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Il Rapporto Cittalia 2009 premia Venezia

2009-12-19  il venezia Un buon lavoro sul fronte della mobilitàGli esiti del rapporto elaborato da Cittalia – Fondazione dell’ANCI – rappresentano un importante riconoscimento per l’Amministrazione comunale di Venezia. La ricerca, che  ha avuto come oggetto il tema della mobilità nelle 15 città metropolitane del paese, ci restituisce, per mezzo di un’analisi articolata e corredata da una pluralità di dati, una fotografia interessante della nostra situazione cittadina. I primi dati significativi sono quelli relativi ad una area urbana in cui, nel periodo 1998-2007, si rileva il maggior incremento di investimenti  per trasporti e viabilità e si registra un aumento del 32% dei passeggeri trasportati. Nel periodo 2000—2008, si riscontrano, inoltre, una crescita del 100% delle piste ciclabili ed un aumento  del 135% dei  parcheggi scambiatori, a fronte di una media italiana che si assesta intorno al 16%.     

Nel periodo 2005-2008, a Venezia, si assiste ad una riduzione del 25% del tasso di incidentalità: questo comporta che, con 215 euro,  deteniamo il costo sociale pro-capite fra i più bassi, legato agli incidenti stradali, rapportato ai 486 euro di Milano e ai 331 euro,  media delle 15 città oggetto dello studio.

Il traffico urbano ha come ulteriore ricaduta i cosiddetti “costi da congestione” che, in una città come Roma, ammontano a circa 1.350 euro annui per automobile, a Milano 573, a Bologna 399 e a Venezia 227, mentre il valore medio delle città metropolitane  raggiunge la soglia  di 810 euro.

Pertanto, il Rapporto conferma nel suo complesso la qualità dell’impegno dei nostri amministratori locali, nel disegnare e  progettare una città, capace di affrontare la sfida della modernità, grazie allo sviluppo di una mobilità sostenibile.

Paolo Bonafè – Presidente www.laboratoriovenezia.it

Italia Nostra e Anci promuovono gli Orti Urbani

2009-12-12  il venezia Gli orti e il recupero delle erbe tradizionaliUn interessante progetto nasce dalla partnership, che vede la stretta collaborazione  fra Italia Nostra, Anci e Facoltà di Agraria dell’ Università di Perugia: si tratta di una innovativa attività di educazione ambientale attraverso la destinazione di aree verdi – cittadine e della cintura urbana – alla coltivazione, prevedendo la reintroduzione delle specie peculiari di ogni territorio. Questo progetto ha l’obiettivo di contrastare il processo di perdita di tradizioni e competenze che l’urbanizzazione ha comportato, valorizzando le erbe spontanee, che sono il fondamento della cucina tradizionale  popolare. Se da anni, in molte realtà, si sperimentano gli Orti per gli anziani, l’ iniziativa in questione recupera quell’esperienza, rilanciandola in un orizzonte più ampio, garantendo su scala nazionale un quadro unico di riferimento, grazie alle Linee Guida elaborate dall’Università, che rappresentano un importante supporto scientifico e aprono il progetto  a nuovi target di cittadini.

Gli Orti Urbani sono pensati come “parchi culturali” perché, grazie   al prezioso recupero delle specie, legate alla storia del territorio e all’applicazione dei principi dell’agricoltura biologica, diventano occasione di apprendimento ed educazione, in particolare per le nuove generazioni. E’ previsto, inoltre, il coinvolgimento delle famiglie, che potranno avere prodotti di qualità e  convenienti, in linea con le esperienze di accorciamento della filiera alimentare. Ma l’obiettivo cruciale dell’iniziativa è quello di sottrarre aree verdi, attualmente in disuso, alla speculazione edilizia, all’abusivismo ed all’inquinamento ambientale. 

Paolo Bonafè Presidente www.laboratoriovenezia.it

La battaglia per l’acqua

2009-11-28 il venezia - un errore privatizzare l acqua del sindacoAnche l’acqua è diventata un argomento “caldo” nel dibattito politico italiano: proprio in questi giorni è stato infatti approvato un decreto, che obbliga le pubbliche amministrazioni  a privatizzare, fra gli altri, anche  tutti i servizi idrici.

