Nell’attuale scenario italiano, attraversato da una complessiva crisi economica, politica e sociale, sono presenti interessanti spaccati di realtà, che rappresentano un segno di speranza e ci restituiscono la fotografia di un paese non ripiegato su se stesso, ma capace di una forte e fattiva presenza sociale.
Parliamo di volontariato, attività che mobilità moltissimi nostri concittadini, che gratuitamente prestano la loro opera a favore di persone in difficoltà, ma anche promuovendo cultura e sensibilità ambientaliste.
Una tradizione forte la nostra, che affonda le proprie radici storiche già nelle esperienze delle Misericordie, ma si è nutrita sia della tradizione caritativa cattolica, sia dell’impegno sociale della sinistra. I dati ci aiutano a dare visibilità ad un fenomeno, che coinvolge con continuità circa 1.100.000 italiani, 4 milioni in modo saltuario, e quasi 10 milioni – dato OCSE – se consideriamo tutte le persone, che dedicano genericamente un po’ del proprio tempo agli altri. Quest’impegno ha come ritorno un grande riconoscimento sociale: il volontariato gode infatti della fiducia del 71,3% – dato Eurispes – degli italiani, battendo forze dell’ordine e istituzioni.
Il Veneto conquista il felice primato di seconda regione d’Italia, dopo il Trentino, per presenza di volontari, esprimendo una grande capacità di solidarietà e generosità.
Ed è in questo contesto che si riunirà a Roma, i prossimi 4 e 5 dicembre, la prima conferenza generale del volontariato, per riflettere sul fenomeno ma anche per consolidare e valorizzare questo prezioso patrimonio, che va riconosciuto come soggetto sociale, protagonista della vita nazionale e locale.
Paolo Bonafè
Laboratorio Venezia