progetto metropolitano di nuova mobilità

36_Articolo_La_nuova_Venezia_Quale sviluppo infrastrutturale per la città a metropolitana futura

Il prossimo anno gli amministratori,  chiamati a governare la città metropolitana, dovranno raccogliere, fra le altre, la sfida di progettare e  realizzare un sistema infrastrutturale, coerente con lo sviluppo territoriale e i nuovi bisogni di mobilità integrata dei cittadini. Ad oggi, dobbiamo purtroppo registrate l’assenza di un intervento significativo e sostanziale, in grado di rispondere  alle esigenze di trasporto nella città d’acqua, dove, a fronte del’incapacità/impossibilità di governare i flussi turistici coniugandoli con le esigenze di mobilità’ dei cittadini e delle merci, assistiamo ad una situazione di sovraccarico dei mezzi pubblici e di un pesante traffico acqueo. A sua volta, lo scenario della terraferma, evidenzia lo sviluppo di  Porto,  Aeroporto e  Stazione Ferroviaria,  ma anche la creazione di ulteriori e  nuovi  poli di interesse strategico per tutta l’area metropolitana  che esigono di essere  in connessione tra loro, all’interno di un quadro di sviluppo territoriale complessivo: il Vega che da incubatore di impresa sta anche promuovendosi come area espositiva per l’Expo 2015; l’Ospedale di Zelarino; il nuovo polo universitario di via Torino, il futuro insediamento dell’ex ospedale Umberto I e il nuovo porto commerciale e passeggeri di Fusina.

In questi anni, sia Regione che Comune di Venezia, hanno indubbiamente investito, in una logica di implementazione della mobilità sostenibile,  in  tre opere infrastrutturali, SFMR, People Mover e Tram, dimostrando un concreto impegno nel superamento dello sviluppo del trasporto su gomma. Il Tram, in particolare,  rappresenta un intervento importante poiché  mette in diretta comunicazione, da nord a sud,  la terraferma veneziana, territorio segnato dalla cesura, rappresentata dalla linea ferroviaria. Ma va anche detto che il Tram, nel suo percorso per Venezia,  sembra più pensato per favorire l’accesso al parco di S. Giuliano che per le nuove necessità di mobilità (es. Via Torino – Vega – Ospedale di Zelarino).  In ogni caso, tutti gli importanti investimenti infrastrutturali  sopracitati soffrono di un mancato disegno progettuale integrato e restituiscono l’immagine di essere stati pensati e realizzati ciascuno,  in modo a se stante,  scollati da un  disegno complessivo di sviluppo urbano, che avrebbe, ad esempio potuto prevedere la valorizzazione della preesistente rete ferroviaria merci, creata per interconnettere le aree produttive di Portomarghera con la rete ferroviaria principale.
La sfida del futuro sarà, quindi, quella di integrare tutte le infrastrutture, in modo che rappresentino un sistema organico di mobilità cittadina Alcune ipotesi: portare la SFMR al Vega utilizzando la  linea ferroviaria portuale merci;  prolungare, in un nuovo progetto, il People Mover fino al Vega utilizzando il medesimo sistema di piloni garantendo  un collegamento tra Venezia e la Terraferma che  bypassi  il Ponte della Libertà; potenziare il SFMR nella linea che porta all’Ospedale di Zelarino e alle altre stazioni di Mestre e Spinea.).
In questo modo potremmo vedere realizzato un sistema ferroviario metropolitano che andrebbe a collegarsi con il progettato sistema di  mobilità di alta velocità ed alta capacità ferroviaria, completando anche  la connessione di rete con l’aeroporto e la città.

Paolo Bonafè

Componente direziobe comunale PD Venezia