Giovani, produttività, formazione: serve un Patto generazionale per il futuro del Paese

Il dibattito pubblico in materia rischia spesso di restare imprigionato nell’emergenza e nell’egoismo, ma le grandi transizioni  epocali, che il Paese si trova a fronteggiare : demografica, tecnologica, ambientale; impongono uno sguardo lungo, capace di valutare oggi l’effetto su chi avrà vent’anni domani.

I numeri riportati dagli ultimi studi di istituti di ricerca come il CNEL sono allarmanti: oltre 630.000 giovani tra i 18 e i 34 anni hanno lasciato l’Italia tra il 2011 e il 2024, con un saldo negativo di oltre 440.000 unità. A partire sono soprattutto laureati, professionisti, persone che altrove trovano più merito, più opportunità, più dignità. È una perdita netta di capitale umano che colpisce soprattutto le regioni del Nord-Est, come il Veneto, e città come Venezia, dove la marginalizzazione delle politiche giovanili si intreccia con l’abbandono dei servizi essenziali.

Non possiamo più permettere che la questione giovanile venga trattata come un capitolo accessorio. Serve un’azione sistemica, capace di ricostruire le basi di un nuovo Patto generazionale, fondato su tre pilastri:

  1. Formazione allineata al lavoro: il mismatch tra competenze richieste e offerte è drammatico. È necessario che scuole, università, ITS e imprese dialoghino, condividano dati aggiornati e costruiscano percorsi coerenti.
  2. Produttività e innovazione diffuse: la crescita economica si sostiene solo se si investe in qualità del lavoro, merito, digitalizzazione delle PMI, e servizi pubblici che non siano un ostacolo ma un motore per lo sviluppo.
  3. Servizi pubblici e territori attrattivi: salute, mobilità, istruzione, casa. Non si può chiedere a un giovane di restare in un Paese che non gli garantisce condizioni dignitose di partenza.

Accogliamo quindi con grande favore la proposta del CNEL di adottare indicatori di Valutazione d’Impatto Generazionale (VIG) nelle leggi, a partire dalla Legge di Bilancio: è un modo concreto per riportare i giovani al centro della politica e rompere la logica delle misure spot, dei bonus scollegati dalla realtà, delle politiche senza orizzonte.

Come Azione Venezia, e in particolare con il contributo delle nuove generazioni del nostro partito, continueremo a batterci affinché anche a livello locale si faccia spazio a questa visione: un approccio integrato, basato su trasparenza, responsabilità condivisa e coraggio riformista.

Non si tratta solo di non rubare il futuro ai giovani. Si tratta di ridare un futuro a tutto il Paese.

Paolo Bonafé – Segretario comunale di Azione Venezia – Vicesegretario vicario metropolitano

Fosca Moro – Responsabile Under 30 – Azione Venezia