Prendiamo esempio da altri Stati per limitare le emissioni inquinanti delle grandi navi a Venezia

L’ARPAV ha evidenziato, attraverso gli studi sulle emissioni dei gas di scarico, come anche le grandi navi, che toccano il porto di Venezia, siano fonte di inquinamento. Questo fenomeno non rappresenta una novità e non interessa solo Venezia, infatti anche gli inglesi e gli americani sono intervenuti sulla questione.
La Società inglese MAERK LINE ha avviato, a partire dal giugno 2006, un progetto ambientale pilota, finalizzato alla eliminazione annuale di circa 400 tonnellate di emissioni delle navi, appartenenti alla propria flotta, che scalano i Porti di Los Angeles e di Okland.
Questa azione è frutto di una specifica politica aziendale che si pone nel rispetto delle norme e disposizioni previste nel Goods Movement Action Plan ( Piano d’azione per la circolazione delle merci), avviato dal Governatore della California Schwarzenegger, in collaborazione con la Air Resources Board (Agenzia californiana che studia le emissioni dei gas dei veicoli). Maerck Line, nel momento in cui le navi si trovano a 24 miglia dalla costa, sostituisce il combustibile per uso di bordo, a tenore di zolfo relativamente alto, con combustibile di distillazione a basso tenore di zolfo (per i motori principali ed ausiliari).
I risultati stanno evidenziando notevoli riduzioni degli inquinanti: la Società stima una riduzione annuale del particolato (pm10) pari al 73%, una riduzione del disossido di zolfo (SOx) pari al 92% e almeno una riduzione del 10% dell’Ossido di azoto (NOx).
Questi dati mettono in luce la necessità che Venezia si doti di strumenti normativi, atti a imporre alle Compagnie di navigazione la commutazione del combustibile impiegato, almeno a 12 miglia dal porto; abbinando ed integrando tale procedura con l’uso di convertitori catalitici, si potrebbe effettivamente avere un abbattimento delle emissioni nocive.
L’aumentata spesa per le società di navigazione, quantificabile con la differenza di costo, tra almeno 4 tonnellate di nafta pesante (IFO 180/380) e quella più raffinata, probabilmente ammonterebbe a circa 50 centesimi, per ogni passeggero trasportato e pertanto non andrebbe ad incidere sul prezzo del biglietto, mentre verrebbero tutelati la salute ed il benessere dei cittadini.

Cap. Paolo Bonafe’
Presidente Laboratorio Venezia