Tutti gli articoli di Paolo Bonafe'

MOSE – DEMOLIZIONE PIATTAFORMA DELENDA EST. ANCHE NO..

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2023-03-28 Gazzettino Mose uno spreco demolire la piarda
Come noto, alla bocca di Malamocco, lato S. Maria del Mare, c’è una piattaforma di circa 11 ettari, già infrastruttura di servizio per la realizzazione del MOSE. Mai sottoposta a VIA perché se ne prevedeva lo smantellamento a lavori finiti (per inciso: avere solo pensato di smantellare 11 ettari di cemento la dice lunga sulla dissennata indifferenza ai costi che ha caratterizzato la storia del MOSE).
Ora, le associazioni ambientaliste reclamano il mantenimento dei patti: demolire la piattaforma (costo 40 milioni di euro!) e “restituire” la spiaggia agli abitanti.
Ma ci chiediamo: ha senso spendere 40 milioni e produrre un deleterio impatto ambientale (produzione di polveri, traffico pesante) per smantellare una piattaforma che potrebbe essere utilizzata per, ad esempio, ospitare 11 MW di fotovoltaico (facendo il conto a spanne di un MW per ettaro)? Si tratterebbe di circa un settimo della potenza massima richiesta da tutta la città d’acqua.
Ma non solo: l’isola di Pellestrina gode già di 9 km di spiaggia compartimentata dai cosiddetti “pennelli” (peraltro parzialmente opera dell’uomo a difesa dalle mareggiate), quindi è inconsistente pure l’argomentazione della “restituzione” della spiaggia a sanpierotti e pellestrinotti.
Il calcolo costi/benefici, in termini sia economici sia ambientali, non lascia spazio a dubbi. Noi speriamo davvero che prevalga il buon senso.
#ItaliaSulSerio
Antonella Garro, Segretaria Metropolitana
Paolo Bonafè, Segretario Comunale

ACQUA: BENE PREZIOSO

FOTO ACQUA BENE PREZIOSO

 

Oggi è la Giornata Mondiale dell’Acqua, instituita dall’ONU nel lontano 1992 e diventata di drammatica attualità per l’eccezionale aridità che abbiamo registrato anche nel nostro Paese per due inverni consecutivi. I riflessi sulle coltivazioni, sulla rete idrica i probabili razionamenti li toccheremo con mano, temiamo, nel corso dell’estate. Il tema naturalmente è globale, cruciale per il futuro dell’umanità, e reclama una governance mondiale perché impatta su temi giganteschi di geopolitica come migrazioni da terre inabitabili, conflitti per l’accaparramento del prezioso bene, tecnologie per lo sfruttamento.

E l’uso intelligente della risorsa e della tecnologia è pratica da perseguire anche nel locale. E fa piacere, una volta tanto, registrare una primazia di Veritas proprio nel campo della depurazione ai fini del riuso, che è un pilastro delle politiche di sostenibilità. Partner inserito nel progetto europea Horizon 2020 B-WaterSmart“, Veritas è leader nelle tecnologie di depurazione dell’acqua proveniente dagli scarichi reflui urbani e dalle produzione industriale per il loro riutilizzo nei processi industriali e nell’irrigazione. Già oggi Veritas depura 88 milioni di mc di acqua depurata che può essere reimpiegata dai settori industriale e agricolo. Insomma, non solo tubazioni fatiscenti in Lista di Spagna: Veritas è anche eccellenza tecnologica. Giova ricordarlo, in un città troppo spesso dedita all’autoflagellazione.

