Si tratta di Hepic (Hydrogen Electric Passenger VenICe boat): così si chiama l’imbarcazione a idrogeno presentata durante il Salone Nautico 2021, e ripresentata in questo salone 2022, costruita da Cantieri Vizianello.
Si tratta senza ombra di dubbio di un caso di eccellenza a livello internazionale per il trasporto pubblico di linea per passeggeri in acque interne.
Il propulsore dell’imbarcazione è totalmente elettrico: Hepic è dotata infatti di un motore elettrico e di altri sistemi elettronici che controllano la potenza sull’asse dell’elica per generare il moto.
La novità essenziale è che può ricaricare le proprie batterie di bordo sia durante la navigazione, combinando l’idrogeno all’ossigeno all’interno della cella a combustibile, sia da una colonnina elettrica di rifornimento a terra.
L’idrogeno, inoltre, consente fino a cinque volte la densità di energia delle batterie agli ioni di litio; quindi garantisce un maggior numero di ore di navigazione senza la necessità di ricariche intermedie.
A Venezia c’era stato solo un prototipo in passato, “Accadue”, creato per testare il funzionamento delle celle a idrogeno, ma il mezzo era di ridotte dimensioni e trasportava solo il comandante. A differenza di Hepic, che è un mezzo reale, simile ai normali vaporetti utilizzati in città per il trasporto pubblico, Accadue aveva parecchi limiti strutturali e di utilizzo.
Alilaguna, una delle principali aziende operanti nel trasporto pubblico nella città di Venezia, ha sostenuto e portato a compimento l’opera.
Con Hepic si può mettere in acqua un’imbarcazione in grado di operare tutti i giorni dell’anno come fanno da decenni le imbarcazioni convenzionali a propulsione termica, ma con una tecnologia nuova ed eco-sostenibile come quella a Fuel Cell a idrogeno.
Si legge dal sito di Alilaguna: “Alilaguna con questo progetto intende continuare il rinnovamento della propria flotta investendo nella ricerca di soluzioni tecnologiche innovative nella propulsione navale, in grado di massimizzare le efficienze di impiego dei carburanti e diminuire il più possibile le emissioni carboniose climalteranti secondo i dettami dell’Unione Europea e con ciò tutelando, al contempo, il fragilissimo patrimonio di Venezia e della sua Laguna”.
# Lentezza burocratica
Il principale problema che ci farà ancora attendere prima di vedere queste imbarcazioni al servizio di cittadini e turisti è di natura meramente burocratica.
La normativa italiana che regola il trasporto pubblico passeggeri in acque interne non contempla ancora possibilità tecnologiche come la barca a idrogeno.
Anche a livello europeo, purtroppo, non esiste ancora un quadro di regole uniforme e condiviso tra i paesi. Cosa che invece, per quanto riguarda le automobili, già è presente.
Quindi per il futuro serve anche snellire le procedure di rilascio autorizzazioni e superare le lungaggini burocratiche








Sono alle porte i grandi esodi estivi delle vacanze, segnati purtroppo anche da eventi luttuosi, provocati dagli incidenti stradali. Campagne promozionali invitano alla prudenza, dando indicazioni concrete per salvaguardare la sicurezza dei nostri viaggi: il rispettare i limiti di velocità e i divieti di sorpasso, l’ allacciare le cinture di sicurezza, il fermarsi quando si è stanchi, il non mettersi alla guida, se si sono ingerite sostanze che alterano la lucidità mentale. Il fattore umano è primario e decisivo nella tutela della vita propria ed altrui, ma oggi può essere supportato, in modo complementare, dalle sofisticate tecnologie di cui sono dotate le nuove automobili. Le case di costruzione stanno immettendo nel mercato vetture in grado di garantire forme di sicurezza “attiva” – così definita perché in grado di prevenire gli incidenti – e “passiva”, per la capacità di attivarsi, in caso di scontro, a protezione di guidatore e passeggeri. Si tratta di tecnologie complesse che, combinate insieme, permettono una forte riduzione dei rischi: computer di bordo in grado di segnalare il pericolo di impatto e che, a fronte di una distrazione del conducente, sono in grado di frenare in sua vece; simulazioni sofisticate degli esiti degli impatti sull’uomo, grazie a sofisticati manichini in grado di segnalare anche i traumi degli organi interni. Si prospetta quindi un futuro in cui assisteremo ad una netta caduta degli incidenti. Intanto possiamo già apprezzare, dal 2007 al 2008, un loro decremento del 5,2% con una positiva diminuzione di morti (-7,8%) di feriti (- 4,6%). Impegnamoci affinché il 2010 sia nel segno di questo favorevole trend!
