Qual’è il segreto della longevità?

Il corale affetto che il Paese ha mostrato in occasione del centesimo compleanno del premio Nobel Rita Levi Montalcini, ha aperto, nel contempo, l’interesse dei media sull’individuazione dei fattori, che concorrono a determinare la longevità. La vicenda umana della senatrice è esempio di uno stile di vita improntato alla sobrietà, accompagnato ad una straordinaria intelligenza e vivacità intellettuale, che riguarda un percorso personale unico. Guardando alla società italiana assistiamo complessivamente all’aumento della presenza dei grandi vecchi, che sta dando un forte impulso alla ricerca scientifica, orientata a rispondere a bisogni sanitari in crescita, collegati alle patologie tipiche degli anziani. Lo studio, ad esempio, di farmaci a contrasto dell’Alzheimer e del Parkinson richiama forti finanziamenti, che garantiranno sicuramente risultati efficaci eppure, pur nella convinzione che lo sviluppo della scienza medica rappresenti una garanzia fondamentale per la tutela della salute, esiste un rischio anche nella medicalizzazione della vecchiaia. Il nostro benessere personale si fonda su un equilibrio complesso in cui gli elementi affettivi, relazionali e sociali svolgono una funzione cruciale e determinante anche sul piano della salute fisica. Solitudine, senso di inutilità, perdita degli interessi, depressione, rappresentano fattori di alto rischio, proprio perché incidono pesantemente sull’articolata e ricca struttura dei bisogni umani. In questo senso, diventa esemplare la longevità di intellettuali, scienziati ma anche di persone semplici che sono invecchiate, mantenendo attivi desiderio di conoscenza, passioni civili e amore per la vita.

Paolo Bonafè
Presidente Laboratorio Venezia

Quale è il ruolo delle Province nel governo del territorio.

Ci apprestiamo, nel prossimo mese di giugno, ad andare alle urne per il rinnovo anche di moltissime amministrazioni provinciali: l’ente Provincia, da anni, è al centro di un dibattito nazionale che, di volta in volta, ne evidenzia il ruolo cruciale, nel sistema di governo dei territorio, o ne sottolinea l’inutilità, quale cascame di una concezione burocratica dello Stato. Una riflessione sulla funzione di questo Ente locale può, pertanto, fornirci di maggiore consapevolezza nel nostro ruolo di elettori. In questo ci supporta la normativa, che attribuisce alla Provincia una preziosa funzione di raccordo fra la fase di programmazione, competenza propria della Regione, e quella di gestione, di cui sono titolari i Comuni. La legislazione italiana, infatti, ha attribuito agli Enti locali, un assetto caratterizzato da autonomia con competenze differenziate, promuovendo, nel contempo, forme di governo associate ed integrate. Nel complesso scenario territoriale, l’azione di coordinamento della Provincia si esprime, nel rispetto del principio di sussidiarietà verticale, attraverso azioni di pianificazione degli interventi, garantendo funzioni di interesse sovra comunali, denominate di “area vasta”, garantendo, in ambiti che richiedono governo ed integrazione di politiche diverse, economie di scala, ma anche il superamento del rischio di frammentazione degli interventi e di marginalizzazione dei territori più periferici. Il livello di governo espresso dalla Provincia diviene, pertanto, strategico nella prospettiva di un processo di riequilibrio a sostegno dei singoli comuni e cruciale nella promozione dello sviluppo locale.

Paolo Bonafè

Presidente Laboratorio Venezia

Il Terremoto in Abruzzo

Le drammatiche immagini, che la televisione ha portato in questi giorni nelle nostre case, hanno toccato intensamente il cuore di tutti noi, scuotendo la nostra sensibilità e mobilitando sentimenti profondi di solidarietà e vicinanza
per le vittime di questo terribile terremoto. Ma, con il passare dei giorni, a questa gamma di emozioni si accompagnano contemporaneamente rabbia e scoramento per una vicenda tutta italiana che mette in luce, ancora una volta, le responsabilità di chi poteva garantire condizioni di prevenzione e sicurezza, per contrastare l’impatto degli eventi naturali.
Lo scatenarsi delle forze della natura sembra ammantare di ineluttabilità le morti e le distruzioni che esso comporta, ma la cultura fatalista non può appartenere ad una società del XXI° secolo: oggi, scienza e tecnologia vengono in aiuto all’uomo per rendere più protetta e sicura la sua vita. Il crollo, all’Aquila, dell’ospedale e della casa dello studente sono l’emblema dell’inettitudine, dell’incuria, della speculazione edilizia del nostro paese. Questo non deve essere il tempo di recriminazioni e polemiche, ma del concreto e unanime operare, per garantire ai settantamila sfollati condizioni dignitose, per riprendere la vita dopo un evento così drammatico e traumatico. Ma non per questo dobbiamo mettere da parte la consapevolezza che una corretta prevenzione riduce il numero delle vittime e delle distruzioni. L’Italia è un paese a rischio, i ricordi dei terremoti, dal Belice, all’Umbria, sono impressi nelle nostre menti e, soprattutto, nella carne di molti nostri connazionali: è irrinunciabile un modello di intervento sul territorio, che rispetti le norme antisismiche.

Paolo Bonafè
Presidente Laboratorio Venezia

scelte di pace contro la crisi economica

Anche una scelta di pace può rappresentare, oltre all’indiscutibile valore etico morale ad essa intrinseco, una risorsa per affrontare l’attuale crisi economica. La Campagna Sbilanciamoci, sostenuta da 47 organizzazioni della società civile, di ispirazione laica e religiosa, sta promuovendo la sottoscrizione di un Appello, affinché il Parlamento non approvi la proposta governativa, finalizzata a continuare la produzione di 131 caccia bombardieri Joint Strike Fighters, aerei d’attacco che possono trasportare anche ordigni nucleari.
L’approvazione di tale piano d’investimento comporterebbero un impegno per l’Italia fino all’anno 2026, con una spesa di circa 14 miliardi di lire, per la realizzazione di un programma incoerente con le missioni di pace che da anni caratterizzano il qualificato impegno delle nostre Forze Armate.
Ma l’evidenza dell’ enormità della somma finanziaria, necessaria a questo riarmo, da sola stride a fronte dell’urgente necessità di reperire risorse per fronteggiare la grave situazione economica e sociale del Paese. I promotori dell’Appello fanno presente che con la medesima cifra si potrebbero contemporaneamente costruire 5.000 asili nido, fabbricare un 1.000.000 di pannelli solari, dare a tutti i collaboratori a progetto la stessa indennità di disoccupazione dei lavoratori dipendenti, allargare la cassa integrazione a tutte le piccole imprese.
“Il Parlamento faccia una scelta di pace e solidarietà; blocchi la prosecuzione del Programma. Destini le risorse alla società all’ambiente , al lavoro, alla solidarietà internazionale”: questo è il cuore dell’appello, che ciascuno può scaricare e sottoscrivere dal sito www.sbilanciamoci.org.
Paolo Bonafè
Presidente Laboratorio Venezia