 

#ItaliaSulSerio

 

Paolo Bonafè, Segretario Comunale Azione Venezia

Lorenzo Colovini – Referente Venezia ed isole Azione Venezia

 

22 febbraio 2023

LA TORRE SETTEN E L’UNESCO

2023-03-18 Il Gazzettino La Torre setten e Unesco
Il dibattito infuocato sulla Torre Setten in viale S. Marco vede molte argomentazioni contro la realizzazione del manufatto. La maggior parte delle quali fondate, altre meno. Senza entrare nel merito della questione (del resto complessa e già molto dibattuta), registriamo un importante, ancorché parziale, successo degli oppositori: l’abbassamento di 10 metri (da 70 a 60) dell’altezza dell’edificio. Altezza che impatta fortemente sull’ombra che proietta sulle basse abitazioni dello storico quartiere; ogni metro in più o in meno, comporta ore di illuminazione o di ombra per molti appartamenti. Quindi elemento estremamente tangibile che incide profondamente sulla vita e sul valore delle case di molti cittadini.
Ebbene, è curioso che l’abbassamento NON sia stato indotto da queste concrete considerazioni ma da una raccomandazione UNESCO per ridurre la sua “intervisibilità” ovvero che non “turbi” lo skyline dalla Laguna. Evidentemente più tutelato delle ore di sole di chi abita intorno.
Un piccolo episodio, certamente, ma la dice lunga sulla distanza a volte lunare tra il combinato di leggi che ci governano e le esigenze reali dei cittadini. E dice molto della distanza a volte “lunare” dalla realtà della venerata (da taluni) UNESCO.
Sarà utile che se ne ricordino coloro per cui quello che dice l’UNESCO è oro colato, sempre e comunque.
#ItaliaSulSerio
Paolo Bonafè, Segretario Comunale
Antonella Garro Segretaria Metropolitana

L’INSEGNAMENTO DI ALDO MORO COME GUIDA ALL’IMPEGNO POLITICO DEL CATTOLICO

Oggi 16 marzo è l’anniversario della strage di via Fani.
Quarantacinque anni fa morivano cinque uomini della scorta e rapito l’On. Aldo Moro. Per i più giovani è una data come un’altra per chi ha superato gli “anta” è stata la sconfitta dello Stato e la morte della prima Repubblica.
Forse le nuove generazioni non sanno neppure cosa sia successo allora, chi fosse stato Aldo Moro o come visse l’Italia democratica in quegli anni del terrore: il rapimento di Moro e la sua uccisione, dopo 56 giorni di prigionia, segnarono in modo lacerante e irreversibile la storia della nostra Repubblica.
Chi era Aldo Moro?
Era un rappresentante, forse il più significativo di una generazione di giovani intellettuali cattolici che, al termine del secondo conflitto mondiale, volle, nel solco tracciato da Alcide De Gasperi, dedicarsi alla fondazione e costruzione dello stato democratico, prima nell’assemblea costituente, e poi nell’azione di governo.
Moro fu leader di quel cattolicesimo democratico cui va il merito di aver dimostrato che esiste una conciliabilità fra cristianesimo e democrazia, anzi la possibilità di un arricchimento della democrazia attraverso i valori e la tradizione religiosa.
In lui erano presenti una grande capacità di dialogo e di ascolto delle ragioni dell’altro, di lucidità nella lettura dei segni di cambiamento nella storia del nostro paese, di apertura a nuove prospettive dell’azione politica, costruendo le condizioni per l’entrata dell’allora Partito Comunista Italiano nell’area del governo.
Raffinato intellettuale, politico sapiente, rimase sempre un uomo profondamente fedele e coerente ai valori del cattolicesimo, il suo pensiero, sul rapporto fra i cattolici impegnati in politica e la Chiesa, è ancora oggi di assoluta attualità e modernità.
Moro nel discorso di commemorazione per la morte di Luigi Sturzo (1959), rispondendo alle preoccupazioni espresse dalla Chiesa italiana, disse: «Luigi Sturzo ebbe certo presente in ogni momento la complessità della vita umana, la diversità dei valori, la distinzione dei piani nei quali si esplica l’attività umana. La Chiesa assunse per lui, sacerdote di fede e di piissima vita, posizione morale dominante. Ma, contrariamente a quanto è stato sostenuto, essa, in Sturzo, non assorbe, non oscura, non umilia lo Stato, il cui valore, il cui prestigio, la cui funzione egli affermò vigorosamente oltre tutto con una lunga milizia politica attenta ad ogni problema, preoccupata di ogni sbocco delle vicende sociali, indirizzata costantemente al valore, ad ogni valore, dell’esperienza statuale. L’azione dei cattolici nello Stato, svolta in piena autonomia e sotto la propria responsabilità, è appunto un omaggio reso allo Stato, un inserimento nello Stato mediante l’accettazione del suo valore. Essa, nell’uguaglianza democratica che è legge della convivenza, nella costante ispirazione agli ideali cristiani, è un contributo originale di pensieri e di valori morali, un’efficace difesa della propria intuizione del mondo, ma non è un’opportunistica appropriazione dello Stato, perché, snaturato e deformato, serva ad altro. L’autonomia dell’azione dei cattolici è segno e presupposto dell’autonomia dello Stato nel proprio ordine, autonomia che implica un valore proprio di esso e la permanente garanzia della vita democratica nel suo significato d’incessante ricerca, di confronto, di libertà».
E, ancora, al congresso di Napoli del 1962, Moro riprenderà la questione della difficoltà e della fatica che comporta l’essere cattolici impegnati in politica, con questo passaggio della sua relazione: «per svolgere con vantaggio il difficile processo di attuazione della idea cristiana nella vita sociale […]. Anche per non impegnare in una vicenda estremamente difficile e rischiosa l’autorità spirituale della Chiesa c’è l’autonomia dei cattolici impegnati nella vita pubblica […]. L’autonomia è la nostra assunzione di responsabilità, è il nostro correre da soli il nostro rischio, è il nostro modo personale di rendere un servizio e di dare, se è possibile, una testimonianza di valori cristiani nella vita sociale. E nel rischio che corriamo, nel carico che assumiamo c’è la nostra responsabilità morale e politica… ».
Da questo credo si possa evincere un grande insegnamento che è la “lezione morotea” della laicità, dello sforzo di comprensione, del rispetto, dell’ascolto reciproco. E dell’inquietudine, che accompagna sempre l’impegno politico dei cristiani ed è il loro destino. Ma che «è pur sempre un grande destino» diceva Moro.
Per non dimenticare. Da allora non abbiamo più avuto un vero politico  come Lui, rispettoso della Costituzione e delle minoranze. Un vero uomo dello Stato, un grande statista.
Paolo Bonafé
Segretario Comunale Azione Venezia

