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REGOLAMENTO AFFITTI TURISTICI UTILE AL DECORO MA NON ALLA RESIDENZA

Finalmente dopo due anni dalla legge che ha dato al Comune di Venezia, per primo in Italia, la possibilità di regolamentare le locazioni turistiche, la Giunta veneziana ha licenziato la proposta di Regolamento che sarà ora esaminata dal Consiglio Comunale per la finale approvazione.

Pur riservandoci ulteriori commenti a quando sarà disponibile il testo completo del Regolamento, anche con riferimento ai termini precisi della “moratoria“ di 18 mesi dichiarata dall’Assessore Zuin, la prima impressione è che il suo principale effetto, per quanto certamente condivisibile, sarà quello di migliorare la qualità del faticoso rapporto tra gli ospiti delle locazioni e la città, richiedendo un maggior impegno da parte di proprietari e gestori degli appartamenti affittati.

In questa direzione va l’obbligo opportunamente posto a loro carico di un’accoglienza di persona del turista, con la consegna dei sacchetti di raccolta differenziata e di un vademecum per il rispetto della città. L’accoglienza di persona dovrebbe quindi diradare l’antiestetica presenza delle scatolette con le chiavi, del resto già bocciate dalla Soprintendenza, e prevenire l’arrivo in città di soggetti di fatto non identificati, potenzialmente pericolosi a vario titolo.

Sembrano invece andar deluse le attese di chi si aspettava che il Regolamento potesse costituire un serio disincentivo alle locazioni turistiche finalizzato a liberare una maggior disponibilità di appartamenti per la residenza, soprattutto giovanile, di cui la città ha disperatamente bisogno.

Questo Regolamento, al di là degli effetti contingenti della moratoria, non pare infatti sufficiente a invertire stabilmente la corsa dei posti letti in locazione turistica, arrivata in centro storico a 23 mila unità che, anche se non tutti riciclabili ad uso abitativo, potrebbero aumentare l’offerta ai residenti.

Azione propone invece di salvaguardare le sole locazioni turistiche fino ad un massimo di due appartamenti, con diretto impegno dei proprietari nella gestione dell’attività, consapevole dell’importanza per molte famiglie locali di disporre di un’integrazione al reddito per vivere in città.

Per le altre locazioni turistiche andrebbero invece introdotte misure invece ben più incisive, tra cui la loro assimilazione ad un’attività alberghiera, da cui far conseguire l’applicabilità delle misure autorizzatorie ad esse applicabili, l’obbligo edilizio di un cambio d’uso dell’unità immobiliare, e l’assoggettamento del reddito alla fiscalità d’impresa al posto della vantaggiosa imposta sostitutiva.

Per risollevare l’offerta privata ad uso abitativo, il disincentivo alle locazioni turistiche andrebbe poi affiancato dall’incentivazione ad affittare a residenti mediante agevolazioni nella fiscalità locale e la prestazione di garanzie per morosità inquilini, fermo restando infine l’impegno a rimettere rapidamente a disposizione degli aventi diritto le numerose case sfitte di proprietà pubblica.

 

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Leda Costantini – Delegata alla Residenza

Paolo Diprima – Delegato al Programma

 

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28 ottobre 2024

Il waterfront: costruire insieme il Futuro

 

 

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Azione, sì al progetto del waterfront portuale

https://www.veneziatoday.it/politica/azione-waterfront-porto-venezia.html#obd3rclnmfg

  Non entriamo, per motivi di spazio, nel dettaglio dell’analisi del progetto dell’Autorità Portuale di ridisegno dell’area S. Basilio, Scomenzera, S. Marta e S. Andrea ma, dopo attenta analisi, prendiamo la responsabilità di dire che il progetto presenta idee potenzialmente bellissime: la nuova piazza, la riva cittadina del Scomenzera liberata e di fatto un nuovo quartiere, la porosità con la città, un parcheggio multipiano, il rilancio di Santa Marta.. carne al fuoco come mai in passato. Il tutto nella città storica e in un momento in cui come mai prima si parla di carenza di residenzialità, di spazi per studenti, di attrazione di lavoratori da tutto il mondo e di contrasto al declino demografico. Si tratta di un’opportunità gigantesca. Ci sono peraltro motivi di perplessità che è giusto chiarire e se possibile superare: su tutti ci sfugge il senso e la funzione della dependance della stazione ferroviaria in Marittima e una certa “mancanza di coraggio” sulla destinazione della riva di S. Basilio che resta a uso promiscuo (pubblico e portuale), dove noi vedremmo bene una fermata per i mezzi acquei lato canale marittima (in una possibile revisione del trasporto pubblico con mezzi più capienti).  Resta il fatto che quella offerta dal Porto è un’occasione epocale. E la politica, quella alta, deve dire la sua. Pensare i trasporti, studiare gli insediamenti negli edifici ristrutturati, parlare con le Università, cogliere e valorizzare opportunità. in una parola: costruire (insieme) il futuro.