Di fronte al pesante deficit pubblico e alle pessime condizioni della rete idrica italiana, che richiederebbe massicci interventi di ripristino, la scelta del Governo è quella di trasferire il problema a soggetti privati che, nella logica del profitto, potrebbero aumentare le tariffe, per recuperare le risorse indispensabili agli interventi. Eppure, le esperienze di privatizzazione già in atto, hanno dimostrato che, a fronte di un aumento delle bollette, non è stato attuato alcun intervento sulla rete di distribuzione. Benché il tema non abbia ottenuto la giusta rilevanza da parte degli organi di informazione, da parte di una pluralità di soggetti, attenti ai temi della cittadinanza e dell’ambiente, viene segnalato come l’intervento governativo si dimostri non rispettoso del principio di sussidiarietà, secondo il quale spetterebbe agli organi di governo locale – Regioni, Province e Comuni – individuare le forme di gestione dei servizi di pubblica utilità. Sono molte le associazioni e le reti che si  stanno opponendo alla mercificazione di un bene vitale, chiedendo di escludere il servizio idrico dai servizi pubblici locali di rilevanza economica. Ma anche il buon senso comune fa capire che “l’acqua del sindaco” è certificata da processi di controllo, che rappresentano una garanzia per tutti. Anche molti Comuni sono contrari alla privatizzazione, che comporterà la rinuncia alla propria funzione  su una risorsa fondamentale.

Paolo Bonafè – Presidente www.laboratoriovenezia.it

Caritas, pubblicato il rapporto 2009 sulle povertà

20009-10-31 IL VENEZIA Il nostro modello di welfare in teempo di crisiE’ di particolare efficacia il titolo “Famiglie in salita”,  scelto per il 9° Rapporto Caritas – Fondazione Zancan, presentato a Roma lo scorso 22 ottobre. La ricerca,  che ogni anno analizza la situazione di povertà nel nostro paese e l’ efficacia del nostro modello di welfare, ci offre un importante quadro dello stato di difficoltà in cui versa la famiglia italiana, anche a causa della grave crisi economica, che ha comportato, nel 2008, un aumento del 20% delle richieste di aiuto alla Caritas: i bisogni espressi sono prevalentemente di tipo economico (56,8% degli italiani e 48,1% degli stranieri) o legati a problemi di lavoro (44% degli italiani e 54,9% per gli stranieri). Resta drammatico il divario fra il Nord e Sud del paese, situazione di squilibrio unica nel panorama europeo. A fronte di questa situazione, il Rapporto segnala un modello di intervento inefficace, basato su una logica assistenziale, che privilegia l’erogazione di denaro, piuttosto che favorire la strutturazione di servizi. Ma la ricerca non si limita a fotografare la situazione di disagio in cui versiamo, perché individua anche le linee strategiche per rifondare il nostro welfare. Innanzi tutto una chiamata all’appello per uno sforzo comune –soggetti pubblici e privati, società civile e chiesa – perché dalla condizione di povertà e dalla crisi economica è possibile uscirne solo tutti insieme. In questo, che Monsignor Nozza definisce “cantiere aperto”, la Chiesa italiana si investe in prima persona, affinché il proprio servizio alla giustizia non sia realizzato come avventura solitaria, ma in stretta e convinta elaborazione con tutte le istituzioni e le espressioni della società.

Paolo Bonafè – Presidente Laboratorio Venezia

La Conferenza sul clima di Copenhagen

20009-10-24 IL VENEZIA La conferenza sul clima di Copenaghen

A dicembre la comunità internazionale si riunirà a Copenhagen per stipulare la nuova convenzione sul clima: la conferenza mondiale dell’ONU dovrà in particolare illustrare le strategie per la riduzione delle emissioni di gas serra e per l’adattamento ai cambiamenti climatici già in corso. L’esplicitazione di quest’ultimo obiettivo rappresenta un passaggio cruciale, che merita una particolare riflessione: le politiche, infatti, sembrano spostarsi dalla mitigazione dei fenomeni a quelle di adattamento. Questo orientamento nasce dalla consapevolezza che, anche a fronte di un arresto immediato delle emissioni di gas, dovrebbero trascorrere decine di anni per garantire  all’atmosfera di ripulirsi da tutto il gas presente. Parallelamente, gli studi hanno mostrato che, anche la riforestazione  non produce una compensazione immediata, infatti, solo dopo anni di crescita e non appena piantumati, gli alberi assorbono sufficiente anidride carbonica. Ci si rende conto che l’attuale livello di compromissione dell’equilibrio climatico impatterà pesantemente sulla nostra vita: già a Bangkok i paesi poveri hanno chiesto all’Europa e agli USA di impegnarsi economicamente per finanziare barriere contro l’innalzamento degli oceani e la riurbanizzazione delle città costiere. Lo scenario è sicuramente preoccupante, mentre si riscontra, sia a livello politico,  che di generale opinione pubblica, una grave sottovalutazione di questi temi: i cambiamenti del clima, con le loro ricadute sul piano ecologico, avranno forti implicazioni sociali economiche, già visibili nella nostra quotidianità con l’ aumento delle inondazioni e degli sbalzi climatici.

Paolo Bonafè – Presidente Laboratorio Venezia