Mai più una tragedia come quella di Cutro in Calabria

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La drammatica vicenda del naufragio dell’imbarcazione “Summer Love” finita in pezzi contro uno spezzone di roccia sommersa a Cutro, in provincia di Crotone,  non può essere derubricata al semplice naufragio che ha visto la morte di decine di profughi, perché è una tragedia annunciata.
Alle 23.03 di sabato scorso,  Frontex ( Agenzia Europea della Guardia di Frontiera Costiera),  ha inviato a 27 indirizzi l’allarme che ha anticipato di 5 ore la tragedia .
I settanta morti, di cui 15 bambini  e i 40 dispersi potevano essere almeno salvati in parte se l’allarme non fosse  stato mal considerato.
Questi sono atti dell’inchiesta in corso e la giustizia farà chiarezza,  ma qui è l’atteggiamento che non si può più sopportare come italiani e persone che hanno una umanità,  perché non possiamo credere che chi ha votato questo governo,  ha anche votato questo modo di operare, queste nuove regole di ingaggio e questo atteggiamento che il governo con il ministro Piantedosi sta tenendo sulla vicenda.
La frase di giustificazione del premier sulla vicenda è inaccettabile perché da quando il governo si è insediato non ha fatto altro che minare le possibilità di salvataggio in mare da parte delle ONG,  definendo i porti di accoglienza sempre più distanti dal canale di Sicilia.
Alcuni parlamentari di maggioranza parlano di possibilità di informare chi è su queste imbarcazioni con telefonate, si mescola le tipologie di migranti facendo di tutto un erba e un fascio ….
Questi erano profughi di guerra e il sistema di accoglienza è disciplinato dal DLGS 142/2015 adottato in attuazione alle direttive europee 2913/32/EU e 2013/33/Eu e il diritto di asilo è tra i diritti fondamentali dell’uomo come il riconoscimento dello status di rifugiato
Per questo dobbiamo mobilitarci tutti perché questi drammi non avvengano più e per farlo dobbiamo tutti dire chiaro al Governo che questi atteggiamenti, questi metodi inumani non li potranno compiere mai più IN MIO NOME !
Paolo Bonafè