E soprattutto, c’è una cosa che la politica non deve assolutamente fare: assumere la solita postura di opposizione preventiva alle novità. È naturalmente sorto un Comitato Waterfront di cittadini che ha raccolto firme contrarie al piano la cui “colpa” principale (lo si dica senza ipocrisia) è quella minacciare il privilegio di pochi di parcheggiare l’auto dove è prevista una pubblica piazza. Giusto chiedere condivisione e analizzare criticamente i punti oscuri ma l’atteggiamento di fondo deve essere “per” e non “contro”. Non si cada nel solito riflesso pavloviano del NO vellicando gli inevitabili istinti di conservazione dello status quo (pure con argomentazioni paradossali per cui il Piano sarebbe contro la residenza). La politica tutta abbia, per una volta, coraggio e visione di futuro.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Mauro Memo – Vicesegretario con delega di Venezia e isole

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18 settembre 2024

interrogazione on Valentina Grippo su Diritto Sanità al Lido

2024-09-14 Nuova Venezia Interrogazione su Sanità Lido2

 

2024-09-17 Gazzettino La Sanità del Lido arriva al Governo - casi gravissimi servono risorse

 

Al Ministro della Salute. - Per sapere. Premesso che:

 

il diritto alla salute è un bene inalienabile che lo Stato ha l’obbligo di garantire nei confronti dei propri cittadini, con particolare attenzione ai soggetti più fragili come minori e anziani;

 

al Lido di Venezia e nell’adiacente isola di Pellestrina è presente, da tempo, una situazione emergenziale che caratterizza le strutture sanitarie della zona;

 

le due isole, infatti – che contano circa 20.000 residenti, senza considerare gli esponenziali aumenti dei mesi estivi, – sono oggi servite unicamente da un Punto di Primo Intervento essendo stati chiusi da anni lo storico Ospedale al Mare e il Pronto Soccorso. Tale presidio prende in carico i codici bianchi e verdi, mentre, per i codici superiori si provvede di norma allo smistamento verso l’Ospedale Civile nel centro storico veneziano. Il Lido ha in dotazione tre ambulanze, ma il medico del punto di primo intervento è uno solo; pertanto, ben due mezzi possono operare solo con a bordo paramedici. Ciò crea evidenti criticità in caso di contemporaneità di casi gravi;

 

il trasferimento dei pazienti dal Lido all’Ospedale Civile avviene tramite idroambulanza, con le relative incertezze in caso di condizioni meteorologiche critiche (nebbia, vento e mare agitato). I trasporti presso altre strutture ospedaliere, per situazioni di particolare emergenza, avvengono con l’elicottero, il quale però non staziona al Lido e viene chiamato su necessità;

 

stante che l’intervento medico specialistico, in casi di infarto, ictus, emorragia cerebrale, traumi, è decisivo nella prima ora, è un dato di fatto che i cittadini di Lido e Pellestrina, oltre ai numerosi ospiti estivi delle due località, vivono in una condizione di alto rischio sanitario;

 

in soli sei mesi, al Lido di Venezia si sono verificati due casi di malasanità relativamente alla morte di due bambini, Mattia e Elettra. Il caso di Elettra è emblematico e riassuntivo di quanto descritto: lo scorso maggio, questa bambina di soli 18 mesi, ha addentato un flaconcino di plastica ingoiandone il tappo. I genitori intervengono immediatamente effettuando invano la manovra di Heimlich e chiamando il 118 per richiedere un intervento sanitario di emergenza. La bambina viene quindi portata al Punto di primo intervento dove il personale sanitario la prende in carico ma informa subito che non ha in dotazione la strumentazione capace di evidenziare la collocazione del tappo ai fini dell’estrazione. Viene quindi richiesto l’intervento dell’elisoccorso dell’Ospedale di Treviso: l’elicottero arriva dopo 45 minuti, il medico con una pinza riesce a estrarre il tappo, ma l’elicottero ha un guasto e non riesce a ripartire. La bimba necessitava di una rianimazione pediatrica così viene chiamato l’elisoccorso dell’Ospedale di Padova, che richiede tempi tecnici di arrivo. La bimba viene finalmente trasferita, ma il dilatarsi dei tempi di attesa sono purtroppo risultati fatali;

