fondamentale rafforzare il ruolo dei centri antiviolenza, che rappresentano luoghi di ascolto, protezione e rinascita per chi subisce violenza.

Anche il nostro territorio non è esente da questo fenomeno. A Chioggia, il Centro Antiviolenza “Civico Donna”, gestito dalla Cooperativa Rel.Azioni Positive, ha accolto ben 35 donne nei primi tre mesi del 2025. Si tratta di un servizio di ascolto, sostegno psicologico e consulenza legale gratuito, realizzato in sinergia con i Comuni di Chioggia (capofila), Cavarzere e Cona, e con la collaborazione di scuole, forze dell’ordine, pronto soccorso e associazioni locali.

L’amministrazione comunale di Chioggia, con il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e sociali del territorio, ha saputo mettere in campo un modello virtuoso di rete e di prevenzione, che non si limita a intervenire sull’emergenza, ma punta anche sulla sensibilizzazione, coinvolgendo le scuole, i giovani e tutta la comunità.

Questa iniziativa rappresenta un esempio concreto di buona politica e buona amministrazione, che merita di essere rafforzata a Chioggia e adottata anche dagli altri Comuni della provincia di Venezia.

Occorre costruire una rete stabile e omogenea, capace di offrire ovunque lo stesso livello di protezione, ascolto e sostegno, perché nessuna donna si senta sola o abbandonata, indipendentemente da dove viva.

Come Azione Venezia sosteniamo convintamente il lavoro avviato a Chioggia e ribadiamo che la lotta contro la violenza di genere deve restare una priorità per tutti i territori. Solo con collaborazione, investimenti e responsabilità condivisa si può costruire una comunità più sicura e più giusta.

 

Paolo Bonafè – Vicesegretario Vicario Metropolitano di Azione Venezia  – Delegato per Chioggia

Paola Garbin – Responsabile Azione Cavarzere e Cona

Università e conoscenza il motore dell’Italia di domani parte da Venezia

Venezia, 26 giugno 2025 –

L’incontro tenutosi con rappresentanti di importanti istituzioni veneziane – incontro che si è rivelato particolarmente denso e stimolante – conferma una convinzione che, come Azione Venezia, abbiamo sempre posto al centro della nostra visione: la conoscenza è la chiave dello sviluppo sociale, economico e democratico di un Paese.

Nel mondo globalizzato, nessuna società può pensare di mantenere livelli adeguati di benessere senza investire con decisione sulla formazione critica, di base e applicata. Le università sono i luoghi dove si crea il futuro, attraverso la ricerca, l’innovazione e lo scambio internazionale. Venezia ha il privilegio e la responsabilità di ospitare poli di eccellenza come Ca’ Foscari, lo IUAV e l’Università di Padova: realtà che formano la futura classe dirigente italiana ed europea, e che vanno tutelate e potenziate.

Il nostro impegno va in questa direzione. Dobbiamo affrontare senza esitazione i nodi strutturali che limitano il potenziale di questi atenei:

Il mismatch tra formazione e mercato del lavoro, che spinge molti giovani talenti a emigrare altrove, disperdendo competenze preziose;

La scarsa propensione delle imprese venete all’innovazione tecnologica causata da una burocrazia troppo pressante  frena sia la crescita del tessuto produttivo che la collaborazione virtuosa con il mondo accademico;

La difficoltà di accesso agli alloggi, acuita dalla diffusione incontrollata di B&B e affitti brevi, che penalizza fortemente studenti e dottorandi.

Azione Venezia sostiene con forza progetti innovativi e concreti come quello che ha visto la realizzazione di oltre 2.000 posti letto per studenti al Lido. È una strada da percorrere con coraggio e ambizione, anche aprendosi al coinvolgimento di capitali privati e internazionali, non come carità o filantropia, ma come partecipazione strutturata a progetti ad alto impatto culturale e sociale, così come suffragato dal  piano scuola di Azione Nazionale per il quale stanno lavorando anche i nostri territori .

