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Interventi di Paolo Bonafè alla trasmissione Focus su Rete Veneta di martedì 11/02/2025

Questo è il mio primo intervento a Focus di  martedì 11 febbraio, su Zone Rosse, Babygang e Comunità Educanti.

Tema caldo nelle nostre città e che deve divenire prioritario nell’Agenda politica nazionale, Regionale e Comunale.

#azione
#azionevenezia
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Questo è il mio secondo intervento a Focus di martedì 11 febbraio sempre sull’argomento Zone Rosse, Babygang e Comunità Educanti.

#azione
#azionevenezia
#paolobonafe

 

Interventi di Paolo Bonafè alla trasmissione Focus di Venerdì 07/02/2025

Questo è il mio primo intervento che tratta di Bullismo, violenze giovanili e microcrimini

Questo è il mio secondo intervento e si riferisce alla proposta di Azione Venezia di costituire una sola Società Pubblica gestita da Comune e Regione Veneto dove far confluire la manutenzione e le assegnazioni del patrimonio residenziale pubblico ( in Comune di Venezia c’è già la Società  Insula dedicata allo scopo, la si potrebbe far diventare partecipata anche dalla Regione )

EDILIZIA PUBBLICA: QUALCOSA SI MUOVE SUL SOCIAL HOUSING

2025-02-07 Gazzettino azione proposta di gestire le case pubbliche da un unico ente

 

2025-02-09 Gazzettino Replica di Ater alla ns. proposta di gestire le case pubbliche da un unico ente

 

In questi giorni è aperta la partecipazione al Bando pubblicato dal Comune di Venezia per l’assegnazione di 23 alloggi nelle isole della laguna, il primo con la formula del social housing dopo l’approvazione del nuovo regolamento approvato lo scorso ottobre dal consiglio comunale.
Il bando è destinato ai nuclei familiari che, avendo un reddito medio-basso (compreso tra i 6 mila e i 28 mila euro), non possono sostenere i canoni di affitto applicati dai privati, ma che non presentano le condizioni di grave svantaggio che legittima l’assegnazione di case popolari (cosiddette “ERP”)
Tra le caratteristiche del Bando vi è l’attribuzione di un punteggio preferenziale ai nuclei con tutti i componenti con età inferiore ai 40 anni , che possiamo definire quindi come “giovani coppie”.
Inoltre il bando introduce la possibilità per l’assegnatario di sostenere le spese di restauro, con riconoscimento di un corrispondente sconto sui canoni di locazione.
Entrambi queste caratteristiche del Bando corrispondono alle istanze contenute nel programma di Azione sulla residenza, finalizzate a invertire la tendenza al calo demografico nel Centro Storico anche attraverso una gestione efficiente dell’edilizia residenziale pubblica.
Si auspica che i principi introdotti nel bando per le isole trovino presto applicazione in un nuovo bando dedicato questa volta al Centro storico, anch’esso assolutamente bisognoso di iniziative di ripopolamento dedicate alle giovani coppie.
Per quanto riguarda le case popolari (“settore ERP”), l’Assessore Venturini ha recentemente annunciato che, tramite la controllata Insula, entro un anno saranno completati i lavori di ristrutturazione di 300 alloggi comunali, destinati sia all’edilizia popolare che al social housing.
Nessuna notizia invece sul fronte ATER, che pure gestisce circa 5000 alloggi in Comune di Venezia, di cui circa il 30% sfitti in quanto in condizioni non adeguate all’abitabilità.
Vista anche la diversa “reattività” dei due Enti pubblicidell’edilizia pubblica veneziana, Azione propone il passaggio ad una gestione unitaria degli alloggi di proprietà comunale ed ATER in capo ad una società partecipata da Comune e Regione, canalizzando verso questa società tutti i finanziamenti (europei, nazionali, regionali e comunali) disponibili per questo settore.
Ciò consentirebbe di ottenere economie di scala ed efficientamenti nelle pratiche di assegnazione, nella raccolta delle esigenze manutentive e nella gestione degli appalti, grazie anche alla snellezza operativa assicurata da una società di diritto privato, seppur a controllo pubblico.