 

tale dramma ha rappresentato un trauma per tutta la comunità lidense, tale da diventare il simbolo di una mobilitazione civile che chiede alle istituzioni di accendere un faro di attenzione sulla condizione di rischio dei bimbi e di tutti i cittadini che vivono in territori, come le isole, da considerarsi disagiati per la loro conformazione geomorfologica;

 

è fondamentale assicurare la continuità pediatrica, un servizio di Pronto Soccorso in grado di affrontare in loco la prima emergenza e un’implementazione di mezzi di trasporto dedicati al dirottamento dei malati presso le strutture ospedaliere del territorio limitrofo – :

 

quali azioni intenda intraprendere con la massima urgenza affinché non solo sia garantita un’assistenza sanitaria adeguata, per quantità e qualità, nei territori delle isole di Lido e Pellestrina, ma anche affinché queste siano considerate aree disagiate, analogamente alle aree montane, prevedendo lo stanziamento delle risorse necessarie a garantire un livello di assistenza sanitaria adeguato e in linea con il territorio circostante.

 

Roma, 13/09/2024

On. Valentina GRIPPO

Gruppo AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE

 

 

Giù le mani dalla Mostra del Cinema

2024-09-11 Corriere Veneto Giù le mani dalla mostra del cinema

 

2024-09-11 Nuova Venezia Giù le mani dalla mostra del cinema

 

2024-09-13 Gazzettino No al trasferimento Mostra a Mestre

2024-09-13 Gazzettino No al trasferimento Mostra a Mestre gen

La proposta (o meglio, la boutade) del Sindaco di portare in terraferma alcuni eventi collegati alla Mostra del Cinema per rispondere alle difficoltà logistiche evidenziate da Barbera colpisce per la superficialità e la totale assenza di senso.

Nel merito: perché “deportare” fuori contesto un singolo evento non impatta sui problemi strutturali denunciati da Barbera, spazi angusti per gli addetti ai lavori e ricettività per il pubblico. Problemi seri, da approcciare magari col il “riempire” i molti spazi vuoti nell’isola, certo non portando Richard Gere a Mestre per un bagno di folla. Ma soprattutto Brugnaro dimostra di non aver colto l’intima essenza di una Mostra del Cinema. Che ha natura di kermesse collettiva, di liturgia laica condivisa, di scambio partecipato di idee, impressioni, commenti a caldo e per questo impone unità di luogo. È come se in una chiesa traboccante di fedeli durante un’importante celebrazione, per ovviare alla concentrazione di folla si proponesse “allora facciamo l’omelia in piazza”. Non è certo una contrarietà a portare in terraferma eventi culturali, per esempio della Biennale o della Fenice, come ormai prassi consolidata. Ma non ha senso per la Mostra del Cinema.

Ma al di là della proposta insensata nel merito, colpisce la forma: quell’esaltare la grande folla che a Mestre accoglierebbe un grande film contiene il non detto, stucchevole, che la città d’acqua non è in grado di offrirla, questa grande folla. L’ennesima insensata contrapposizione di Brugnaro tra la città di terra, proiettata al futuro e dinamica e quella d’acqua, vista solo come vetrina (e vacca da mungere) con l’intento di strizzare l’occhio all’elettorato di terraferma ma, questa è la sgradevole impressione, quasi prendendoci gusto a irridere e insolentire i cittadini di Venezia e isole. Che saranno pochi e brontoloni ma hanno tutti i diritti di essere rispettati.