Conferenza stampa presentazione del TerzoPolo di Venezia

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Azione trae ispirazione dallo storico Partito d’Azione, da cui il nome deriva, individuando infatti i propri riferimenti ideali nelle tesi di Carlo Rosselli sul socialismo liberale, nel liberalismo sociale di Piero Gobetti e nel popolarismo di Don Luigi Sturzo.

 

Azione si prefigge di creare con Italia Viva un fronte riformista che abbia come centro valoriale la difesa della democrazia liberale in netto posizionamento anti-sovranista e anti-populista.

 

I sovranisti e populisti sono cresciuti anche perché hanno saputo fare politica, mantenendo un dialogo e un confronto con la propria base.

Sono andati a prendersi i voti sul territorio, elaborando e presentando un nuovo, seppur assolutamente non  condivisibile, pensiero politico.

Mentre Popolari, socialdemocratici, liberali e verdi sono rimasti a barcamenarsi tra incoerenza e impotenza.

Vecchi, polverosi, intimiditi e senza mai un guizzo. L’arrocco perpetuo ha finito per sottometterli a populisti e sovranisti.

 

Vediamo anche qui a Venezia che alle politiche di settembre 2022 chi ha voluto rappresentare il centro moderato, nello schieramento di destra, è stato schiacciato, tanto che a Venezia comune, Forza Italia e Noi Moderati, insieme non hanno preso i voti del Terzo Polo che si è assestato su un 8,4%

 

Con Italia Viva, vogliamo aprire il cantiere del Centro riformista già da marzo, invitando liberali, +Europa e i popolari del Pd, ma anche i moderati dell’altro schieramento,  per  dare a questo Paese un grande partito liberal democratico che sfondi alle europee

 

Ma bisogna andare «a prendere i voti, radicandosi sui territori e proponendo soluzioni concrete»

 

In questa ottica, già dopo il nostro congresso comunale di Azione di aprile 2022 abbiamo avviato fin da subito la costituzione di tavoli tematici quale luogo di elaborazione programmatica e di analisi dei temi caldi che interessano la città e la gronda lagunare.

 

E dopo che ad ottobre abbiamo creato il coordinamento di Azione e Italia Viva nel comune di Venezia ( formato da sei componenti di Azione: Bonafè Paolo, Cecilia Tonon, Mauro Memo, Anna Paola Klinger, Leda Costantini e Lorenzo Colovini e sei di Italia Viva: Donatella Schiuma, Franco Vianello Moro, Ruggero Moschetta, Teresa Dini, Elena Grimaldo e Chiara Grego);   abbiamo focalizzato la nostra azione congiunta, come Terzo Polo su quattro di questi che sono :

 

Turismo – Coordinatori Anna Paola Klinger e Franco Vianello Moro;

Residenzialità – Coordinatori Elena Grimaldo e Leda Costantini;

Infrastrutture e mobilità – Coordinatori Donatella Schiuma e Paolo Bonafè

Degrado e sicurezza – Coordinatori Teresa Dini e Mauro Memo

 

Tutte problematiche cruciali per questo nostro territorio e la cronaca quotidiana lo dimostra

 

 

Oggi proprio il tema Degrado e sicurezza è quanto mai attuale vista la marcia dei comitati alla quale anche noi  parteciperemo,  senza esibizione del simbolo del Partito, nel rispetto della pluralità e delle richieste fatte dagli stessi comitati

 

Questo nostro lavoro ha prodotto un primo canovaccio di programma politico ed appunto per questo ci presentiamo oggi alla stampa e quindi alla cittadinanza e che a spot vi verrà poi presentato dai vari coordinatori

 

L’obiettivo è dapprima  dare vita agli Stati generali ( partiremo dal tema turismo) per poi arrivare alla costituzione di un programma di governo per la città per i prossimi 20 anni e alla creazione con chi vorrà fare con noi questo nostro cammino, creando un governo (giunta) ombra ed alternativo a quello attuale che governerà fino al 2025 la città, che funga da pungolo e stimolo alla azione di governo.

