La Rivincita della Campagna

paesaggio campagnaIn cento anni la nostra società ha subito profonde trasformazioni, che hanno visto il complesso passaggio dalla società rurale, a quella industriale, fino alla cosiddetta società  postmoderna.

Questi cambiamenti, che investono aspetti economici, sociali e culturali, hanno avuto come esito, fra gli altri, l ’abbandono delle campagne a favore di un imponente processo di inurbamento, che ha comportato la crescita caotica delle aree urbane, con alti costi di impatto ambientale.  Ma anche questo fenomeno ha avuto una battuta d’arresto,  perché le persone hanno iniziato a lasciare le grandi città, spinte dalla necessità di recuperare, sotto il profilo delle relazioni e del rapporto con la natura,  dimensioni di vita a misura d’uomo. In tale contesto, si sta affermando, proprio in questi ultimi anni, un nuovo interesse per la campagna e il mondo agricolo nel suo complesso, non solo come opportunità di svago e relax, ma come proposta praticabile di vita. A fronte della crisi del modello consumistico, quale unico paradigma di sviluppo, è stata superata la visione, che considerava il mondo agricolo come una realtà arretrata sotto il profilo socio-economico. Il ritorno alla campagna non rappresenta sicuramente un evento di massa, riguarda invece  percorsi biografici individuali, però indicativi di un’ emergente cultura, attenta alla produzione biologica, al recupero delle biodiversità, al mercato dei prodotti a Km 0. Ma oggi si rende necessario un investimento strategico, che recuperi e tuteli la nostra tradizione agricola e nel contempo la  rinnovi  con tecnologie rispettose dell’ambiente. Potrà diventare così concreto richiamo e opportunità di vita e di lavoro per molti giovani.

 

Paolo Bonafè  Presidente www.laboratoriovenezia.it

27 gennaio Giornata della Memoria

giorno della memoriaIl 27 gennaio si commemora la “giornata della memoria”, istituita con la legge n. 211 del 2000, a ricordo del 27 gennaio 1945, giorno in cui furono abbattuti dai soldati russi i cancelli di Auschwitz, il più grande lager nazista, nel quale furono barbaramente nelle camere a gas e bruciati nei forni crematori quasi 2.000.000 di ebrei. Quest’anno la Giornata è stata anticipata dalla visita del Papa alla Sinagoga di Roma, incontro importante e delicato a segnare come il dramma della Shoah, non riguardi un drammatico evento ormai relegato al passato, ma rappresenti una lacerazione profonda nella vita dei superstiti, nella storia del popolo ebraico e nella coscienza di tutto il mondo occidentale. In tal senso, la Giornata della Memoria  non può esaurirsi in un evento puramente commemorativo, ma deve diventare autentica  occasione culturale ed educativa, momento di consapevolezza e forte richiamo alla responsabilità, poiché la barbarie umana è sempre in agguato e capace di replicare genocidi e persecuzioni, come la storia continua a mostrarci, attraverso i drammi che insanguinano intere aree del nostro pianeta, nell’indifferenza e nell’ignavia della pubblica opinione. La Giornata della Memoria deve essere occasione per richiamare tutti noi – e in particolare le nuove generazioni – a porre al centro delle nostre coscienze e del nostro agire sociale i valori di fraternità, giustizia e pace, affinché, dalla memoria consapevole della pagina più buia della storia d’Europa, si sappia trarre insegnamento per costruire una società multirazziale, rispettosa delle differenze culturali e religiose e capace di solidarietà e riconoscimento reciproco.

 

Paolo Bonafe’ Presidente www.laboratoriovenezia

Il 2010 Anno Europeo della Lotta alla Povertà

poveroL’Unione Europea ha designato il 2010 quale Anno Europeo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, richiamando gli Stati membri a intensificare l’attenzione  e l’impegno su questi temi, attraverso azioni mirate volte al riconoscimento dei diritti, all’aumento della partecipazione pubblica alle politiche per l’inclusione sociale, alla promozione di una società più coesa, all’impegno a rimuovere le cause dell’esclusione sociale.

Il tema cade in un momento di particolare criticità per la situazione sociale ed economica dell’Europa, pesantemente segnata dalla crisi del 2008, che esige una rilettura dei fattori di rischio che determinano i fenomeni e l’individuazione di strategie multilivello, per affrontare la multidimensionalità che è propria della povertà di questi anni.

Ma nel quadro delle azioni complessive, va dato rilievo e va rafforzata una funzione informativa e di promozione culturale: capacità di  accoglienza e solidarietà sono principi fondanti  di una società in grado di promuovere i diritti dei soggetti più deboli. Il recente drammatico evento di Venezia, che ha visto una persona senza dimora essere oggetto di un criminoso gesto da parte di una banda di ragazzi, mette in luce come nella nostra società sia carente una funzione formativa ed educativa nei confronti delle nuove generazioni. L’occasione dell’Anno Europeo può rappresentare un’opportunità importante per un’azione di promozione culturale rivolta al mondo della scuola, per rompere  rappresentazioni stigmatizzanti dei fenomeni di esclusione sociale e per favorire esperienze concrete, che avvicinino le nuove generazioni ad un impegno di solidarietà.

Paolo Bonafè  presidente www.laboratoriovenezia.it

Apriamo i riflettori sulla situazione carceraria

2010-01-09 Il Venezia - Riflettori accesi sui problemi delle carceriIl clima di solidarietà non deve esaurirsi con la fine delle feste natalizie, per questo apriamo i riflettori sulla grave condizione in cui versa la situazione carceraria italiana. Il 2009 sarà purtroppo ricordato come l’anno che ha superato il triste primato del 2001, per il drammatico numero dei suicidi avvenuti negli istituti di pena: sono 71 le persone, che si sono tolte la vita nelle nostre carceri, mentre 175 sono complessivamente i  decessi registrati quest’anno. Si impongono per gravità anche i dati relativi al fenomeno del sovraffollamento – con pesanti ricadute sulle condizioni di vita dei reclusi –  alla luce delle 66.000 persone detenute, a fronte dei 43.000 posti disponibili. Quanto avviene nelle carceri spesso ci lascia indifferenti, come si trattasse di eventi che riguardano una umanità molto lontana da noi.

A questo proposito, è invece  importante condividere una riflessione a partire proprio dall’art. 27 della nostra Costituzione, che sancisce la finalità rieducativa della pena: l’esecuzione penale, depurata da ogni afflittività aggiuntiva, rispetto a quella che le è propria, deve rappresentare un tempo finalizzato alla costruzione di opportunità e percorsi riabilitativi, fortemente orientati al reinserimento sociale. Ogni azione, volta a sostenere la finalità rieducativa della detenzione, non solo garantisce il rispetto di norme e di principi umanitari, ma rappresenta uno strumento fondamentale a tutela della sicurezza della società, cui vengono restituiti, grazie all’esercizio della funzione riabilitativa, cittadini in grado di reinserirsi socialmente nel tessuto della comunità di provenienza.

Paolo Bonafè – Presidente www.laboratoriovenezia.it