Ci pare peraltro che questo atteggiamento sia controproducente anche dal punto di vista del consenso complessivo per la sua parte politica (sono più i voti che perde a Venezia che quelli che guadagna in terraferma). Evidentemente, non potendo essere rieletto, la cosa gli interessa poco.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

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11 settembre 2024

Hydrogen Park a Marghera. Occasione da non perdere

L’utilizzo dell’idrogeno verde come fonte di energia e propellente è in via di sviluppo e ha potenzialità per imporsi anche in alternativa alla mobilità elettrica. Non solo su gomma ma anche nautica e perfino, a tendere, aeronautica. Può rappresentare una leva decisiva nella transizione energetica attraverso la catena del valore: produzione energia da rinnovabili à produzione idrogeno tramite elettrolisi à stoccaggio à utilizzo. Può risolvere l’annoso problema della irregolarità della produzione di energia da rinnovabili (grazie alla facilità di stoccaggio) e alleggerire l’impatto sulla rete elettrica dell’adozione massiva della mobilità elettrica. Vi sono sfide tecnologiche quali i costi dell’elettrolisi, le difficoltà di trasporto (per le alte pressioni del fluido necessarie), i costi operativi di produzione, un quadro normativo ad oggi complesso e contraddittorio, così come va prevista un’intelligente politica di incentivi.

Porto Marghera ha tutte le caratteristiche per divenire un hub sia per la ricerca e sviluppo sia per la produzione perché già oggi Hydrogen Park è un polo consolidato, che coinvolge player primari come Enel, Sapio, Vega, Venezia Tecnologie, Vinyls Italia, Berengo, SAE Impianti e Arkema e quindi la nostra città gode di un vantaggio competitivo che non va assolutamente disperso e che può avere ricadute in termini di creazione di posti di lavoro pregiati.

Giova sottolineare che il Governo Draghi, individuando l’idrogeno come uno dei perni della strategia per la transizione ecologica, ha stanziato da 3,19 miliardi per il settore di cui 500 milioni per la produzione di idrogeno in aree industriali, 160 milioni per la ricerca e 450 milioni addizionali per finanziare lo sviluppo tecnologico. Il settore ha peraltro una potenzialità tale da attrarre con la sola forza del modello di business investitori di prim’ordine. L’idrogeno, dunque, come soluzione per il futuro verde e come antidoto alla monocultura turistica. Non perdiamo l’occasione.

 

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Paolo Diprima – Delegato al Programma e alle Partecipate

 

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6 settembre 2024

TRASFERIAMO AD INSULA LA GESTIONE DELLE CASE PUBBLICHE ATER

E’ noto che una delle maggiori criticità del territorio veneziano è l’insufficienza degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, aggravata dall’elevato numero di alloggi sfitti, nonostante il forte fabbisogno di accedere ad appartamenti a canone agevolato, spesso l’unico modo per poter continuare a risiedere in una città dove la concorrenza turistica ha reso inaccessibile l’affitto a canoni di mercato.

Dagli ultimi dati al 31.12.2023, meritoriamente raccolti dall’Associazione OCIO ed elaborati da Azione, risulta che in Comune d Venezia il 25% degli appartamenti pubblici è sfitto, senza differenze sostanziali tra il Centro Storico (ove è pari al 23%) e la Terraferma (26%).

La percentuale di sfitto è però significativamente diversa tra i due grandi proprietari pubblici: ATER che possiede 5097 appartamenti, e il Comune di Venezia, che ne possiede 5338, dati in gestione da alcuni anni alla sua controllata Insula. Se infatti per le case pubbliche ATER lo sfitto sfiora il 30% (sia in Centro Storico che in terraferma), per il Comune/Insula la percentuale scende al 20%.

Quest’ultima percentuale non è indubbiamente accettabile rispetto ad un fabbisogno sociale così critico, ma è pur vero che se lo sfitto nelle case ATER fosse al livello di quelle di Comune/Insula vi sarebbero circa 500 appartamenti disponibili nell’intero Comune, di cui 250 nel solo Centro Storico.

Colpisce anche il diverso trend negli ultimi due anni, nei quali il numero di appartamenti sfitti di ATER è aumentato di circa il 20%, mentre quello di Comune/insula è rimasto pressoché invariato.

La snellezza operativa assicurata da una società di diritto privato, seppur a controllo pubblico come Insula, consente oggettivamente una maggior rapidità di intervento rispetto ad un ente pubblico come ATER, ma quel che più rileva è la continua pressione da parte della cittadinanza e dei suoi rappresentati politici verso il Comune di Venezia per un miglioramento dei servizi di una società da esso controllata, molto maggiore rispetto a quella esercitabile verso un ente a controllo regionale.

