La creatività al servizio dell’acqua del rubinetto.

Le campagne volte a promuovere il consumo dell’acqua del rubinetto, si moltiplicano e sviluppano nuovi strumenti di comunicazione, per educare i cittadini a modelli di utilizzo delle risorse a basso impatto ambientale.

In questa filosofia si colloca un concorso, aperto a tutti, intitolato “Message is the Bottle”, volto alla realizzazione di una bottiglia di design per l’acqua del rubinetto. Il promotore dell’originale iniziativa è una rete di partenariato che vede insieme Publiacqua, Controradio, Istituto Europeo di Design di Firenze e Legambiente Toscana. Il bando, che scade il prossimo 24 settembre, è scaricabile dal sito www.acquadelrubinetto.it, indica le specifiche tecniche e i materiali richiesti, precisando che la bottiglia dovrà avere le caratteristiche di  essere in vetro riciclato, di colore bianco trasparente, di alta qualità funzionale ed estetica e di prestarsi alla produzione industriale.

Nella nuova logica dei consumi a Km 0, l’acqua del rubinetto è di certo il prodotto che rientra maggiormente in questa filosofia, il suo uso rappresenta, infatti, una scelta che ha notevoli ricadute di impatto ambientale,  evitando il proliferare delle bottiglie di plastica e  i costi ambientali del loro trasporto su strada.

Queste campagne di coinvolgimento diretto dei cittadini mettono in luce quanto, i temi riferiti al rispetto per l’ambiente e allo sviluppo compatibile, possano vederci tutti protagonisti grazie a cambiamenti di stili di vita, che riguardano la nostra semplice quotidianità. Anche “Message is the Bottle”, sollecitando competenze e creatività, promuove in modo originale comportamenti sociali a basso impatto.

Paolo Bonafè

Presidente Ass.  Laboratorio Venezia

www.laboratoriovenezia.it

Tratta e sfruttamento nuovi volti della schiavitù

Si tratta di una commemorazione scivolata via senza alcun clamore ma, lo scorso  23 agosto, l’ONU ha celebrato la “Giornata in ricordo della Schiavitù e della sua Abolizione”, evento che rappresenta un richiamo forte a riflettere come, seppur abrogata, la schiavitù umana oggi continui ad esistere sotto nuove forme. Ce ne sono molti di “nuovi schiavi” ai bordi dei nostri marciapiedi e delle nostre strade, guardati con indifferenza, fastidio e disprezzo, esseri umani che rappresentano solo una piccola parte di un numeroso esercito, composto nella sola Italia da 50.000 adulti e minori, vittime di tratta e di molteplici forme di sfruttamento, che riguardano l’accattonaggio, la prostituzione, il lavoro nero e altre attività illegali.

Sono dati di un fenomeno attentamente rappresentato dal Rapporto di “Save the Children” dal titolo “Le nuove schiavitù” e presentato la scorsa settimana. Si tratta di numeri che peccano per difetto, poiché riguardano le persone che sono state intercettate dalle reti di assistenza ed aiuto attive nel nostro Paese, ma sono molti altri quelli che vivono condizioni di marginalità estrema, senza poter accedere mai ad alcuna opportunità. La strategia per contrastare il fenomeno è quella che vede la collaborazione e la sinergia fra Forze dell’Ordine e i soggetti titolati ad attuare percorsi di protezione sociale, secondo un modello che vede, fra l’altro, il Comune di Venezia punto di riferimento internazionale. Ma a fronte della necessità di potenziare e consolidare le reti di intervento, il Governo ha deciso di sopprimere le 14 postazioni locali del Numero Verde Nazionale Antitratta, per sostituirle con un’unica postazione centrale.

Paolo Bonafè Presidente Laboratorio Venezia