Senza grandi battage pubblicitari per la mobilitazione di massa, la campagna di raccolta firme contro la privatizzazione dell’acqua, ha raccolto, in soli tre mesi, un milione e quattrocentomila adesioni.
Un successo straordinario che permetterà ai cittadini di esprimere – attraverso un referendum che dovrebbe tenersi nella primavera 2011 – il proprio parere nei confronti di un provvedimento governativo, che ha previsto per tutto il Paese la privatizzazione delle risorse idriche. Operazione che rischia di far aumentare le tariffe, peggiorare i servizi di distribuzione e diminuire la sicurezza del prodotto, nella consapevolezza che i nostri acquedotti esigono investimenti urgenti, poiché disperdono in media, nel loro percorso dalla fonte alle nostre abitazioni, oltre il 60% di quanto estratto all’ origine. La campagna, non caratterizzatasi per l’appartenenza partitica dei promotori, ha mostrato che gli italiani si sono espressi a favore dell’ “acqua del Sindaco”, ma soprattutto ha evidenziato la loro forte capacità di attivazione, quando si tratta di rivendicare il diritto di cittadini che vogliono decidere sull’uso dei beni comuni: questa mobilitazione fa cadere il luogo comune che ci assegna un’immagine di persone apatiche e indifferenti alle sorti della società in cui viviamo.
Ma la “battaglia per l’acqua” chiama tutti noi ad una sfida ancora più ardua e cruciale per il futuro dell’intera umanità e che riguarda scelte responsabili per far fronte al dovere di dare risposta alla domanda di acqua del Pianeta e garantire il diritto di tutti ad avere accesso a questo bene di prima necessità.
Paolo Bonafè Presidente www.LaboratorioVenezia.it