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Leda Costantini – Delegata alla residenza

Paolo Diprima – Delegato al Programma ed alle Società partecipate

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1 febbraio 2025

Interventi di Paolo Bonafè alla Trasmissione Focus su Rete Veneta del 28/01/2025

Questi sono i miei interventi nella trasmissione Focus del 28 gennaio 2025 su Rete Veneta,  con moderatore il direttore Luigi Bacialli .

Abbiamo discusso sull’informazione di garanzia ricevuta poche ore prima dalla Premier Meloni, assieme ai ministri Nordio, Piantedosi e al sottosegretario  Mantovano,

Vi è un punto che ritengo importante e centrale dell’ agire di un politico, ed è la  questione ETICA .

Questo è un valore ed un principio che al giorno d’oggi viene  poco considerato, se non sconosciuto,  ma che dovrebbe essere invece la stella polare di chi si impegna in politica e che vuole rappresentare la POLIS.

Si dovrebbe poter far politica in piena trasparenza,  senza poter essere ricattabile.

Purtroppo se i partiti non ritornano ai valori fondanti non vi sarà futuro per la politica e per il buon governo.

Il Piano Morfologico della Laguna

2025-01-23 Gazzettino Piano Morfologico bloccato dagli ambientalisti

 

Torna di attualità, ci riferiamo all’articolo odierno sul Gazzettino, la vexata quaestio del conferimento dei fanghi prodotti di scavo in Laguna. Per la cui classificazione (funzionale al riutilizzo di quelli non inquinati) è stato di recente aggiornato il Protocollo Fanghi, dopo un’attesa trentennale. Ma, come noto, il Protocollo non basta: è necessaria anche l’approvazione del Piano Morfologico della Laguna (PMLV) che definisce gli interventi di ripristino e di riequilibrio degli habitat, leggasi la ricostruzione delle barene, con l’utilizzo appunto dei fanghi (s’intende quelli riutilizzabili ai sensi del Protocollo). Tra questi interventi, fondamentale in particolare la sigillatura del Canale dei Petroli per evitare la dispersione in mare di 600.000 mc di preziosi sedimenti, situazione che oggi determina il vituperato fenomeno di marinizzazione della Laguna sud.

Ancora nel luglio 2022, la Commissione VAS/VIA dell’allora Ministero della Transizione Ecologica, richiesta di un parere – peraltro non previsto proceduralmente – da parte della Direzione V dello stesso Ministero bocciava il Piano tra la dissennata soddisfazione dei presunti paladini dell’ambiente nostrani. L’obiezione di fondo all’epoca fu che il Piano dev’essere non una serie di misure per intervenire al meglio sull’esistente ma deve farsi carico di prevedere misure atte a prevenire le cause – anche lontane, anche indirette – della trasformazione morfologica della Laguna. Intesa in senso letterale l’obiezione è che il PMLV ha la colpa di non affrontare (e non risolvere!) cosette come l’innalzamento del livello medio del mare, l’intensificarsi di eventi climatici estremi, la subsidenza, il ridotto apporto di sedimenti da parte dei fiumi ecc.

Una posizione incongrua e folle che costringe la Laguna in uno stallo dannosissimo sia per la sostenibilità ambientale della Laguna sia per quella economica del Porto. Ci auguriamo caldamente che l’Autorità per la Laguna, auspicabilmente prossima all’operatività, si faccia carico da subito del problema.

 

Paolo  Bonafè – Segretario Comunale

Stefano Valonta  – Delegato Sviluppo Economico, Portualità, Infrastrutture

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22 dicembre 2025

Le rive della Giudecca  

Piena solidarietà all’iniziativa di raccolta firme degli abitanti della Giudecca perché si metta mano all’annosa criticità delle rive dell’isola, aggredite sistematicamente dalle onde che invadono il piano di calpestio, minacciano di sbriciolare le rive, provocano il proliferare di alghe; una situazione da tempo critica, pericolosa per la circolazione e lesiva del diritto dei cittadini di utilizzo del bene pubblico della riva (per tacere dei danni agli esercenti). Una situazione non solo vergognosa ma addirittura grottesca, da Terzo Mondo, tenendo conto che ci troviamo, nostro malgrado, in una città vetrina mondiale.

