La strada alternativa all’energia nucleare

Solar-roadways-1Dall’America proviene una notizia destinata a scardinare un’ opinione corrente,  che attribuisce alle centrali nucleari la funzione di garantire il futuro energetico all’Italia. Infatti, considerando le favorevoli condizioni climatiche di cui gode il Paese  e la sua rete stradale, la scoperta scientifica che prevede la produzione di energia solare attraverso lo sfruttamento dell’energia, prodotta  dall’insolazione del manto stradale, assume una notevole rilevanza. Potrebbe sembrare fantascienza, ma questa  tecnologia ha già un prototipo, costruito dall’ingegner Scott Brusaw, fondatore della Solar Power Roadways. La scoperta consiste nella generazione di energia pulita tramite la sostituzione del tradizionale asfalto, con pannelli fotovoltaici  in grado, non solo di captare l’energia dei raggi solari, ma anche di assolvere alla funzione della sua  distribuzione  ed immagazzinamento  per l’utilizzo in loco  Ogni modulo-pannello è composto da tre strati: una superficie traslucida in silicio e policarbonato per far passare i raggi solari; una fascia centrale che, oltre alle cellule fotovoltaiche,  prevede  elementi autoriscaldanti per sciogliere la neve ed evitare la formazione del ghiaccio; la terza, è una fascia base che  racchiude i collettori e i trasmettitori. Ogni pannello, unito  all’altro con giunti di connessione, potrebbe fornire 6,7 MWh: un miglio di questo fondo stradale soddisferebbe il fabbisogno energetico di 428 abitazioni. Inoltre, è da evidenziare  come la presenza nei pannelli di micro sensori, in grado di segnalare al guidatore  eventuali pericoli,  rappresenti uno straordinario strumento per aumentare la sicurezza stradale.

Paolo Bonafè presidente www.LaboratorioVenezia.it

Cultura del cibo e battaglia per la biodiversità

biodiversitàDomenica scorsa, ad Abano, si è chiuso l’ottavo Congresso nazionale di Slow Food, associazione che, per l’impegno costante sui temi della cultura del cibo e dei luoghi, per la battaglia a favore della biodiversità, rappresenta ormai un attore politico di rilevanza internazionale. Il segreto del successo di Slow Food è nella filosofia che lo sostiene che non ha bisogno di riconoscersi nelle tradizionali categorie politiche di “destra o sinistra”, ma si fonda su una concezione olistica del mondo, chiamata a superare la separazione fra il sistema di produzione e quello di consumo. Il rispetto per il cibo  e per il mondo agricolo, che lo produce, esige la tutela complessiva di ciascun  territorio e del suo tessuto sociale. Oggi l’agricoltura è orientata alla produzione di ridottissime varietà commerciali, ad elevatissima  produttività, soppiantando migliaia di piante che rappresentavano l’esito prezioso della selezione, curata da generazioni di agricoltori: le parole chiave di Slow Food sono promozione, educazione e tutela. Si tratta, in anni caratterizzati da una grave crisi economica, di trovare un nuovo modello di uso delle risorse naturali, ove la valorizzazione  delle vocazioni  e tradizioni  locali non significhi chiudersi al mondo, ma  rappresenti invece lo stimolo all’ incontro con altre culture.

Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2010 “Anno internazionale della biodiversità”,  con l’obiettivo di richiamare con forza tutti i Paesi ad un impegno comune nei confronti di uno sviluppo agricolo armonioso, rispettoso delle biodiversità di ogni territorio, ma anche della cultura e delle tradizioni espresse dalle comunità locali che lo abitano.   

Paolo Bonafè Presidente www.LaboratorioVenezia.it 

Come cambia la mobilità

autobusUno studio dettagliato e articolato, pubblicato dall’Osservatorio Audimob, mette in luce, attraverso l’ analisi  delle modalità di spostamento degli italiani, i nostri stili di vita e i cambiamenti  sociali in atto.

Il 73% dei cittadini si sposta giornalmente in un raggio massimo di 10 Km, ma  continua a crescere  la domanda di quanti percorrono fra  i 10 e i 50 Km ( dal 18,1% del 2000 al 24% del 2009): quest’ultimo dato mette in evidenza come la mobilità sia correlata ai processi che vedono la crescita insediativa dei comuni delle cinture metropolitane – con il decremento della popolazione nei grandi centri urbani – e il  proliferare di poli commerciali e di centri di servizi fuori dalle città. Si tratta di flussi di spostamento che, non trovando risposta nel servizio pubblico, convergono sull’utilizzo  dell’automobile, che rappresenta il mezzo più utilizzato delle persone.

Dalle interviste effettuate, risulta che i mezzi pubblici non garantiscono una fermata vicina all’abitazione (17%), non risultano nè comodi nè accessibili (70%) o presentano tempi di percorrenza troppo lunghi (42%). Scarsa capillarità, frequenza ed orari  inadeguati, interscambio inefficiente, sono i fattori che  determinano il continuo incremento dell’ auto privata, cui spetta  il primato del mezzo di trasporto più usato: dal 59,3% del 2000, nel 2009 siamo passati al 65,3%. Lo scenario complessivo non appare particolarmente confortante e dimostra quanto ancora vada sviluppato in termini di servizi pubblici e di cultura della mobilità. Un segnale di prospettiva può essere letto nella propensione al cambiamento,  espressa dal 34% delle  persone, disponibili a lasciare l’auto per passare al trasporto pubblico.

Paolo Bonafè Presidente www.LaboratorioVenezia.it

Venezia porto all’avanguardia

naveVenezia – con  Civitavecchia, Genova e La Spezia – seguirà la strada ecologica già battuta  dai più importanti scali internazionali, come Los Angeles, Seattle, Vancouver, Lubecca e Zeebrugge. Si tratta di un’ autentica rivoluzione quella che investirà i nostri porti: finalmente si potrà garantire fornitura elettrica alle navi,attraccate in banchina, senza che queste tengano accesi, per l’autoalimentazione, i motori ausiliari. La natura innovativa di questo sistema, chiamato “cold ironing”, consiste nel fatto che tutta l’elettrificazione di navi e banchine, verrà realizzata mediante la produzione di energie rinnovabili.

Si tratta di scelte che non riguardano strettamente lo sviluppo dell’area portuale, perché comportano benefici per l’intera città, permettendo una riduzione del 30% dell’anidride carbonica e del 95% degli ossidi d’azoto emessi dalle navi; inoltre verrà totalmente eliminato l’inquinamento acustico. Parliamo di risultati estremamente significativi, soprattutto se li rapportiamo al numero di navi che attraccano a Venezia e ai consumi del milione e novecentomila turisti, che esse portano annualmente in città.

Il protocollo fra Enel e Autorità portuale veneziana, firmato lo scorso febbraio in occasione  del primo Forum Internazionale sulle tecnologie  ecosostenibili per i porti, prevede, sempre per il risparmio energetico, l’introduzione della illuminazione con i Led. Nel contempo, la politica promossa  dalla Federazione del Mare, volta alla sostituzione delle vecchie navi traghetto, con mezzi costruiti secondo tecnologie ecocompatibili, potrà garantire  una nuova sinergia fra le politiche  dei Porti e quella degli armatori.

Paolo Bonafè  Presidente www.LaboratorioVenezia.it