Parte la campagna referendaria – mobilitiamoci per le firme

Il 24 aprile prende avvio la campagna referendaria volta alla modifica dell’attuale legge elettorale “PORCELLUM”, per assicurare al Paese una normativa garante di democrazia.
La legge, attualmente in vigore, prevede per Camera e Senato un sistema proporzionale con premio di maggioranza, attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati, e su base regionale al Senato, esso, inoltre, è assegnato alla “singola lista” o alla “coalizione di liste” che ottengono il maggior numero di voti.
Il fatto che sia consentito alle liste di coalizzarsi per ottenere il premio, ha comportato, alle ultime elezioni, che si siano formate due grandi coalizioni, composte, al proprio interno, da numerosi partiti, con conseguente aumento della frammentazione
Pertanto, il 1° ed il 2° quesito (valevoli rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato) si propongono l’abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste: l’ esito positivo del referendum, avrebbe come esito l’attribuzione del premio di maggioranza alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi.
Inoltre, abrogando la norma sulle coalizioni, si avrebbe, come conseguenza, anche l’ innalzamento delle soglie di sbarramento: le liste, per ottenere rappresentanza parlamentare, dovranno comunque raggiungere un consenso del 4 % alla Camera e dell’ 8 % al Senato.
Si potrà così finalmente aprire, per l’Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica, riducendo drasticamente l’attuale frammentazione e i conseguenti problemi di governabilità.
L’eliminazione delle coalizioni comporterà la scomparsa dell’attuale schizofrenia tra identità collettiva della coalizione e identità dei singoli partiti, che si mettono insieme per motivi elettorali, ma dal giorno successivo alle elezioni, creano situazioni di conflitto all’interno della propria coalizione.
La riforma elettorale comporterà che sulla scheda appaia un solo simbolo, un solo nome ed una sola lista per ciascuna aggregazione, che si candidi ad ottenere il premio di maggioranza: le componenti politiche di ciascuna lista non potranno rivendicare un proprio diritto all’autonomia perché, di fronte agli elettori, si sono presentate come schieramento unico. Nessuno potrà rivendicare la propria “quota” di consensi e sarà molto difficile spiegare ai cittadini eventuali lacerazioni della maggioranza.
Il terzo quesito referendario prevede l’abrogazione delle candidature multiple e la cooptazione oligarchica della classe politica. Oggi la possibilità di candidature in più circoscrizioni (anche in tutte!) dà un enorme potere al candidato eletto in più luoghi (il “plurieletto”) che, potendo optare per uno solo dei vari collegi vinti, permette, al primo dei “non eletti” della propria lista, di subentrargli nei collegi ai quali rinunzia: il leader, di fatto, dispone del destino degli altri candidati, la cui elezione dipende dalla sua scelta.
Nell’attuale legislatura, questo fenomeno, di dimensioni veramente patologiche, coinvolge circa 1/3 dei parlamentari; in altri termini 1/3 dei parlamentari sono stati scelti non dagli elettori, ma solo dopo le elezioni dal leader eletto, diventando parlamentari “per grazia ricevuta”. E’ inevitabile che una tale disciplina induca inevitabilmente ad atteggiamenti di sudditanza nei confronti delle segreterie politiche centrali e dei relativi leader, compromettendo fortemente la dignità e la natura della funzione parlamentare.
Con l’approvazione del 3° quesito referendario, la facoltà di candidature multiple verrà abrogata sia alla Camera che al Senato.
Quanto qui sopra esposto, spiega i motivi per cui i partiti sono in difficoltà rispetto all’avvio della campagna referendaria: di fronte ad una forte affermazione del SI, non sarà per loro facile snaturare la volontà degli elettori, come è successo con il referendum Segni, quando hanno trasformato la forte richiesta dei cittadini di adottare un sistema elettorale maggioritario, in un sistema misto, maggioritario-proporzionale (Mattarellum), che ha permesso l’ ulteriore proliferazione dei partiti.
I cittadini palesano un forte malessere per le forme tradizionali in cui si esprime la nostra democrazia, percepibile chiaramente nella disaffezione che le persone dimostrano nei confronti della politica, nella crisi della funzione di rappresentanza, nella diminuita credibilità dei partiti.
In questo contesto, la campagna referendaria si pone, pertanto, un ulteriore significativo obiettivo, oltre all’ importante cambiamento della legge elettorale, perché vuole essere opportunità e strumento per aprire uno spazio di dialogo, per far ritrovare interesse e passione per i processi di partecipazione alla vita politica e sociale del paese, per ridare centralità al cittadino.

Paolo Bonafe’- Presidente Laboratorio Venezia e Componente il Comitato per la Riforma della Legge Elettorale