 

Ribadisco, il nostro non è un approccio ideologico ma pragmatico e costruttivo, non vogliamo esprimere solo opposizione, ma anche collaborare qualora ritenessimo alcuni progetti utili per la città.

Non possiamo però non esprimere la nostra preoccupazione per un deficit di democrazia che caratterizza i processi partecipativi   nella nostra città, la mancanza di una opposizione al governo della stessa, che dia voce al malcontento e allo sconforto che serpeggia fra i cittadini e le categorie economiche, che da anni non trovano risposte nell’Amministrazione.

Sono trent’anni che si vota contro qualcuno piuttosto che per qualcosa, destra contro sinistra, questo disamora i cittadini / elettori che vanno a votare senza convinzione, rimanendo poi scontenti della scelta compiuta ( altrimenti non si spiegherebbe la fluidità del voto a cui ci hanno abituato gli elettori negli ultimi 20 anni )

 

L’astensione del 60 % degli aventi diritto al voto è allarmante per una democrazia compiuta come la nostra

 

Ecco per questo è ancora più urgente la creazione di un centro riformista.

 

Entro settembre questo partito sarà costruito e correrà veloce. Con l’obiettivo di «arrivare al 20 per cento andandosi a prendere i voti, radicandosi sui territori e proponendo soluzioni concrete».

 

Noi ci crediamo e per questo siamo qui, donne ed uomini, provenienti da comunità politiche di origine, anche molto diverse tra loro, ma uniti ora dal senso di responsabilità per il Paese, desiderosi di creare una nuova comunità riformista, popolare e liberale.  Vogliamo che Azione possa diventare punto di riferimento, spazio democratico di confronto e proposta che possa dar casa ai tanti cittadini che oggi hanno rinunciato a partecipare alla vita politica del Paese.

 

Paolo Bonafé

Segretario comunale Azione Venezia IMG-4120

Basta con i femminicidi / tre azioni da fare fin da subito 

Venezia 22/11/2022
Anche la giornata di ieri è stata funestata da un femminicidio, che riporta la drammaticità di questa “guerra” perpetrata nei confronti delle donne, da una parte della popolazione maschile legata ad antiche logiche di disuguaglianza sociale e di donna oggetto, di idea di possesso dove se non puoi essere posseduta allora devi essere distrutta, gettata.  Nel mondo la violenza contro le donne interessa 1 donna su 3. In Italia i dati Istat ( del 2020, ma visto quello che succede non penso diversi per il 2022) mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici, quindi la cerchia più intima. Sempre Istat 2020 ci dice che 6 milioni e 788 mila donne hanno subìto, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale, che il 20,2% (pari a 4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, che il 21% (pari a 4 milioni 520 mila) violenza sessuale e il 5,4% (pari a 1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila). Questi dati sono sconvolgenti.  Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (76,8% fra tutte le violenze commesse da sconosciuti). Le donne straniere hanno subìto violenza fisica o sessuale in misura simile alle italiane nel corso della vita (31,3% e 31,5%). Per fermare tutto ciò si devono fare tre azioni concrete: la prima è quella di favorire l’indipendenza economica delle donne, perché è la base di scelte consapevoli e autonome e qui la politica è ancora lontana da mettere in campo politiche di uguaglianza salariale, visto che le donne mediamente percepiscono uno stipendio più basso degli uomini; la seconda di rimettere mano alle strutture sociali, a quella costellazione di sostegni territoriali alle famiglie (soprattutto in presenza di bambini) che nei due anni della pandemia hanno rivelato essere fragili se non assenti ( il boom delle violenze casalinghe e dei divorzi si sono evidenziati nel look down) e la terza, la più difficile da estirpare, è quella di combattere insieme contro i pregiudizi inconsapevoli, quelli che continuano a muoversi nell’oscurità del corpo sociale e dei nostri corpi individuali, quelli che influenzano le nostre aspettative di genere e vanno poi a modellare le abitudini, le (cattive) pratiche, le istituzioni. Sono più potenti degli stereotipi, dei quali abbiamo almeno imparato a dibattere.
Paolo Bonafè