Una situazione che va affrontata subito e in modo pragmatico; ben vengano tutte le misure di controllo della velocità dei natanti ma è bene essere realisti: il moto ondoso nel Canale della Giudecca è strutturale, è forse contenibile ma in buona parte ineliminabile. Nelle more, dunque, di un intervento strutturale di rifacimento e rialzo delle rive, inevitabilmente condizionato dalla disponibilità di finanziamenti straordinari (ed è in questo senso doloroso ricordare l’elemosina di 5 Ml € riservata a Venezia per quest’anno), vanno messi in atto interventi temporanei di contenimento. In questo senso sarà indispensabile verificare subito la possibilità di installare dispositivi “rimbalza onde” come quelli proposti dallo Studio Anfibio. E che la Soprintendenza non si metta di traverso con considerazioni teoriche e del tutto aliene dalla vita reale. Ci riferiamo in particolare alla vicenda dello scorso settembre quando una struttura frangiflutti collocata dall’Harry’s Dolci, assolutamente non impattante e peraltro rimovibile, è stata bocciata dalla Soprintendenza perché ritenuta in contrasto col decoro e le caratteristiche dell’isola della Giudecca.

Ebbene, la vita dei cittadini e la residenzialità a Venezia si difendono anche trovando un giusto punto di equilibrio con la tutela paesaggistica, che non può essere l’unico valore da difendere a scapito delle esigenze concrete di chi abita e lavora.

Paolo  Bonafè – Segretario Comunale

Mauro Memo  – Vice Segretario delegato a centro storico e Isole

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16 gennaio 2025

Alla Camera il Decreto sull’Autorità Laguna: Azione propone un emendamento per assicurarne il finanziamento dello Stato

2025-01-17 Nuova Venezia - Autorità_della_laguna_senza_finaziamenti_emendamento_di_azione2025-01-17 Gazzettino - Lo_Stato_deve_finaziare_Autorità_della_laguna_emendamento_azione

E’ partito in questi giorni alla Camera l’iter per la conversione in legge del Decreto N. 207/2024, che all’articolo 5 dispone il trasferimento all’Autorità per la Laguna di Venezia dei compiti del Commissario Straordinario istituito nel 2019 per il completamento dei lavori del MOSE.

Finalmente all’Autorità per la Laguna, dopo quasi 5 anni dalla sua istituzione con il Decreto 104/2020, vengono assegnate le funzioni per le quali è stata creata tra le quali, ma non solo, la manutenzione delle paratie mobili del MOSE e la gestione della loro movimentazione nei casi di alta marea, nel delicato equilibrio tra le esigenze della città storica e quelle dell’attività portuale.

E’ però sconcertante che il Decreto non preveda in alcun modo una dotazione finanziaria per l’Autorità adeguata a sostenere le spese per lo svolgimento delle sue funzioni, limitandosi ad assegnarle le risorse finanziarie “eventualmente disponibili” presso il Commissario straordinario, “senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanzia pubblica”.

Rilevato questo vuoto normativo, i deputati di Azione, in particolare l’On. Giulia Pastorella componente della VIII commissione ( Ambiente e Lavori Pubblici) in stretto coordinamento con le segreterie locali, stanno presentando un emendamento al Decreto che definisca chiaramente il percorso per garantire gli stanziamenti a carico del bilancio dello Stato necessari allo svolgimento delle funzioni dell’Autorità, sulla base dei programmi di attività che essa dovrà quanto prima predisporre.

Se sarà approvato, l’emendamento dispone l’impegno dello Stato a rifinanziare già dal 2026 gli interventi per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna, dai cui fondi attingere prioritariamente per garantire all’Autorità le risorse necessarie.

Se nel 2020 il legislatore ha attribuito ad un Ente statale quale l’Autorità la salvaguardia della Laguna di Venezia, consapevole della primaria rilevanza nazionale ed internazionale della tutela del suo immenso patrimonio artistico ed ambientale, non può essere che il Bilancio dello Stato, integrato auspicabilmente da fondi di provenienza estera, a coprirne le spese necessarie.

