L’Evento del Natale messaggio di pace al mondo

Il Natale è l’evento straordinario di Dio che si fa uomo, entra nella storia dell’umanità e si fa compagno di strada di ciascuno di noi.
Questo, per i cristiani, sta a significare che, in qualsiasi momento dell’esperienza umana, ma in special modo in quelli di maggiore sofferenza, in cui ci si trova a fare i conti con la fatica, il dolore, l’angoscia, l’amarezza, l’uomo non è abbandonato, ma, nella consapevolezza che Gesù si è fatto attraversare da tutte queste dimensioni, sente che non è lasciato solo ad affrontarle, perché Dio lo sostiene e l’accompagna.
E’ questa la gioia profonda, che scaturisce dal mistero del Natale a cui noi cristiani siamo stati poco fedeli, trasformando questo giorno in un fatto commerciale e consumistico, dove anche l’augurio che ci scambiamo è spesso connotato da una ritualità superficiale e frettolosa. Il recupero del senso della nascita di Gesù è da trovare nell’essenza del suo messaggio di pace e d’amore, rivolto a tutti gli uomini di buona volontà, senza alcuna distinzione di razza, genere, appartenenza sociale e culturale. Ritrovare il senso del Natale,pertanto, non è recuperare radici e identità, per differenziarci da qualcuno, ma è scoprire l’universalità del messaggio d’amore di Dio, che ci ha fatto tutti, indistintamente, suoi figli. Se in questi giorni di festività, davanti al presepe, riuscissimo a volgere lo sguardo al Bambinello, con una diversa consapevolezza, il messaggio d’amore, che si irradia dalla capanna di Betlemme al mondo intero, potrebbe trasformare i cuori di ciascuno e rendere migliore l’anno nuovo, che sta per arrivare.

Paolo Bonafè e Francesca Vingiani

Una risposta legislativa di emergenza per contenere la strage sulle strade.

A fronte del drammatico incremento di vittime della strada, causate dallo stato di alterazione dei conducenti, il Parlamento si appresta ad approvare, grazie ad un accordo politico trasversale, un provvedimento legislativo, che abbassa ulteriormente, per i guidatori, il livello di tasso alcolico ammissibile. Dall’attuale limite, fissato allo 0,5 per litro, si passerà allo 0,2: a livello esemplificativo va detto che, un solo bicchiere di birra, assunto da un uomo adulto di circa 70 kg, sarà sufficiente a raggiungere il prossimo limite legale. La nuova legge non si limita a prevedere questa nuova prescrizione, ma la rende particolarmente incisiva correlandola all’inasprimento delle sanzioni. Si prevede, infatti, già il ritiro della patente, per un periodo di sei mesi, al primo riscontro di superamento del limite di tasso alcolemico di 0,2, fino al ritiro definitivo, qualora la persona fermata dalle forze dell’ordine, dimostri il recidivo non rispetto della norma. Il provvedimento non sta raccogliendo unanimità fra i cittadini, alcuni sono perplessi di fronte a quella che ritengono un’ondata di proibizionismo, ma le autorità statali non possono rimanere inerti rispetto al dato che evidenzia come, il 50% degli incidenti stradali, sia causato da conducenti, che risultano positivi ai test relativi all’abuso di sostanze. Siamo pertanto tutti chiamati alla responsabilità di un cambiamento dei nostri stili di vita, poiché, di fatto, la nuova normativa comporta il divieto ad assumere alcol, prima di mettersi alla guida, ma, contemporaneamente, è indispensabile il dispiegamento di efficaci controlli sulle strade, per garantire l’applicazione della legge.

Paolo Bonafè
Presidente Laboratorio Venezia

l’attualità della Dichiarazione dei Diritti dell’uomo.

L’attualità della Dichiarazione dei Diritti dell’uomo.
"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”: è questo il primo articolo della Dichiarazione Universale Dei Diritti Dell’Uomo, adottata il 10 dicembre 1948 dall’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che, di fronte agli orrori e alle lacerazioni causati dal secondo conflitto mondiale, affermava, attraverso questa Carta, i diritti inalienabili della persona umana. Nasciamo tutti uguali e liberi, tutti gli individui hanno diritto alla vita, a un tetto, nessuno può essere vittima di tortura: questi principi fondanti esprimevano l’ideale comune da raggiungere da parte di tutti i popoli e tutte le nazioni, attraverso progressive misure di ordine nazionale e internazionale. Le più grandi aspirazioni dell’uomo erano chiamate, superato un momento storico di efferata barbarie, ad orientare l’ edificazione di un nuovo assetto mondiale. Ma, a 60 anni dalla Dichiarazione, il cammino per riconoscimento della dignità di ogni uomo non è giunto a compimento: ancora oggi centinaia di milioni di esseri umani hanno costantemente minacciati i loro diritti alla vita, alla libertà, alla sicurezza. Va preso drammaticamente atto che non vengono rispettati i principi di uguaglianza e dignità, mentre nuove barriere vengono innalzate per motivi legati alla razza, al colore, al sesso, alla lingua, alla religione, alle opinioni politiche o alla appartenenza nazionale delle persone. E’ più che mai necessario che l’anniversario della Dichiarazione, celebrato in questi giorni, non si riduca ad una formale commemorazione, ma dia impulso al recupero di una rinnovata determinazione, affinché gli stati garantiscano ai cittadini l’effettivo godimento dei diritti umani.
Paolo Bonafè
Laboratorio Venezia