Riteniamo inoltre che serva una riforma complessiva dei criteri di finanziamento delle università, oggi legati a meccanismi rigidi e automatici. Non tutte le realtà sono uguali: è giusto riconoscere e sostenere maggiormente quelle che hanno dimostrato un impatto reale sul territorio e una rete di relazioni internazionali qualificata.

Infine, siamo preoccupati per la proliferazione incontrollata delle università telematiche, che rischia di svilire l’autenticità dell’esperienza educativa, sostituendo lo scambio vivo tra docenti, studenti e territorio con un apprendimento troppo spesso solitario e impoverito.

Venezia ha tutte le carte in regola per essere un laboratorio di eccellenza, dove cultura, conoscenza e impresa possano incontrarsi per costruire un futuro più giusto e competitivo. Noi ci siamo.

Paolo Bonafé – Segretario comunale Azione Venezia

Raffaele Santoro – Delegato Cultura e Beni Culturali Azione Venezia

Fiorella Mameli – Delegata Scuola e Università Azione Venezia

 

Plaude all’intesa tra il Ministro Valditara e il Presidente Buttafuoco: un’opportunità straordinaria per avvicinare i giovani all’arte e alla cultura

Azione Venezia esprime profonda soddisfazione per la sottoscrizione del protocollo d’intesa triennale tra il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e il Presidente della Biennale di Venezia Pietrangelo Buttafuoco, finalizzato ad avvicinare le nuove generazioni al patrimonio culturale attraverso percorsi educativi, laboratori creativi e attività guidate nelle sedi della prestigiosa istituzione veneziana; perché finalmente si valorizza l’incontro tra il mondo della scuola e quello dell’arte contemporanea, trasformando Venezia in un’aula diffusa, viva e inclusiva, dove la cultura diventa leva di crescita personale e collettiva.

Il protocollo, che coinvolge scuole secondarie di primo e secondo grado in tutta Italia, rappresenta un salto di qualità nell’offerta educativa, grazie a strumenti innovativi e inclusivi che permetteranno a migliaia di studenti di sperimentare linguaggi artistici nuovi e complessi: dalle arti visive alla danza, dal teatro all’architettura fino al cinema immersivo.

L’impegno della Biennale nel garantire percorsi calibrati per fasce d’età e grado scolastico, insieme ai servizi di trasporto facilitati, rafforza la dimensione accessibile e democratica dell’iniziativa.

Come Azione crediamo che questo progetto risponda concretamente al bisogno di una scuola capace di dialogare con il presente, di stimolare creatività e pensiero critico nei giovani cittadini ed è anche una grande occasione per Venezia: una città che può e deve essere motore culturale e educativo per il Paese intero.

Per quello che sarà nelle nostre possibilità continueremo a sostenere e promuovere tutte le azioni che, come questa, contribuiscono a costruire una scuola aperta, dinamica e in dialogo con il territorio e le sue eccellenze.

Paolo Bonafè – Segretario comunale di Azione Venezia

Fiorella Mameli – Delegata Istruzione e Università – Azione Venezia

 Raffaele Santoro – Delegato Cultura e Conservazione Beni Culturali

 

MOSCHEA A MESTRE: ORA È UFFICIALE, LA PROPOSTA DI AZIONE DIVENTA REALTÀ

2025-05-09 Gazzettino MOSCHEA A MESTRE ORA È UFFICIALE, LA PROPOSTA DI AZIONE DIVENTA REALTÀ

 

Lega: «No alla moschea in via Giustizia». Azione Venezia: «Bene il preliminare»

https://www.veneziatoday.it/politica/lega-no-alla-moschea-via-giustizia-azione-venezia-sostiene-progetto.html

Venezia, 8 maggio 2025 – Con la firma del preliminare d’acquisto dell’area dell’ex segheria Rosso di via Giustizia da parte della fondazione della Comunità bengalese, si compie un primo passo concreto verso la realizzazione della Moschea a Mestre. Un progetto di rigenerazione urbana, inclusione e civiltà che Azione Venezia rivendica con orgoglio, poiché fu proprio la nostra forza politica, con un comunicato ufficiale del 31 marzo scorso, a proporre pubblicamente questa soluzione.

