La notizia è che la Regione ha decretato non necessaria la VIA nazionale (come invano invocato dal Comune di Venezia) per l’autorizzazione del campo agrifotovoltaico di Cà Solaro. Sull’impianto abbiamo già espresso le nostre (molte) perplessità ma i dettagli circa l’avanzamento dell’iter autorizzativo dello stesso rivelati dal Gazzettino sono in sé sconcertanti, indipendentemente dall’opinione di ognuno sull’opportunità o meno dell’impianto.
Ora, il buon senso dice che l’autorizzazione di un impianto fotovoltaico (che non ha sostanzialmente impatto di rumore, di traffico, di inquinamento atmosferico) è una questione sostanzialmente urbanistica e di programmazione territoriale e attiene alle interferenze (nella fattispecie, con l’abitato di Cà Solaro) e al tema generale del consumo di suolo. È, o meglio dovrebbe essere, una competenza esclusiva del Comune e della Città Metropolitana, al massimo regionale. In ogni caso non ha senso prevedere una procedura di VIA, un istituto del tutto sproporzionato alla fattispecie in discussione.
Siamo invece all’assurdo che il Comune, che dovrebbe essere l’ente perno nell’iter autorizzativo, non avendo poteri invoca la VIA nazionale. Ma non basta: la VIA è sollecitata pure dalla Sovrintendenza perché, inter alia, l’impianto ricade nell’area di tutela del “Cubo della Bazzera” all’interno della stazione AGIP in tangenziale; immaginiamo il turbamento nel godimento della vista del Cubo da parte degli automobilisti che sfrecciano in tangenziale causato dalla presenza dei pannelli.
Un paradigma perfetto e grottesco di quanto a volte la burocrazia possa essere sideralmente lontana dalla realtà e dalle necessità dei cittadini. E sintomo drammatico di un Sistema Paese che non funziona e la conferma che va radicalmente riformato, come Azione va da tempo sostenendo.
Paolo Bonafè – Segretario Comunale
Stefano Valonta – Delegato Sviluppo Economico, Portualità, Infrastrutture
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13 febbraio 2025