Fragilità e disorientamento delle giovani generazioni creano una emergenza educativa

La cronaca nazionale sta mettendo in luce spaccati di mondi adolescenziali e giovanili che evidenziano drammaticamente la ricerca di emozioni forti e fasulle, comprate magari sul mercato delle sostanze più o meno lecite.
Come non ricordare i drammi che hanno toccato la nostra regione: il caso della ragazza di 14 anni trovata abbandonata in coma etilico nel parco di Maraga a Belluno o quello della sedicenne che ha trovato la morte nel rave party, tenutosi ai Murazzi del Lido la notte del redentore.
Ma non possiamo nemmeno dimenticare il suicidio della ragazzina di Adria, che sembra non abbia saputo sostenere il giudizio sociale a seguito delle foto divulgate dall’ex fidanzatino.
Storie che attraversano il nostro paese e che non hanno come comune denominatore particolari zone geografiche dell’ Italia o i medesimi contesti sociali, economici e culturali, ma sembrano riguardare trasversalmente da vicino ognuno di noi, ponendoci di fronte ad una autentica emergenza educativa, rispetto ad una condizione giovanile segnata da fragilità, disorientamento e solitudine.
I complessi processi di cambiamento e trasformazione, che percorrono l’adolescenza e l’età giovanile, indispensabili alla costruzione e alla definizione dell’identità che passano, per ciascuna persona, attraverso la cultura del gruppo, la scoperta della sessualità, il confronto anche conflittuale con l’autorità, sembrano, oggi, non trovare un quadro di riferimento valoriale e normativo, che funga da contenimento e guida: è come se ogni pulsione possa essere legittima nel suo trasformarsi in un agito, senza trovare uno spazio mentale di decantazione e decompressione.
Quanto accade segna, in primis, il fallimento degli adulti, che sembrano aver rinunciato ad assumersi la funzione cui sono chiamati, attraverso l’educazione delle nuove generazioni all’ affettività, alla cittadinanza, all’incontro responsabile con l’altro, diverso da me.
In questo senso, tutta la comunità educante è chiamata con urgenza a ripensarsi criticamente ed a recuperare, consapevolmente, il proprio ruolo e a svolgere il proprio compito.

Paolo Bonafè
Presidente Laboratorio Venezia
www.laboratoriovenezia.it

Vacanze con i fiocchi ma attenti alla strada

Vacanze con i fiocchi ma attenti alla strada

Il giorno 26 luglio, l’Associazione Italiana Parenti Vittime della Strada, ha avviato, come da molti anni a questa parte, la manifestazione “VACANZE CON I FIOCCHI”.
Tale iniziativa vuole sensibilizzare l’opinione pubblica, le forze dell’ordine e le forze politiche sul tema della sicurezza stradale e sui pericoli che possono essere causati dal mettersi alla guida sotto l’effetto di alcool o di droghe.
La manifestazione si è svolta, come ogni anno, anche al Lido di Venezia e questo grazie al lavoro della Presidente provinciale Pierina Guerra, coadiuvata dalle Associazioni Carabinieri e dei Cavalieri d’Italia e appunto sabato 26 luglio è stato organizzato un banchetto dove sono stati distribuiti gadget e materiale informativo. Particolarmente efficace è stata la coreografia, infatti è stata sistemata in strada, tra ombrelloni e sedie a sdraio (simboli che richiamavano le vacanze e il mare) una Fiat 500 d’epoca ricoperta da migliaia di pos-it, con su scritti messaggi di attenzione alla guida e alla sicurezza stradale. Tra coloro che hanno dato la loro adesione e hanno inviato un post-it, possiamo trovare il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli, decine di parlamentari di tutto l’arco costituzionale, amministratori locali, rappresentanti delle associazioni e semplici cittadini. Particolarmente apprezzai sono stati i messaggi dei 60 bambini ospiti della locale Colonia Morosini. Chiaramente tutti i messaggi miravano a sensibilizzare l’opinione pubblica ad un uso più attento del mezzo privato, che può diventare un‘arma se messo in mano a persone che si mettono alla guida non essendo in perfetto fisico. Purtroppo le statistiche sono implacabili e anche per quest’anno prevedono che solo durante le vacanze estive saranno almeno 1000 i morti sulle strade delle vacanze, per non parlare dei feriti e dei conseguenti invalidi. Iniziative come queste servono appunto per fare in modo che questo non accada o perché calino drasticamente questi numeri.