 

La nostra proposta partiva da un dato evidente: migliaia di cittadini di fede islamica si ritrovano a celebrare momenti fondamentali della loro vita religiosa in luoghi improvvisati e spesso inadeguati. Durante il Ramadan appena concluso, Mestre ha visto i fedeli costretti a suddividersi in turni tra parchi pubblici, centri provvisori e spazi saturi. Questa realtà dimostra come una Moschea vera, stabile e decorosa non sia più rinviabile.

 

Azione Venezia ha indicato l’area dell’ex segheria proprio per la sua posizione strategica e per l’urgenza di sottrarla al degrado e all’illegalità. Non si tratta solo di un’opera religiosa, ma di una vera operazione di riqualificazione urbana, completamente finanziata da capitali privati e senza alcun onere per la cittadinanza. Inoltre, abbiamo suggerito, in alternativa o in aggiunta, la possibilità di prevedere in quell’area anche uno spazio cimiteriale per i defunti di fede islamica, rispondendo così a un’altra richiesta della Comunità.

 

Accogliamo quindi con favore e soddisfazione la notizia del preliminare firmato dalla Comunità bengalese, e chiediamo ora all’Amministrazione comunale di confermare gli impegni già assunti, garantendo il necessario supporto tecnico e urbanistico per giungere alla realizzazione del progetto nel pieno rispetto delle norme.

 

Azione continuerà a vigilare e a sostenere questo percorso, perché una città inclusiva e sicura si costruisce solo riconoscendo pari diritti e dignità a tutti i suoi cittadini.

 

Paolo Bonafè – Segretario Comunale Azione Venezia

Gennaro Marotta – Vicesegretario Comunale con delega su Mestre e Terraferma

 

Moschea , perché si !

2025-04-05 Gazzettino - Proposta di azione per Moschea in Via Giustizia 2025-04-05 Nuova Venezia - proposta di Azioen moschea in via giustizia

 

https://www.nuovavenezia.it/cronaca/azione-al-sindaco-avanti-tutta-con-la-moschea-allex-segheria-di-via-giustizia-pn1dk392

Il fine Ramadan ha raccolto i vari fedeli e ci ha dato una plastica idea di quanti essi siano. Ieri gli stessi si sono spalmati in tutta la città con cinque turni di preghiera tra il centro islamico di via Torino, altrettanti in quelli di Altobello e Marghera, poi al Piraghetto ed infine a San Giuliano. Praticamente i due parchi cittadini sono diventati luoghi di incontro e preghiera nel nome di Allah

Inoltre è da tempo che la stessa Comunità chiede al Comune che si prevedano anche altri spazi all’interno dei nostri cimiteri per potervi tumulare le persone defunte di fede musulmana secondo i loro riti.

Come Azione riteniamo che le persone di ogni fede religiosa abbiano diritto di poter professare liberamente il proprio credo in luoghi di culto appropriati e dedicati, così come riteniamo sia opportuno che vengano trovati al più presto altri spazi cimiteriali per i defunti di fede musulmana.

Per questo motivo ci auguriamo che l’Amministrazione Comunale dia seguito ai buoni propositi sin qui espressi, ossia trovi un vero e sollecito accordo con la Comunità Islamica della nostra Città, affinché si arrivi effettivamente alla costruzione di una Moschea in zona ex segheria di Via Giustizia, area che oggi si presenta alquanto degradata e mal frequentata.

Considerato poi che la Comunità Islamica procederebbe alla realizzazione di detta Moschea con capitali interamente privati, senza alcuna spesa a carico della fiscalità generale, si chiede al Sindaco e all’Amministrazione Comunale di prendere atto di questa disponibilità alla presa in carico della spesa e garantire il diritto alla professione di fede di una Comunità cosi numerosa di Cittadini che si farebbero anche carico della riqualificazione delle zone loro assegnate .

