Cattolici e politica, un’assenza che pesa. Serve una nuova rappresentanza dei valori non negoziabili

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Condivido pienamente le riflessioni del Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, espresse nell’intervista pubblicata dal Gazzettino. La sua analisi sulla crescente distanza tra Chiesa, società e politica è un richiamo profondo e necessario.

È vero: oggi manca una rappresentanza politica autentica del mondo cattolico. Ma questa assenza ha radici precise. Deriva da una polarizzazione sempre più rigida tra due blocchi ideologici, che ha svuotato lo spazio politico di centro, dove storicamente i valori cristiani potevano trovare voce e sintesi. È anche il risultato della frammentazione delle forze moderate, incapaci di costruire un progetto unitario e coeso, vittime spesso di personalismi e divisioni sterili.

Intanto, l’elettorato cattolico si è allontanato, perché non si riconosce più in alcuna proposta politica che interpreti in modo credibile i principi della Dottrina sociale della Chiesa. Troppo spesso quei valori vengono evocati in modo strumentale, o ridotti a slogan senza coerenza e visione.

Eppure, mai come oggi una nuova rappresentanza politica ispirata ai valori evangelici appare necessaria. I cosiddetti valori non negoziabili – tutela della vita, dignità della persona, centralità della famiglia, giustizia sociale, limite e responsabilità – sono spesso messi da parte, travolti da una cultura dell’individualismo, della prestazione e della frammentazione.

Serve una riflessione seria, capace di rigenerare uno spazio culturale e politico fondato sull’eredità cristiana, aperto al dialogo, ma saldo nei principi. Una nuova presenza, credibile e coerente, che non cerchi scorciatoie né rifugio nell’identitarismo, ma sappia abitare la complessità del tempo presente con spirito di servizio e responsabilità.

Chi crede ha il dovere di esserci. E di esserci con coerenza.

✍️ Paolo Bonafé