Uno studio dettagliato e articolato, pubblicato dall’Osservatorio Audimob, mette in luce, attraverso l’ analisi delle modalità di spostamento degli italiani, i nostri stili di vita e i cambiamenti sociali in atto.
Venezia – con Civitavecchia, Genova e La Spezia – seguirà la strada ecologica già battuta dai più importanti scali internazionali, come Los Angeles, Seattle, Vancouver, Lubecca e Zeebrugge. Si tratta di un’ autentica rivoluzione quella che investirà i nostri porti: finalmente si potrà garantire fornitura elettrica alle navi,attraccate in banchina, senza che queste tengano accesi, per l’autoalimentazione, i motori ausiliari. La natura innovativa di questo sistema, chiamato “cold ironing”, consiste nel fatto che tutta l’elettrificazione di navi e banchine, verrà realizzata mediante la produzione di energie rinnovabili.
Una delle priorità della nuova Amministrazione Comunale sarà quella di un progetto di mobilità cittadina, in grado di tenere insieme la città d’acqua e la città di terraferma, attraverso un sistema efficiente ed articolato di interscambio ferro/gomma/acqua. La scorsa consigliatura ha approvato il Piano urbano della mobilità, che ha permesso di fotografare l’andamento dei flussi, utile a formulare proposte di migliore mobilità tra Mestre e Venezia, attraverso il Tram, il sistema di trasporto acqueo e il progetto di Sublagunare. Ritengo che questo quadro progettuale debba anche prevedere, nella logica di valorizzazione della via d’acqua e di diversificazione dei flussi con una politica di rivitalizzazione e di rilancio dei terminals.
A queste due nuove linee circolari se ne dovrebbe aggiungere una terza che è poi il potenziamento e l’ allungamento della linea LN (Punta Sabbioni-Venezia) con la creazione di una linea circolare che interessi le fermate di Lido/ S.Elena/ Giardini/ Pietà/ S.Marco-Giardini Reali / Zattere / S. Basilio – S. Marta ( se in prospettiva arriverà il TRAM) /Tronchetto.
Il 16 marzo, con la partenza di una prima chiatta carica di container, ha preso avvio il progetto IDROVIA, che collega Mantova a Venezia su rotta fluviale, aprendo, nel cuore della pianura padana, una nuova direttrice di collegamento per il trasporto merci. Per quanti, da anni, affermano che la via d’acqua rappresenta una cruciale alternativa alla strada e alla rotaia, questo avvio è motivo di soddisfazione, nella consapevolezza che il progetto rappresenta un’ulteriore opportunità di sviluppo per tutto il Nord Est. Artefice di tale operazione è il presidente dell’autorità portuale, Paolo Costa che da anni è impegnato nella creazione di una grande macroarea adriatica, fulcro di traffici merci e passeggeri. Il servizio, affidato alla FLUVIOMAR, società partecipata dall’Autorità Portuale – utilizzando l’idrovia Fissero-Tartaro-Canal Bianco- attraversa, con un percorso di 135 km (parallelo al Po) la Pianura Padana e congiunge Mantova al mare Adriatico e la foce di Porto Levante a Marghera. Il canale, i cui lavori sono iniziati nel 1939, è stato inaugurato solo nel 2002 e, fino a ieri, era destinato solo al trasporto granaglie e rinfuse per poche aziende. Ora è partito un servizio di trasporto regolare, che avrà cadenza bi-settimanale e, in prospettiva, potrà proseguire fino a Cremona.
Tale scenario conferma la necessità di perseguire il rilancio del trasporto via mare, che richiederebbe investimenti di 15 volte inferiori, rispetto a quelli delle infrastrutture stradali o ferroviarie: basterebbero quindici navi traghetto per diminuire di un 20% il traffico pesante sulle tratte autostradali più congestionate.