Comunicato Stampa su situazione Degrado e Delinquenza su Mestre

2022-11-16 GAZZETTINO - DEGRADO MESTRE2022-11-16 NUOVA VENEZIA - DEGRADO MESTRE
La libertà è (anche) la possibilità di esercitare i propri diritti nel rispetto delle persone, delle proprietà, del pensiero. Quanto sta accadendo a Mestre, dove molti cittadini dopo una certa ora del giorno  sono di fatto “prigionieri”  delle loro abitazioni, è un triste esempio di come il degrado sociale si traduca in una limitazione  delle libertà personali. Secondo Azione Venezia una  risposta risolutiva  si potrà avere solo a fronte di una maggiore efficienza della macchina giudiziaria che assicuri certezza della pena (in tempi brevi) e deterrenza  verso il reato; nel frattempo alcune attività di prevenzione e contrasto dei comportamenti illeciti debbono comunque essere rese più efficaci tenendo conto che a Mestre oltre che ai reati “importanti”  quali  lo spaccio di droga e la violenza verso la persona, ci sono uno  stillicidio di reati minori (furto di biciclette, borseggio) nemmeno più  denunciati.  Come attuare una strategia di recupero della “vivibilità” delle zone del degrado?
In primo luogo, chiedendo a Questore e Prefetto di intensificare la presenza (diurna e notturna) delle forze a cui è affidato il compito di contrastare i reati: Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza
Poi, affidando  alla Polizia Locale un tassello fondamentale dell’opera di prevenzione: attuare verifiche continue e  a tappeto su appartamenti e B&B all’interno dei quali , grazie anche alle segnalazioni (già numerose e ripetute) dei cittadini o degli Amministratori di condominio,  è   probabile individuare  la presenza di clandestini,   l’organizzazione di attività illecite o dove sono conservate le sostanze stupefacenti; questo allo scopo  di colpire la “logistica” della attività spaccio prima che lo stesso abbia  luogo.
Alla  Polizia Locale vanno anche  chiesti gli interventi finalizzati a riportare il  decoro e il rispetto della proprietà, pubblica o privata, affinchè sia superata la sensazione  di impotenza dei cittadini rispetto a soprusi piccoli e grandi, e cresca  la fiducia nelle istituzioni e nella loro  volontà di intervento.
Per quanto concerne l’aspetto Socio-sanitario, restando nell’ambito delle compatibilità economiche ma segnando una inversione di tendenza rispetto a quanto fatto fino ad oggi, è necessario  chiedere alla Amministrazione comunale maggiori stanziamentiper gli interventi di supporto alla dipendenza  (operatori di strada, servizi sociali) e al lavoro di comunità.
Un lavoro non solo affidato, quindi, alle forze dell’ordine ma alla riattivazione delle risorse proprie di un tessuto sociale capace di integrare e sviluppare empowerment.
Una ultima considerazione sul ruolo dei comitati spontanei di cittadini che non rappresentano certo una soluzione al problema, ma vanno ascoltati con attenzione  perchè  sono i terminali sensibili di una comunità che non si vuole arrendere . E noi li ascoltiamo volentieri, perchè se “muore” un pezzo di città, “muore” tutta la città.
Paolo Bonafé Segretario Comunale di Azione Venezia
Bruno Barbadoro Giacobelli
Coordinatore Azione per la Terraferma

L’Italia è una Nazione che alle volte si scorda di essere una penisola con circa 8.000 di costa.

