COMMERCIO, RESIDENZA E LAVORO: TRE OBIETTIVI PER TOGLIERE MESTRE DAL DEGRADO E DARE UN FUTURO DI SVILUPPO ALLA CITTA’

Il tema commercio sta avendo una particolare rilevanza in queste cronache estive, tanto che sembra una novità la desertificazione di attività commerciali, come sembra sia una novità la movida notturna dei locali in centro storico veneziano e la legittima richiesta dei residenti di poter dormire dopo le 23.

Due realtà contrapposte tra loro, due città diverse nella stessa città, con ricette diverse da attuarsi: caos e schiamazzi a Venezia, per una vita notturna animata e silenzio e degrado a Mestre, dove sono sempre più le serrande chiuse a causa della chiusura di attività, molte volte di negozi di vicinato.

Oramai anche il settore alimentare, nelle varie declinazioni, è sempre più rivolto alla clientela turistica, e questo avviene anche su Mestre, seguendo il triste esempio della città storica.

La Confesercenti ha presentato studi dove si evidenzia che il commercio può essere un elemento rivitalizzatore di parti di città dimenticate ed è certo così. Su Mestre noi riteniamo che si confonda la causa con l’effetto: è il commercio che si rivitalizza quando i clienti hanno capacità di spesa e dove esiste nuova residenzialità. Il commercio ha bisogno di una residenza stabile. Nella fattispecie Mestre si ripopolerà di negozi quando ci saranno clienti che consentiranno a questi negozi di stare in vita. Da tempo si ha la sensazione di un progressivo e inarrestabile impoverimento della popolazione residente, a cui ha fatto seguito una desertificazione commerciale drammatica, come testimonia la centralissima via Olivi (ma non solo).

Cosa diversa su Venezia, dove molte attività commerciali sopravvivono anche per la presenza delle attività alberghiere, di locazioni turistiche e B&B. Definire che i posti letto a Venezia si equivalgono al numero dei residenti è la chiara fotografia di come sopravvive il commercio in città. Alcuni, come il Direttore di AVA in un recente convegno da noi organizzato, ha anche fatto presente che molte professioni sopravvivono a Venezia proprio perché esiste l’imprenditoria alberghiera, altrimenti chi darebbe lavoro ad avvocati, ingegneri e architetti, visto il sempre minore numero di residenti? Cosa permetterebbe la sopravvivenza di negozi di vicinato a Venezia, se non ci fossero gli avventori di locazioni turistiche e B&B? Venezia certamente senza turisti vivrebbe la stessa condizione che vive Mestre.

La desertificazione commerciale di tante vie del centro di Mestre è sintomo di degrado e questi luoghi, la sera, diventano presto ricettacolo di sbandati. Vedi anche quanto è avvenuto in aree dismesse come quella dell’Ex Ospedale Umberto I

Quindi su Mestre possiamo certamente richiedere maggiore presenza delle forze di polizia o dei servizi sociali, ma questa parte della città di Venezia tonerà ad essere sicura solo quando tornerà un benessere diffuso, quando torneranno i negozi, ma soprattutto quando tornerà il lavoro, stabile, legato a grandi aziende, ad attività produttive floride, ad una industria green che ripopoli le attuali aree di Portomarghera. Quindi necessita lavoro, lavoro, lavoro. Per questo le polemiche sterili di chi vive di rendita in città sono da stigmatizzare  A questo proposito Mestre dovrebbe ricordare di essere una grande città industriale e portuale e scatenare il finimondo sulle molte posizioni ambientaliste radicali,  che di fatto ne hanno bloccano lo sviluppo, come successo per anni per quanto concerne il Porto con il Piano Morfologico della Laguna e la continua “querelle” sulle grandi navi oppure sullo sviluppo della area ZES. Gli integralisti del NO a tutto non fanno il bene della città, e i più non si stanno accorgendo che, oggi,  viviamo il risultato delle scelte di quella minoranza rumorosa,  che ha sovrastato invece la maggioranza silente, che non si mobilita e non fa rumore,  ma che in questo caso subisce.

Le grida di pochi attivisti zittiscono la massa di gente laboriosa,  che crede nel futuro di sviluppo di questa città. Condivido molto quanto diceva Lino Toffolo, un amante di questa città. Veneziano radicato nella sua Murano, che usava dire che Venezia senza i Veneziani è come Pompei. Appunto, noi non vogliamo diventare un Museo a cielo aperto,  con vogliamo divenire dei figuranti in maschera. Noi di Azione, invece vogliamo:  Sviluppo, Lavoro e Nuova residenza  ed una industria e una portualità sostenibili ( perché Venezia per la sua storia è un grande porto commerciale) e non ci arrendiamo ai fatalisti (od interessati) che vogliono questa città come un grande Museo all’aperto.
Paolo Bonafè, Segretario Comunale – AZIONE Venezia

Cristian Zara, Responsabile Commercio, Artigianato & Comunicazione – AZIONE Venezia

2 Agosto 2023