In alternativa all’area cimiteriale esistente, ed in accordo con la stessa comunità  islamica, Azione propone all’Amministrazione Comunale di pensare ad uno spazio uso cimitero islamico nella stessa area in cui potrebbe essere realizzata la Moschea.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale Azione Venezia

Gennaro Marotta – Vicesegretario delegato per Mestre e Terraferma

Venezia 31/03/2025

 

 

Lo Stato dia maggior autonomia alle sue Istituzioni culturali a Venezia

 

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Accanto ai Musei Civici Comunali e ad Enti privati quali Chiese, Scuole Grandi e Fondazioni varie, le istituzioni culturali di emanazione statale (Biblioteca Marciana, Archivio di stato, Accademia e gli altri Musei incardinati nelle Sovrintendenze, etc.) sono chiamati ad assicurare un’adeguata gestione e valorizzazione dell’incommensurabile patrimonio artistico-culturale di Venezia.

Il Ministero della Cultura non sembra però essere consapevole dell’esigenza di dotare le proprie emanazioni sul territorio nazionale, e in primis quelle veneziane data l’eccezionalità del loro patrimonio, di strumenti organizzativi e finanziari idonei a svolgere adeguatamente i propri compiti.

Anziché proseguire nel percorso verso l’autonomia prevista per i grandi musei statali dalla legge Franceschini, applicandola in pieno alle istituzioni culturali veneziane, la riforma Sangiuliano ha creato quattro Dipartimenti centrali, accentrando l’organizzazione a Roma presso il Ministero ove si quadruplicano i posti dirigenziali, indebolendo invece le strutture regionali sul territorio.

In particolare, vengono aboliti i Segretari regionali, che curavano gli adempimenti amministrativi (appalti, bilanci, digitalizzazione, etc.) sempre più complessi e gravidi di responsabilità penali, il cui presidio richiede personale qualificato con esperienza adeguata nella materia.

La riforma Sangiuliano addossa invece questi adempimenti ai responsabili delle singole Istituzioni culturali sul territorio, privi di collaboratori esperti in materie amministrative, facendoli annegare nella burocrazia e disperdendo le loro competenze nelle scienze umanistiche di loro diretta competenza che dovrebbero invece venir espresse al più alto livello internazionale, soprattutto in una piazza prestigiosa come Venezia.

Che paese è questo, che dispone del più meraviglioso patrimonio culturale del mondo ed in cui gli scienziati-ricercatori vengono così sviliti?

E’ invece quanto mai urgente per le istituzioni culturali statali riattivare il percorso dell’autonomia almeno in sedi importanti come quella veneziana, dotandole di qualificato personale amministrativo che affianchi le professionalità umanistiche lasciandole libere di esprimersi. E proprio a Venezia potrebbe far scuola il modello di un ente statale come l’Autorità per la Laguna, che ha recentemente nominato due distinti Direttori, uno per la parte tecnica e uno per la parte amministrativa.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Raffaele Santoro – Delegato ai Beni culturali

Paolo Diprima – Delegato al Programma

https://www.linkedin.com/company/azioneveneto

 Venezia: Beni culturali da tutelare tra tagli lineari e mancanza di personale  

La gestione dello sterminato e ricchissimo patrimonio culturale del nostro paese soffre non da oggi di criticità non lievi, le cui cause vanno ascritte certo ad una sempre più grave mancanza di finanziamenti ma anche ad una concezione della sua tutela e valorizzazione inaugurata oltre un ventennio fa e che oggi mostra tutti i suoi limiti.

Va considerato innanzitutto che la storia d’Italia non è stata interessata, se non recentemente, da fenomeni di accentramento politico ed istituzionale.

La meravigliosa antichità classica, il medioevo italiano ricco di arte e cultura e le grandi città rinascimentali rappresentano e rappresenteranno sempre il cuore della civiltà europea, da cui tutto si diparte. Trattare un così grande e ricco policentrismo con le logiche dei tagli lineari non fa altro che svilire la nostra storia, rivelandosi in ultima analisi dannoso anche per le realtà più piccole.