Cristian Zara – Segretario Provinciale

Paolo Bonafè – Segretario Comunale

Paolo Diprima – Delegato Legge speciale per Venezia

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data: 16 gennaio 2025

Perchè serve un nuovo centro politico

Dopo le dichiarazioni dell’Ex Presidente dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, una parte del mondo politico,  “orfano” da tempo di un riferimento politico centrista e moderato, auspica che la lunga intervista al Corriere della Sera dello stesso ( che forse era più il togliersi di un sassolino nella scarpa) sia una discesa in campo dello stesso, con la funzione di Federatore del Centro, figura che da tempo questa area politica attende come “messia politico”.  A Ruffini  si uniscono le uscite del Sindaco di Milano Sala

In questi giorni prenatalizi c’è difatti un gran discutere sul problema del rilancio in politica di un “centro” che alcuni ritengono possa essere un elemento equilibratore, forse anche riformista dinamico; cosa che altri, più o meno in maniera interessata, negano risolutamente.

Certo, l’etichetta è abbastanza ambigua, per non dire equivoca: alternativa alle radicalizzazioni di destra e di sinistra per moderarle dall’interno, o autonoma proposta che trascende la dinamica conservazione/progresso?

La vera questione è dove vada cercato questo “centro”, se nei partiti esistenti di centrosinistra e centrodestra o promuovendo invece la formazione di un nuovo soggetto che da questi si differenzi.

La storia ci insegna che a metà dell’ottocento nasceva una componente moderata che si poneva in alternativa alla secca divisione destra/sinistra. Lo svilupparsi di questa componente moderata consentì un argine comune agli estremismi di destra e di sinistra. Questa fu proposta come “congiunzione dei centri” (in Francia), o come “trasformazione dei partiti” (in Italia), e venne etichettata come “opportunismo” o come “trasformismo”, termini che sono rimasti con valenza negativa nel linguaggio politico.

Comunque quando venne praticata ha costruito occasioni di consenso allargato e di sviluppo.

Anche nel secondo dopoguerra, alcuni partiti di massa vollero caratterizzarsi come di centro e che in quanto tali conquistano la guida politica del loro Paese. Questi furono la Dc in Italia e la Cdu in Germania.

Purtroppo il primo dissoltosi a seguito di un coinvolgimento di una critica diffusa sul metodo di gestione del Paese Italia e sulla spinta di una indagine giudiziaria, che di fatto ha colpito solo una parte della politica del tempo,  mentre il secondo, in Germania,  sta diminuendo sempre di più la sua forza elettorale,  anche per colpa di una classe politica incapace di adeguarsi ai cambiamenti della storia.

Oggi la politica italiana è molto immiserita di valori, contenuti ed afflato, stretta com’è fra scontri legati da un lato alla dimensione politicante e decultura del leader forte e dall’altra dal prevalere di dibattiti culturali e di difesa dei diritti acquisiti in tanti anni di lotte sociali.

Tornando ad oggi,  i partiti che in Italia si riferiscono al centro sono anche numerosi, se si considera nel campo del destra-centro, la presenza di Forza Italia e di Noi moderati e nel campo del sinistra-centro la posizione di Italia Viva, con una difesa nel rimarcare una sua collocazione al centro di Azione ( dopo che Italia Viva ha deciso di aderire al Campo Largo).

Qui purtroppo non posso non evidenziare il fallimento dell’operazione Terzo Polo che voleva mettere insieme IV e Azione e che semplicisticamente si è voluta imputare alla inconciliabilità dei due leader,  ma per me anche per una inconciliabilità tra le classi politiche dei due partiti,  che in alcuni casi hanno fatto fatica a dialogare tra loro per il protagonismo di alcuni attori.