Paolo Bonafè
Presidente laboratorio Venezia
www.laboratorioVenezia.it

Quale futuro per il Porto di Venezia

Quale futuro per il Porto di Venezia

Il progetto riguardante il Porto di Venezia continua ad essere al centro del dibattito cittadino, che evidenzia come non esista, ad oggi, una strategia condivisa rispetto al suo futuro.
Venezia ha la necessità di coniugare la salvaguardia della città con il mantenimento della sua vocazione portuale e della sua leadership crocieristica, anche per non vanificare l’insieme di progetti avviati dalle amministrazioni locali e portuali, che si sono, negli anni succedute.
Ritengo, pertanto, che una strada percorribile, per coniugare tutela del centro storico e sviluppo economico, possa essere rappresentata dalla diversificazione dell’offerta.
Questa proposta prevederebbe lo spostamento a Marghera/Fusina, via Canale dei Petroli, di tutte le navi RoRo/portacamion delle Autostrade del mare, comprese quelle greche che, ormeggiate in marittima, oggi sono causa di forti vibrazioni alle fondamenta dei palazzi che si affacciano sul Canale della Giudecca. Tale opzione, nel contempo, implicherebbe un minor traffico di camion e tir sul Ponte della Libertà.
Su Portomarghera verrebbe mantenuta l’attuale organizzazione dei traffici merci, con l’eventuale sviluppo e realizzazione di nuove banchine nelle aree che verranno bonificate.
Il traffico passeggeri necessita, invece, di veder suddivisi gli ormeggi tra le grandi navi e quelle medio piccole.
Per le prime, è stato da poco pubblicizzato uno studio della Venezia Terminal Passeggeri, che ipotizza, con un investimento di oltre 100 milioni di euro, la realizzazione di un grande porto passeggeri, per navi da crociera di lunghezza superiore i 300 metri di lunghezza (il futuro è questo!), nell’area del Vallone Moranzani, così da poter aumentare di 500.000 unità il numero di passeggeri da qui al 2011, ma interessante è anche la proposta, avanzata dal precedente Viceministro De Piccoli, di un avanporto da realizzarsi alla bocca di porto del Lido, anche se ora i lavori del Mose ne pregiudicano in parte la realizzazione, una ulteriore ipotesi prevede di destinare allo scopo le banchine delle vaste aree dismesse e da bonificare di Marghera.
L’ attuale Marittima potrebbe, così, essere destinata all’attracco dei mezzi veloci (Aliscafi/Hovercraft) e delle sole navi passeggeri, oggi considerate medio-piccole, con l’obbligo dello stop ai motori e dell’uso dei rimorchiatori, questo anche per non vanificare la realizzazioni di quelle opere infrastrutturali e legate alla mobilità che si stanno realizzano in quel sito (People Mover, Garage). E’ comunque cruciale che, qualsiasi sarà il percorso progettuale prescelto, si preveda un processo di coinvolgimento delle grandi compagnie armatoriali, che molto spesso offrono, nel loro ticket all-inclusive, l’acceso alla città attraverso lo splendido bacino di San Marco. Evitare il rischio dell’abbandono dello scalo veneziano, a favore di Trieste, significa tutelare il posto di lavoro di molti operatori portuali e l’indotto turistico.

Se ci fosse un po’ di coraggio, poi, vi sarebbe un progetto che ritengo avveniristico e allo stesso tempo affascinante, cioè quello della realizzazione di un avanporto, sull’esempio di Shanghai, cioè in mare e quindi diverso dal progetto PERLA di De Piccoli. I benefici che si avrebbero da questo progetto sono molteplici. In primis non vi sarebbero più problemi per quanto concerne i pescaggi delle navi e quindi i fondali e l’annoso problema dell’ escavo dei canali. Inoltre le grandi compagnie armatoriali potrebbero, continuare a vendere il “pacchetto Venezia”, dato che la vista sulla città sarebbe garantita dall’altezza delle navi e da binocoli fissi che potrebbero essere sistemati sui ponti delle navi del tipo di quelli utilizzati in molti luoghi panoramici d’Italia, cosa che sarebbe difficilmente attuabile nell’entroterra veneziano o a Marghera. In ultima analisi tutto ciò porterebbe, inoltre, una positiva ricaduta economica su molte zone di Venezia e del litorale veneziano, ad oggi meno interessate dall’economia turistica e che potrebbero diventare nuove porte di accesso alla città storica, senza dimenticare che si potrebbe finalmente applicare quel ticket di accesso a Venezia, sul tipo delle ZTL, dato che, da queste navi, i turisti verrebbero trasportati a Venezia con i Lancioni Gran Turismo e/o con i catamarani

Paolo Bonafè
Responsabile Provinciale PD del
Dipartimento Infrastrutture e Mobilità
www.paolobonafe.it