Dopo Todi: quale missione per i cattolici

Molti hanno interpretato l’annuncio e poi l’esito del convegno di Todi, come un segno della rinascita di un grande e omogeneo movimento cattolico, che persegue l’obiettivo di costruire una nuovo partito politico di ispirazione cristiana.

Ritengo questa una lettura riduttiva: i cattolici vivono la Chiesa, come comunità di credenti, e ne condividono  la natura “cattolica”, ovvero universale – in coerenza all’universalità del messaggio di salvezza di Cristo – pertanto l’universo cattolico è composito e plurale,  portatore di differenze culturali, di approcci e stili.

Per questo, oggi non ha alcun senso riproporre un partito cattolico, perché i cattolici in Italia non rappresentano un interlocutore omogeneo.

La questione è piuttosto un’altra, ovvero la qualità della presenza dei cattolici in politica in questi venti anni di Berlusconismo, in cui non si è riusciti a contrastare la deriva sociale ed antropologica, in un sistema che  ha visto, piuttosto,  la connivenza di  molti politici, che cattolici si dichiarano, ad un processo di desertificazione dei valori individuali e comunitari.

In questo quadro, l’evento di Todi può assumere un significato, a partire dalla necessità di un confronto, di una comune riflessione critica sul ruolo e sulla funzione che i cattolici, anche a partire dalla contraddittoria esperienza di questi anni, sono chiamati a svolgere, in un momento così drammatico della storia politica del Paese, in uno scenario di gravissima e strutturale crisi economica, di portata mondiale.

Diventare “lievito e sale del mondo” significa pertanto, non militare tutti nello stesso partito, ma essere piuttosto  portatori di valori autenticamente vissuti,  in tutti gli ambiti della vita pubblica, economica e sociale in cui siamo coinvolti.

Significa contribuire, ovunque operiamo, a co–costuire una società capace di giustizia sociale, di responsabilità nei confronti delle nuove generazioni, di distribuzione  equa della ricchezza, di uso consapevole  delle risorse. 

Personalmente, auspico che Todi sia l’opportunità per l’avvio di un percorso che ha tantissima strada davanti a sè.

Paolo Bonafè 

Componente Segreteria Comunale PD – Venezia