Con l’ emergenza Covid tutti sembravano convenire sull’ indispensabilità di investire sulla sanità pubblica e sul potenziamento della medicina territoriale. A soli tre anni dal dramma della pandemia, la sanità è tornata ad essere la cenerentola italiana.
Mancano i medici, sia nel territorio, che nelle strutture sanitarie, i Pronto Soccorso, con personale insufficiente e disumanamente sotto pressione, sono l’imbuto in cui vengono scaricate le richieste di cura che non trovano risposte alternative. l’ esperienza delle Case di Comunità, Servizi Sanitari h24, rappresentano un modello strategico da implementare e sviluppare. Si tratta di strutture che erogano assistenza e servizi domiciliari ad anziani e disabili, integrando una pluralità di prestazioni che, per motivi logistici, le strutture ospedaliere non potrebbero garantire.
A Venezia, il Giustinian rappresenta il presidio vocato a rispondere alle esigenze socio-sanitarie dei cittadini, dalla prima infanzia, alla terza età. Chiuderlo, accentrando tutti i sevizi presso l’Ospedale Civile, significa impoverire la città, depredarla di un presidio socio-sanitario, punto di riferimento per i suoi abitanti.
L’ipotesi quindi, formulata dalla Regione, di smantellare la struttura e cambiarne la destinazione d’uso, nella previsione di una possibile assegnazione del palazzo come sede dell’”Autorità Europea Anticorruzione”, comporta una grave perdita per la popolazione di un servizio sanitario essenziale.
Senza voler sminuire, in alcun modo, l’importanza e il prestigio per Venezia di ospitare Codesta Sede Europea, noi riteniamo che la nostra città sia in grado di proporre alternative altrettanto prestigiose, evitando di privare dell’offerta sanitaria di prossimità, che il Giustinian rappresenta, gli anziani e le persone non autosufficienti.
Riteniamo che i servizi sanitari vadano potenziati, non diminuiti, vadano difesi, non sostituiti con ipotesi di soluzione palesemente non all’altezza e non risolutive dei tanti e sempre più urgenti problemi della polazione anziana. Anche la paventata ipotesi di soluzione proposta dalla Regione, è palesemente inadeguata. L’ospedale civile non ha la capienza (e i tanti problemi organizzativi ce lo ricordano) nè strutturale nè organizzativa per ospitare i servizi territoriali.
La sanità è la grande emergenza nazionale, necessita di finanziamenti, di essere rimodernata ed efficientata perchè possa uscire dall’emergenza funzionale cronica in cui si dibatte da troppo tempo.
Paolo Bonafé segretario Comunale
Leda Costantini e Antonella Cavazzina
Segreteria Comunale Azione Venezia