La presentazione da parte del Governo della modifica dell’art. 114 della Costituzione, allo scopo di attribuire speciali poteri e risorse a Roma capitale, ha innestato una rincorsa delle forze politiche venete, dal Presidente della Regione al Segretario del partito democratico veneto, a chiedere che questa riforma costituzionale sia estesa anche a Venezia.
Non che questa istanza non sia in astratto condivisibile, ma realisticamente non crediamo che, a due anni dalla fine della legislatura, Governo e Parlamento nazionale siano disponibili a imbarcarsi in un altro progetto di riforma costituzionale con scarsissime possibilità di andare in porto, visto che quello appena varato di Roma capitale potrà essere approvato in tempo solo se tutti i complessi passaggi saranno rispettati a tappe forzate.
Azione Venezia preferisce concentrarsi su obiettivi concretamente raggiungibili in tempi accettabili e quindi, nel prendere atto che l’ipotesi di modifiche costituzionali per attribuire maggiori poteri a Venezia potrà essere trattata solo nella prossima legislatura, non rinuncia però a ribadire l’esigenza urgente di intervenire con iniziative di legge ordinarie rispettose della Costituzione, avvalendosi dell’art. 119 che già consente allo Stato di destinare risorse aggiuntive e di effettuare interventi speciali in favore di determinati Comuni.
E oltre alla tradizionale richiesta di maggiori risorse finanziarie per la città, che però sappiamo essere ostacolata da vincoli di finanza pubblica sempre più complessi per l’impatto dei dazi trumpiani e l’aumento delle spese militari, vogliamo ribadire l’esigenza di attribuire all’amministrazione comunale di Venezia, con legge ordinaria dello Stato, la possibilità di approvare Regolamenti anche in deroga alle norme nazionali, al fine di tener conto della specificità della città e del suo inestimabile valore storico-artistico ed ambientale
C’è già un precedente a cui richiamarsi: la norma (art. 37 bis del d.l. n. 50/2022) che dà la possibilità al Comune di Venezia – unico in Italia – di introdurre regole e limitazioni alla diffusione delle locazioni brevi. Ma proprio da questo precedente dobbiamo trarre lezione: la città perde di credibilità se prima reclama a gran voce dallo Stato maggiori poteri da esercitare in autonomia, ma poi a distanza di tre anni non è stata ancora capace di approvare un Regolamento sulle locazioni brevi che la legge nazionale gli consente.
Venezia deve sì chiedere a Roma maggiori poteri, ma poi deve essere capace di esercitarli!
Paolo Bonafè – Segretario Comunale
Paolo Diprima – Delegato a Finanza, Enti partecipati e Legge Speciale
1 agosto 2025