La gestione dell’edilizia residenziale pubblica su base provinciale, come quella affidata all’ATER, ha un senso per Comuni piccoli e medi che non sono in grado di attivare un’autonoma struttura atta a realizzare gli interventi edilizi sugli alloggi e di curare gli adempimenti amministrativi con gli inquilini.

Ma non è questo il caso del Comune di Venezia dove da alcuni anni la gestione integrale dei servizi di edilizia residenziale pubblica è affidata alla sua società controllata Insula, che svolge anche le attività istruttorie per la formazione delle varie graduatorie utili all’assegnazione degli alloggi di edilizia popolare compresi quelli di proprietà ATER, in raccordo con i servizi sociali del Comune.

E’ quindi evidente la sinergia, in termini di minori costi e maggior efficienza dei servizi ai cittadini, che deriverebbe dall’accentramento su Insula della gestione dell’intera residenza pubblica ubicata nel Comune di Venezia, come proposto nel Programma di Azione, canalizzando verso questa società tutti i finanziamenti (europei, nazionali, regionali e comunali) disponibili per questo settore.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Paolo Diprima – Delegato al Programma ed alle Società partecipate

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5 settembre 2024

Agrivoltaico di Cà Solaro: la mobilitazione popolare comincia a dar frutti

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Qualche schiarita per la popolazione locale compare sull’orizzonte del contestato Progetto di realizzare un mega impianto di agrivoltaico nell’area di Cà Solaro a Favaro.

La settimana scorsa Azione aveva per prima denunciato i ritardi della Città metropolitana di Venezia nell’adozione della Mappa delle aree agricole di pregio richiesta dalla legge regionale N. 17/2022, la cui individuazione consentirebbe di proteggere la quasi totalità degli insediamenti agricoli dal rischio di vedersi coperti da pannelli fotovoltaici.

Si ha ora notizia che il Sindaco Metropolitano ha avviato proprio ieri l’iter per l’approvazione del Piano delle aree agricole di pregio, inviando la Mappa predisposta dalla Città Metropolitana a tutti i 44 Sindaci locali, per le osservazioni di loro competenza da presentare entro 45 giorni, acquisite le quali il Piano potrà essere definitivamente approvato.

La valenza del Piano è testimoniata dal fatto che oltre il 95% delle superfici con valenza agricola è stato identificato dalla Città Metropolitana come area di pregio, rendendo quindi del tutto eccezionale la possibilità di installare pannelli voltaici su terreni agricoli.

E’ realistico attendersi che, nella Mappa predisposta dalla Città metropolitana, i terreni di Cà Solaro rientrino in quel 95% di superficie agricola considerata Aree di Pregio, rendendo quindi incompatibile il Progetto del mega impianto di fotovoltaico con gli atti di pianificazione territoriale.

Parallelamente, nell’ambito del procedimento di Valutazione Impatto Ambientale del Progetto di Cà Solaro presso la Regione, Azione ha messo a disposizione del locale Comitato il testo di un’Osservazione con la richiesta di disporre una sospensione dell’iter di valutazione, fino alla finale approvazione da parte della Città Metropolitana di Venezia degli atti di Mappatura delle aree agricole di pregio sul territorio di sua competenza.

Con la collaborazione di tre rappresentanti del Comitato Cà Solaro (Luca Pollazzon, Christian Sartori ed Elettra Vivian) e di due dirigenti  di Azione (Leda Costantini e Fosca Moro) sono state raccolte ieri in poche ore circa 200 firme di residenti locali a sostegno della richiesta di sospensione dell’iter.

Oggi stesso l’Osservazione, munita di tutte le firme raccolte, è stata inviata con PEC alla Regione. ( allego la comunicazione inviata )

Sta quindi già dando i primi frutti la mobilitazione mirata della popolazione locale, che non si è limitata ad una sterile protesta ideologica ma, con il supporto tecnico-organizzativo di Azione, si è concretizzata in un efficace pungolo mirato alle Istituzioni competenti per l’adozione degli atti di loro competenza.

