Il volto della povertà estrema in Italia

Il Ministero del Welfare, in collaborazione con ISTAT, CARITAS e FIOPSD (Federazione che raggruppa una settantina di soggetti privati e pubblici che assistono i senza tetto), ha avviato la prima rilevazione su scala nazionale relativa alle persone senza dimora: l’obiettivo è elaborare una ricerca sul fenomeno per il 2010, proclamato “Anno europeo contro la povertà”.
Una prima stima mette in luce come questa condizione di povertà estrema riguardi un numero di persone che oscilla le 70.000 e le 100.000 unità: i processi di impoverimento economico e di aumento del livello di precarizzazione delle condizioni di vita, stanno marginalizzando uomini e donne che non appartengono al target del grave disagio sociale (ex detenuti, tossicodipendenti, alcolisti, pazienti psichiatrici), fra le persone che vivono in strada, infatti, è sempre più diffusa la presenza di soggetti che hanno conosciuto la stabilità e le reti di protezione dello stato sociale.
La ricerca sta già mettendo a fuoco la complessità del profilo della persona senza dimora: si tratta prevalentemente di uomini (81,8%), appartenenti alla fascia di età fra i 28 ai ai 47 anni ( 54%), con una bassa scolarizzazione (solo il 33,7% ha la licenza media, il 17,7% il diploma e il 3,9% la laurea), disoccupati (43,4%) e con fallimenti affettivi alle spalle (37,1%). Solo il 13,3% si rivolge ai familiari per richiedere aiuto, il 38,7% preferisce rivolgersi ai volontari. Se ne deduce che il rischio di esclusione sociale non è più e solo strettamente correlato all’ appartenenza ad una categoria di disagio, ma anche alla situazione della persona all’interno del suo contesto affettivo, relazionale e sociale.

Paolo Bonafè
Presidente laboratorio Venezia
www.laboratoriovenezia.it