Il disastro del Golfo del Messico stimolo per nuove fonti energetiche

centrale-biogasIl disastro  ambientale del Golfo del Messico, causato dalla  fuoriuscita di greggio dalla piattaforma BP, è all’attenzione dell’opinione pubblica come evento che impone una riflessione urgente, circa la necessità di cambiare l’attuale sistema delle fonti energetiche. Scienza e tecnologia ci vengono in aiuto grazie a  continue innovazioni: una forma di energia alternativa, ad esempio, è oggi rappresentata dal BIOGAS, miscela – composta per il 50-70% da metano e per il 30-50% da anidride carbonica – che si forma mediante la fermentazione di sostanze organiche.

Nel nord Europa sono già in funzione centrali che producono biogas attraverso il trattamento delle acque reflue e il processo di smaltimento dei rifiuti; si tratta di impianti che trattano in media 40.000 m³ di materiale al giorno, finalizzati a  produrre combustibile per i mezzi pubblici. Ogni anno,  nel nostro continente, si accumulano 88 milioni di tonnellate di rifiuti urbani biodegradabili che, gestiti in modo ottimale, produrrebbero benefici economici e per l’ ambiente stimati tra 1,5 e 7 miliardi di euro. L’Unione Europea, a partire da questi dati, è impegnata a stimolare gli Stati membri affinché adottino sistemi di produzione di energia rinnovabile, sfruttando  appieno il loro potenziale. La Comunità Europea ha fissato per il 2020 l’obiettivo che vede il fabbisogno energetico, del settore dei trasporti, coperto per un terzo da energia, attinta dal biogas ricavato dai rifiuti organici. Anche l’Italia è chiamata a questa  sfida, qualche esperienza è già in atto nel settore del TPL, ma ancora lunga è la strada per il  raggiungimento dei  parametri, previsti per il 2020.

 Paolo Bonafè presidente www.laboratoriovenezia.it