Da tempo, esistono delle priorità che dovranno essere affrontate senza alibi e giustificazioni dal nuovo parlamento e dal nuovo Governo, dando risposte efficienti e immediate al settore portuale marittimo, perché il Paese e il sistema Italia non possono più permettersi di attendere. In primis necessita di una cabina di regia, di uno strumento di ‘Governo’ dell’Economia del Mare, nel suo concetto più allargato, che sia sovraordinato ai singoli Ministeri e che dipenda direttamente dalla Presidenza del Consiglio. Questa non è una priorità, è un’emergenza per un Paese, che sempre di più dipenderà dal mare. Poi il sistema portuale e logistico italiano ha bisogno subito della realizzazione delle nuove infrastrutture, per adeguarlo alle sfide della competitività che questo Paese e i nostri imprenditori devono quotidianamente affrontare, puntando sulle infrastrutture di accesso ai porti (ponti, strade, viadotti, tunnel) e in opere marittime come il dragaggio dei canali. Il dragaggio è una procedura standard per i maggiori porti europei una routine attenta alle problematiche ambientali, ma pur sempre una routine. In Italia è un incubo. Il nuovo Governo dovrà puntare anche sullo snellimento delle procedure.  La semplificazione normativa non è più procrastinabile. A fronte di una semplificazione normativa giusta ed efficace, per esempio, la figura dell’agente raccomandatario marittimo, assume una posizione fondamentale per la tutela degli interessi statali, rispetto delle normative e garanzia dei terzi, a tale scopo il rinnovo della legge professionale deve imboccare una rotta prioritaria. Ultimo, ma non ultimo, Il nostro Paese deve imprimere senza esitazioni un impulso ai processi di digitalizzazione, a partire proprio dalla digitalizzazione della logistica e dalla interoperabilità dei sistemi cosiddetti PCS (Port Community Systems) in una visione sempre più integrata ed europea, esattamente come si sta facendo con ottimi risultati con il PMIS (Port Management Information System) e la futura EMSWe (European Maritime Single Window environment). Nel processo di digitalizzazione non deve essere assolutamente trascurata l’importanza della sicurezza dei sistemi informativi (Cyber Security), annoverata purtroppo tra i principali rischi per le catene del valore a livello mondiale. Come Azione Venezia cercheremo di essere al fianco di questi operatori e professionisti e faremo la nostra pressione politica,  verso i nostri parlamentari e verso il nuovo Governo che verrà,  perché l’economia non ha colore politico ma solo valenza economica.

Paolo Bonafè

Segretario Comunale Azione Venezia

Venezia, tra esodo e nuovi abitanti

2022-08-11 Corriere Spopolamento di Venezia2022-08-11 Nuova Venezia tema spopolamento 22022-08-11 Nuova Venezia tema spopolamento

Come puntualmente previsto, il centro storico sta varcando (verso il basso) la soglia psicologica dei 50.000 abitanti. Fermo restando che il tema residenzialità è drammatico e da sempre all’attenzione di Azione Venezia, riteniamo necessario leggere il fenomeno in modo razionale. Il calo di abitanti è oggi dovuto al drammatico bilancio nati/morti dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione inevitabile conseguenza dell’esodo degli anni passati (e, diciamolo, al generale calo di natalità nel nostro Paese). In pratica, stiamo pagando una dolorosa cambiale sottoscritta nel lontano passato. Ma accanto a questo fenomeno ve n’è un altro che fornisce motivi di ottimismo: da molti mesi ormai il saldo immigrazione/emigrazione è sistematicamente positivo. Ovvero sono più le persone che (nonostante le mille difficoltà) scelgono di venire a vivere in centro storico che quelle che scelgono di andarsene. Il che significa che la città è attrattiva, nonostante le Cassandre che insistono a dire che Venezia è morta.

Ebbene, NO. Venezia può (e deve) essere ripopolata e ha le possibilità per esserlo. Fare di tutta un’erba un fascio, non distinguere i due aspetti del calo di residenti, fa il gioco – paradossalmente – di coloro che dicono che la partita è persa e tanto vale allora speculare sulle locazioni turistiche perché tanto nessuno, a Venezia, vuole venire e vivere.

Ricordiamocelo nei prossimi giorni, quando si alzerà la marea di commenti apocalittici e impotenti.