La politica deve ripristinare il patto generazionale per dare un futuro alle famiglie e ai giovani

Una pluralità di inchieste sui comportamenti sociali, connessi alle nuove povertà, ci stanno mostrando anziani che “rubano” beni alimentari di prima necessità al supermercato; persone, appartenenti alla classe media, che recuperano fra i rifiuti la frutta e la verdura alla chiusura dei mercati rionali; giovani costretti a ritornare in famiglia, dopo aver avviato un percorso di autonomia ed indipendenza
Fenomeni che riguardano, non persone prive di fonti di sostentamento e in grave disagio, ma cittadini percettori di reddito da pensione e da lavoro, spesso con livelli culturali medio-alti.
In particolare, la crisi che sta attraversando il paese e immettendo in processi di impoverimento i giovani, pone in luce come il patto generazionale, che ha regolato fino ad oggi il rapporto genitori–figli, si sia rotto. Infatti, se fino a 10 anni fa, l’aspettativa di ogni generazione era quella di veder migliorato il proprio livello socio-economico di benessere, rispetto alla generazione precedente, oggi un genitore è consapevole che il proprio figlio vivrà in una società dove saranno assenti le garanzie di cui lui ha beneficiato. Lavoro, casa, pensioni rappresentano aree di diritto ad alta criticità: disoccupazione, precarietà, costi delle abitazioni, crisi economica, perdita del potere di acquisto di stipendi e pensioni declinano uno scenario di grande incertezza e preoccupazione. Pertanto, oggi, la priorità e la responsabilità cui è chiamato il nuovo governo sarà quella di elaborare e definire strategie coerenti ed integrate per lo sviluppo di politiche economiche, del lavoro e del welfare.

Paolo Bonafè
Presidente laboratorio Venezia
www.laboratoriovenezia.it