Il valore della solidarietà

Il Valore della Solidarietà

Il dibattito cittadino, relativo allo spostamento del campo Sinti di Mestre, rende necessaria una riflessione che metta in luce come la nostra città abbia saputo elaborare un modello, riconosciuto in ambito nazionale ed europeo, per la cultura dell’accoglienza e dell’inclusione sociale sviluppate.
Questo si è reso possibile, grazie alla sinergia e alla collaborazione fra una pluralità di soggetti e lo sviluppo di politiche sociali che hanno realizzato un sistema di servizi innovativi a favore dei minori, delle famiglie, degli anziani, dei disabili, delle vittime di tratta, delle persone in condizioni di marginalità, nel riconoscimento della dignità e dei diritti di tutti, ma anche nella consapevolezza strategica che più alta è la coesione sociale, che un territorio esprime, più alto è il livello di sicurezza di cui beneficiano i cittadini.
La capacità di interlocuzione e collaborazione dei servizi comunali, che lavorano con i target più esposti al rischio di devianza, con le forze dell’ordine, sono un esempio di come il nostro territorio sia presidiato.
Il lavoro di strada, la mediazione dei conflitti, il lavoro di comunità, la valorizzazione del Terzo Settore, sono gli strumenti attraverso i quali le amministrazioni comunali hanno, negli anni, investito e che, oggi, ci permettono di vivere in una città sicura e solidale.
In particolare è utile ricordare come la vicenda del campo di Via Vallenari sia esemplare per il processo con cui si è arrivati alla assunzione di decisioni, attraverso interventi specifici nella comunità locale, stimolando processi di partecipazione attiva per garantire percorsi volti all’individuare insieme soluzioni ai problemi ed alle esigenze espresse dalle persone, attraverso attività condivise di progettazione partecipata, nella convinzione che, anche sui temi più delicati, vada sempre promosso il dialogo fra cittadini portatori di interessi e bisogni diversi, ma non per questo inconciliabili fra loro.

Paolo Bonafe’

Immigrazione, sicurezza e bisogni sociali

Di fronte alla domanda di sicurezza, che proviene dai nostri cittadini, mi chiedo se sia percorribile una strada che sappia tradurre questo legittimo bisogno, in una richiesta più ricca e articolata, che non si appiattisca meramente sui temi dell’ordine pubblico
Il disagio che la società italiana sta esprimendo è anche ascrivibile alla necessità di doversi confrontare con il fenomeno migratorio, ma ha radici più profonde, che riguardano il nostro modello sociale e i complessi processi di cambiamento che lo stanno attraversando: la fragilità della struttura familiare, la frammentazione della vita sociale, lo scarso senso di appartenenza alla comunità locale, la precarietà lavorativa e l’ impoverimento economico.
Questo quadro di incertezza complessiva, investe in toto la sfera di vita delle persone: in questo contesto l’immigrazione diventa evento catalizzatore di ogni paura, causa prima dell’incertezza e del senso di insicurezza e precarietà in cui siamo chiamati a vivere.
Emerge, pertanto, nei confronti delle istituzioni, una richiesta che rivendica tutela, protezione, riconoscimento delle proprie esigenze e diritti, che non può essere ricondotta ad un bisogno di sola sicurezza pubblica, ma va coniugata fortemente ad un bisogno di sicurezza sociale.
Le persone necessitano di trovare un ascolto competente e responsabile capace di attribuire senso e dare riconoscimento alle paure e allo smarrimento, senza banalizzazioni, semplificazioni o enfatizzazioni, che corrono il rischio di essere sempre manipolatorie.

Paolo Bonafe
Presidente Laboratorio Venezia

Il sistema THOR quale soluzione alternativa ai termovalorizzatori

La grave crisi dell’immondizia di Napoli sta evidenziando con forza come il tema del trattamento dei rifiuti rappresenti una priorità politica, non solo perchè il territorio nazionale non deve più impattare fenomeni di emergenza, ma anche per realizzare un modello di smaltimento, che trasformi i rifiuti da onere in risorsa.
In questa direzione si colloca “THOR”, sistema sviluppato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche in collaborazione con la Soc. ASSING SPA di Roma, che permette di recuperare e raffinare tutti i rifiuti, senza farli passare attraverso il ciclo della raccolta differenziata e dell’incenerimento, trasformandoli in materiali riutilizzabili, dall’elevato potere calorico e con costi presunti largamente inferiori rispetto ai termovalorizzatori. THOR è una tecnologia ideata e sviluppata in Italia, che si basa sulla raffinazione meccanica dei materiali di scarto, trattati in modo da separare tutte le componenti utili, dalle sostanze dannose. Funziona quindi come uno sminuzzatore di rifiuti fino a dimensioni microscopiche, inferiori a 10 millesimi di millimetro. Il risultato è una “poltiglia”, purificata dalle parti dannose ed inquinate di alto contenuto calorifico, utilizzabile come combustibile. Il derivato è quindi un prodotto solido o pellettizzato, oppure, attraverso il processo di “pirolisi”, un prodotto bio-olio per motori diesel.
In Sicilia è già presente questa tipologia di impianto, che tratta 8 tonn/ora, non necessita di un’ area di stoccaggio in attesa del trattamento, né di essere tenuto sempre in funzione, essendo meccanico e non termico.
E’ utile ricordare che THOR è mobile, installabile anche su navi, poiché una struttura, da 4 tonn/ora, occupa circa 300 m2 e ha un costo di 2ml di euro. Comparando i costi dei diversi sistemi di smaltimento dei rifiuti, vediamo che l’ impianto preso in esame costa 40euro/tonn, una discarica costa 100euro/tonn e un inceneritore 250euro/tonn.
A titolo esemplificativo, prendendo in esame un’ area urbana di 5000 abitanti, che produce 50 tonn/giorno, THOR potrebbe ricavare 30 tonn di combustibile, 3 tonn di vetro, 2 tonn di materiali ferrosi, 1 tonn di inerti; il resto sarebbe acqua che viene espulsa come vapore. Il prodotto che esce da THOR è sterilizzato dalle 8000/15000 atmosfere prodotte e il ciclo di smaltimento non produce odori.
C’è da chiedersi se non sia, pertanto, delineabile un modello di smaltimento dei rifiuti, che preveda l’integrazione di impianti diversificati e non percorra la sola strada dei termovalorizzatori.