Personalmente ritengo che ora possa finalmente rinascere il tempo di una grande aggregazione di centro,  per alcuni motivi che vado ad elencare:

  • La politica nazionale e locale non è mai stata come adesso in fibrillazione per movimenti interni alle due coalizioni, la granitica forza del centrodestra si sta sgretolando sulle bordate di Forza Italia verso gli alleati, soprattutto la Lega e in particolare in Veneto,  per la crescita e il sorpasso di Forza Italia sull’alleato Lega, mentre la competizione dei due leader Giuseppe Conte dei 5 stelle e Elly Schlein per il PD su chi sarà la guida e il candidato primer del centro sinistra,  sta creando attriti tra i due partiti maggiori di quell’area politica
  • Non sembra alle viste che le componenti centriste all’interno delle due coalizioni possano guadagnare un potere di indirizzo, sia per la debolezza della loro progettualità culturale, sia per le dinamiche imposte dall’attuale sistema elettorale
  • Una parte della politica ritiene che l’astensione al voto sia causata dalla mancanza di un’offerta politica moderata.
  • Le componenti centriste o riformiste all’interno dei partiti possano guadagnare un potere di indirizzo solo se uniscono le forze e si federano
  • Considerato che gli attuali leader dei vari partiti centristi non riescono ad avere la forza di aggregare,  vi sia una valutazione comune tra le parti, che il leader di questa area debba essere trovato al di fuori dei partiti ( un poco come è stato Prodi con l’allora Ulivo, formazione nata dall’aggregazione dei vari partiti e movimenti di centrosinistra uniti e mobilitati contro l’ascesa di Berlusconi e della sua Casa delle Libertà).

Vi è in me la convinzione che la nascita di un grande partito federativo di centro non possa prescindere da basi liberarli, riformiste e popolari delle quali una grande area debba essere rappresentata dalla presenza dei cattolici in politica, ora marginale perché dispersi nei due poli, ma domani forte e determinata a portare avanti i valori della dottrina sociale della chiesa che sono stati il cardine dell’azione della allora DC ma che anche oggi portano valori condivisi quali: la dignità della persona umana, il bene comune, la sussidiarietà e la solidarietà , valori trasversali della tradizione politica italiana, anche se oggi molto annacquati dalla logica del “prima gli italiani” e di una politica economica distante dalle esigenze degli ultimi e più deboli.

Ritengo che, soprattutto per i cattolici, l’attuale crisi di rappresentanza politica, si può ricercare in una gravissima crisi di carattere culturale ed etica: Culturale, nel senso sostanziale della parola cultura, cioè “di impostazione della vita umana come senso, come significato, come bellezza, come giustizia, come bene comune”; (questa cultura primaria, così la chiamava Giovanni Paolo II nel 1980, è sparita dal nostro Paese, lasciando lo spazio a una specie di “ideologia legata al proliferare di  posizioni razionaliste, consumiste o meglio, materialiste dominate dalla peggiore comunicazione mediatica”); Etica, nel senso di saper coniugare etica sociale con etica della vita.

Vieppoi la crisi della famiglia, nucleo fondante della nostra società.

Lo Stato, oggi, non è più in grado di sostenere le politiche di Welfare che hanno contraddistinto la società italiana negli ultimi decenni, anzi le famiglie di oggi sono costrette a sopperire alla crisi grazie all’aiuto di una rete famigliare che parte dai genitori che supportano economicamente i figli e non viceversa, agli anziani che con le loro pensioni aiutano i bilanci familiari di lavoratori e lavoratrici che non riescono ad arrivare a fine mese, perché i loro stipendi sono sempre più inflazionati o perché licenziati.

Questa crisi politica e quindi sociale è un aspetto di questa impressionante crisi familiare per cui le famiglie, distrutte nella maggior parte della loro realtà, sono incapaci di dare ai giovani e ai più giovani degli orientamenti sicuri per vivere, e quindi quelle ragioni per vivere, senza la formulazione delle quali non esiste possibilità di educazione.

Quindi non è un caso che la Chiesa ci richiami a ritrovare la politica alta, costruita sui valori e abbattere le barriere di egoismo e individualismo che stanno distruggendo le società contemporanee.

Quindi costruire un nuovo centro diviene anche la sfida che dobbiamo come politici ai giovani e a tutti i cittadini, ovvero testimoniare come la politica non è solo la cosa triste che sta emergendo sui giornali, ma è una cosa nobile, costruita su valori e grandi idealità, se risponde in modo etico alle esigenze del Paese.

Paolo Bonafè