Immigrazione, sicurezza e bisogni sociali

Di fronte alla domanda di sicurezza, che proviene dai nostri cittadini, mi chiedo se sia percorribile una strada che sappia tradurre questo legittimo bisogno, in una richiesta più ricca e articolata, che non si appiattisca meramente sui temi dell’ordine pubblico
Il disagio che la società italiana sta esprimendo è anche ascrivibile alla necessità di doversi confrontare con il fenomeno migratorio, ma ha radici più profonde, che riguardano il nostro modello sociale e i complessi processi di cambiamento che lo stanno attraversando: la fragilità della struttura familiare, la frammentazione della vita sociale, lo scarso senso di appartenenza alla comunità locale, la precarietà lavorativa e l’ impoverimento economico.
Questo quadro di incertezza complessiva, investe in toto la sfera di vita delle persone: in questo contesto l’immigrazione diventa evento catalizzatore di ogni paura, causa prima dell’incertezza e del senso di insicurezza e precarietà in cui siamo chiamati a vivere.
Emerge, pertanto, nei confronti delle istituzioni, una richiesta che rivendica tutela, protezione, riconoscimento delle proprie esigenze e diritti, che non può essere ricondotta ad un bisogno di sola sicurezza pubblica, ma va coniugata fortemente ad un bisogno di sicurezza sociale.
Le persone necessitano di trovare un ascolto competente e responsabile capace di attribuire senso e dare riconoscimento alle paure e allo smarrimento, senza banalizzazioni, semplificazioni o enfatizzazioni, che corrono il rischio di essere sempre manipolatorie.

Paolo Bonafe
Presidente Laboratorio Venezia