Nei quartieri di Marghera, Catene e Malcontenta, la percentuale di cittadini stranieri ha superato il 28% della popolazione residente. Anche Mestre centro presenta dati simili.
È un cambiamento evidente a chi vive questi territori ogni giorno: lo si vede nelle scuole, nei parchi, nei negozi. Famiglie giovani, spesso numerose, che contribuiscono a tenere viva la componente demografica di una città sempre più anziana. Ma ignorare questa realtà significa trasformare una risorsa in un problema. Le criticità già emergono: classi scolastiche fortemente polarizzate, tensioni sociali, pressione crescente sui servizi e – soprattutto – una narrazione tossica del “noi contro loro” che alimenta paura, rabbia e chiusura.
La preoccupazione delle famiglie italiane, la paura di perdere il lavoro o di veder peggiorare la qualità dell’istruzione è comprensibile. Ma la risposta non può essere l’esclusione o il rifiuto generalizzato. Se non si governa per tempo questa transizione, il rischio è la formazione di ghetti scolastici e urbani, dove la convivenza lascia spazio all’isolamento, e i giovani – italiani e stranieri – crescono separati, sospesi tra mondi che non si parlano più.
L’erosione della fiducia istituzionale – quando Comune, Municipalità o servizi sembrano assenti – è un moltiplicatore di disagio. Da qui nasce il terreno fertile per populismi, xenofobia e reazioni difensive. Come Azione Venezia, rifiutiamo questa deriva.
Crediamo in una politica di integrazione che non sia dell’uno contro l’altro, ma che metta al centro la mediazione culturale, la scuola come spazio comune, e una visione integrata tra politiche educative, sociali e urbane. Esistono in Italia esperienze che dimostrano come una diversità ben gestita diventa una risorsa, non un problema. La scuola può diventare un laboratorio di convivenza se affiancata da risorse adeguate, presenza pubblica nei quartieri, e progetti educativi chiari.
Chiediamo:
- un piano globale e strutturato per l’integrazione scolastica e sociale,
- la creazione di reti tra scuola, servizi sociali e famiglie,
- un coordinamento stabile tra Comune e Municipalità,
- una gestione trasparente e meritocratica delle opportunità di cittadinanza attiva.
Marghera, Catene e Malcontenta non sono periferie marginali, ma il fronte urbano del futuro veneziano. Possiamo abbandonarli, oppure costruire lì un nuovo modello di convivenza urbana. Serve una scelta politica chiara. E serve adesso.
Paolo Bonafé - Segretario Comunale di Azione Venezia
Fiorella Mameli - Delegata Scuola e Università – Azione Venezia