Venezia per lunghi anni ha subito nei suoi istituti culturali gravi depauperamenti di finanziamenti, di personale, di formazione mirata. Ormai oltre il sessanta per cento del personale previsto dagli organici non è coperto, e troppo spesso mancano del tutto figure intermedie, quali aiuto- addetti alla catalogazione o all’inventariazione, aiuto- restauratori, senza le quali gli architetti, gli storici dell’arte, i bibliotecari e gli archivisti non possono operare. Il personale è talmente ridotto che ormai il problema principale non sono neppure più i finanziamenti, impossibili da mettere a frutto senza un’adeguata struttura che li sostenga. Per poter assicurare una parvenza di risultati ci si rivolge a personale assunto a tempo determinato tramite la società Ales.

Ma questo non fa altro che aumentare la precarietà ed impedire una costante formazione del personale, che solo tramite esperienze ultradecennali può essere produttiva.

E’ vero che siamo in una fase di contenimento della spesa per le note ragioni di bilancio. Proprio per questo però occorre allocare in modo mirato le risorse, privilegiare centri di ricerca e di innovazione scientifica e tecnologica che solo i grandi istituti possono assicurare, consentendo agli stessi di far ricadere sul resto del territorio il frutto del proprio lavoro.  Il nostro obiettivo non può essere tenere in piedi malamente strutture prive di forza propulsiva ma al contrario dalle attuali difficoltà occorre uscire con più innovazione, più progettualità, impossibili da raggiungere senza un adeguato e fertile scambio internazionale di conoscenze. Venezia è la città italiana con la maggiore visibilità nel mondo. Ad essa si rivolgono i paesi del Mediterraneo meridionale, i paesi dell’Europa occidentale ed orientale, la stessa Asia. Soprattutto in questi ultimi anni i paesi arabi si rivolgono a Venezia per trovarvi i semi delle proprie radici, consci che l’impero commerciale veneziano nel Mediterraneo  ha permesso nei secoli un fecondo scambio culturale, che ha lasciato più ricche la stessa Venezia ed i paesi mediterranei. Considerazioni analoghe valgono per l’assoluta carenza di personale informatico negli istituti, con le immaginabili conseguenze non solo in termini di carenze progettuali ma anche per le difficoltà di dialogare con istituzioni straniere ben altrimenti attrezzate.

Gravi lacune si sono determinate anche nel settore dei funzionari amministrativi.

La soppressione dei segretariati regionali, che dovevano assicurare la gestione delle gare e degli appalti, apre un vuoto che forse in sede di riforma del ministero, in via di esecuzione, potrà essere parzialmente colmato attraverso l’attribuzione di tali funzioni alla soprintendenza del capoluogo regionale. Ma se essa non sarà dotata di personale adeguato a nulla varrà la riforma.

In ultima analisi bisogna investire, avere fiducia, deporre l’atteggiamento rinunciatario che porta a non sostituire e formare il personale, o ad avvalersi talora di personale esterno cui non si offre nessuna prospettiva di vita serena. Accanto alle istituzioni statali  sono presenti a Venezia magnifiche realtà culturali pubbliche e private, a cominciare dai Musei civici per passare alle  Scuole Grandi fino a Fondazioni ed Istituzioni conosciute in tutto il mondo per la profondità e valenza della propria presenza  che   va ben al di là dell’ambito cittadino. Questo respiro universale, proprio di Venezia, non va smarrito in beghe locali, soggetto a meschini interessi di parte, ma riconosciuto, accresciuto, tenendo la politica fuori da gestioni che devono essere improntate a promuovere la conoscenza e l’incontro fra culture.

Dobbiamo essere consapevoli che la storia ha consegnato all’Italia moderna  tanti ed eminenti luoghi sociali della cultura,  laboratori di sapere,  ed in primo luogo  Venezia, che non dimentichiamolo, Fernand Braudel, uno dei più grandi storici del Novecento, definì  nell’età del Rinascimento  la capitale mondiale dell’economia-mondo.

 

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Raffaele Santoro – Delegato Cultura e Beni Culturali

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04 novembre 2024