 

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Cristian Zara – Segretario Area Metropolitana

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28 agosto 2024

Intervenire contro il Moto Ondoso si può. Basta volere

2024-08-28 gazzettino subito interventi si omologhi il sistema sisa part

2024-08-28 Corriere Regata Storica tra proteste e controlli ecco il piano

2024-08-28 gazzettino subito interventi si omologhi il sistema sisa gen

Il 14 novembre dello scorso anno il Comune di Venezia convocava gli Stati Generali della mobilità acquea e presentava il SiSa, un sistema per la rilevazione della velocità media delle barche (basato sullo stesso principio del “tutor” in autostrada) alimentato da 56 postazioni di rilevazione sui principali canali della città, precisando però che per rendere operativo questo sistema era necessario ottenere l’omologazione del sistema. Era ed è un’ottima idea perché applicabile a tutti i natanti, senza imporre l’obbligo di dotarsi di GSP (che, come noto, ha generato un ricorso al TAR dei motoscafisti per un conflitto di attribuzione tra Comune e Città Metropolitana) e superava l’obsoleto sistema Argos, pure mai omologato. Siamo però a fine agosto 2024 e di omologazione ancora non c’è notizia. Uno stallo incomprensibile come pure quello in cui versa l’Autorità della Laguna, che ad oggi è lontanissima dall’essere operativa, essendo di fatto solo stato nominato il Presidente, arch. Roberto Rossetto. Comprendiamo dunque l’esasperazione delle associazioni remiere cittadine che si stanno mobilitando per eclatanti proteste. Ciò detto, il problema moto ondoso va a braccetto col problema del traffico acqueo e non si risolve il primo se non si interviene sul secondo e non ci nascondiamo che il traffico acqueo è dovuto al sempre maggiore bisogno di spostare merci e passeggeri, anche a causa dell’overtourism. In tal senso, i numeri resi pubblici dalle remiere sono impietosi: nel 2003 le barche erano 31650, mentre nel 2022 erano quasi raddoppiate a 60500. Proprio sulla base di questi volumi di traffico l’entrata in esercizio del SiSa è indispensabile e urgente e chiama in causa il Comune perché si faccia parte attiva per l’ottenimento dell’omologazione, dopo quasi un anno dall’annuncio. Inoltre, concordiamo con le associazioni che da anni chiedono di intervenire anche sulle tipologie di barche per la laguna, sulle carene per minimizzare l’onda prodotta, sugli scafi e anche sulla tipologia delle eliche. Nel medio termine poi i mezzi acquei che svolgono servizio pubblico o di pubblica utilità, dovranno essere equipaggiati con motorizzazione elettrica o almeno ibrida, come si sta facendo per il parco mezzi in terraferma. Ultimo ma non ultimo, obbligare i servizi taxi a dotarsi di una centrale operativa unica che, indirizzi il taxi più vicino al luogo di chiamata evitando la circolazione di barche vuote. Sono tutti temi che Azione proporrà nel suo programma per le prossime Amministrative.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Mauro Memo – Vice Segretario Venezia ed Isole

https://www.facebook.com/share/g/aT3W9uDLHT5JVpyA/?mibextid=K35XfP Venezia, 27 agosto 2024

 

partecipazione a Focus del 23/08/2024

PARTECIPAZIONE ALLA TRASMISSIONE FOCUS SU RETE VENETA  

Trasmissione focus di venerdì 23/08/2024 – tre interventi

Tutta la trasmissione

https://youtu.be/CWdnmzSruCg

Argomenti del primo intervento

1) L’incidente sul passante di mercoledì 21/8 dove sono stati scoperti 5 minori di nazionalità asiatica trasportati di nascosto su una macchina che proveniva dall’est e che evidenzia purtroppo che il nostro territorio è luogo di tratta o di passaggio del mercato di minori .

2) Il ripetersi dei femminicidi come una piaga che deve però essere estirpata con un lavoro congiunto istituzioni, scuola, associazionismo sportivo ed educazione famigliare

3) Il problema spaccio di droga, della fragilità dei giovani

4) Ius scholae e delle possibili aperture con Forza Italia.

https://youtu.be/CWdnmzSruCg?t=1646

secondo intervento

Indagine che interessa il Comune di Venezia

https://youtu.be/CWdnmzSruCg?t=4285

terzo intervento

Incidente nautico nel porto di Termini Imerese

https://youtu.be/CWdnmzSruCg?t=7734